COPPA, VITERBO O ACQUAPENDENTE, 1565
in maiolica dipinta in policroma nei colori arancio, giallo, verde, blu, bruno di manganese nella tonalità nera, marrone e bianco di stagno; diam. cm 24,2, diam. piede cm 9,4, alt. cm 3,8
A BOWL, VITERBO OR ACQUAPENDENTE, 1565
Bibliografia
F. Guidi Bruschi, Un gamelio dalla data inconsueta, in “Faenza”, LXVII (1981), pp. 78-81;
C. Ravanelli Guidotti, Donazione Paolo Mereghi. Ceramiche europee ed orientali, Faenza 1987, pp. 129-130 n.16
Bibliografia di confronto
J. Giacomotti, Catalogue des majoliques des musées nationaux, Parigi 1974, p. 246 n. 805;
G.C. Bojani C. Ravanelli Guidotti, A. Fanfani (a cura di), La donazione Galezzo Cora. Ceramiche dal Medioevo al XIX secolo, Milano 1985, p. 107 n. 248;
R. Luzi, B. Mancini, L’attività ceramica ad Acquapendente e le disavventure di un povero vascellaro, in “CeramicaAntica”, a. IV, n.8 (settembre 1994), pp. 53–62.
G. Gardelli, http://www.maiolica.info/2015/06/11/cremelia-la-prima-bella-nella-letteratura-di-acquapendente/, 2006;
T. Wilson, The Golden Age of Italian Maiolica Painting. Catalogue of a private collection, Torino 2018, p. 359 n. 159
La coppa presenta cavetto concavo con tesa alta terminante in orlo sottile arrotondato. Al verso l’orlo mostra tre filettature dipinte concentriche nei toni del giallo e dell’azzurro e al centro del piede, listato con una ampia banda gialla, la data “1565” tra due segni a nodo, tutto delineato in blu.
Sul fronte a piena superficie un ritratto femminile, appena rivolto alla sua destra, mostra grande perizia tecnica nella stesura dei colori abbondanti e variegati. La donna è identificata dal cartiglio, largo e ombreggiato di bistro, che si snoda alle sue spalle su fondo dipinto di blu e reca la scritta a caratteri cubitali “ANTINA BELLA”. La giovane, dalla complessa pettinatura con capelli raccolti attorno a una fascia verde, ha il volto largo con occhi grandi e guance arrossate, larghi padiglioni auricolari e un sorriso appena accennato, ma reso con tratti sicuri. Il busto è coperto da una doppia camiciola pieghettata e ricamata dal colletto rialzato, mentre al collo si vede una collana di corallo.
La coppa è stata pubblicata nel 1998 con una descrizione accurata soprattutto per ciò che riguardava la datazione di questo genere ceramico, allora assegnato tra il 1522 e il 1537. Si rimarca a tal proposito l’importanza di quest’opera nella definizione dell’effettivo successo delle coppe amatorie almeno fino all’ultimo quarto del XVI secolo. Per quanto riguarda la lettura critica di questa tipologia ceramica, stilisticamente affine alla produzione del Ducato di Urbino o a essa ispirata, si ricorda come Guidi Bruscoli attribuisca l’opera all’area di Viterbo, dove effettivamente si riscontrano reperti coerenti con lo stile e l’humus culturale nel quale si muove il pittore di questa coppa. Il confronto con opere simili, quali ad esempio la coppa con GIULIA BELLA oggi in collezione privata attribuita dubitativamente al ducato di Urbino, e la coppa con GINEVRA BELLA del Mic di Faenza, inducono alcuni studiosi a ritenere le tre opere come frutto della mano di un medesimo autore. La vicinanza inoltre anche con la coppa raffigurante GIROLAMA B. del Museo del Louvre apre alla possibilità di un ulteriore approfondimento sull’opera o sulla formazione del suo pittore, ricordando che altre coppe possono inoltre essere associate a questo esemplare, formando così un corpus omogeneo da riferire per ora alla mano di un anonimo pittore.