URNA CINERARIA
ROMA, FINE I – II SECOLO d.C
Urna con coperchio a doppio spiovente decorato al centro del fastigio da una corona d’alloro, da cui si ripartono due nastri mossi da incisioni verticali. La cassa è parallelepipeda e la decorazione figurata si diparte da due bucrani, fissati in corrispondenza dei vertici superiori e contraddistinti da corna piccole e da cavità oculari accentuate. Dalle corna sulla
fronte pendono rami di ulivo biforcati nel loro tratto inferiore. Il tratto esterno scende in basso sullo spigolo mentre quello interno lambisce la corrispettiva diramazione sul lato opposto. Nello spazio determinato da questo “festone aperto” sono posti quattro uccellini. La decorazione sui lati brevi consiste in un grande rosone, ai lati del quale sono posti quattro calici floreali. Lo specchio epigrafico, entro cornice modanata, si articola su quattro linee:
D(is) M(anibus) / Fl(aviae) Restitutae / L(ucius) F[l](avius) Hermeros / con(iugi) b(ene) m(erenti) fec(it)
Agli dei Mani di Flavia Restituta il marito Lucio Flavio Hermeros ha dedicato alla moglie che ha ben meritato.
L’urna rientra in una classe di materiali di produzione urbana, realizzata nel I e II secolo d.C.. La sintassi decorativa trova un preciso confronto con quella presente su un altare funerario al Museo Nazionale Romano, inv. 124514 (P. Rendini, in A. Giuliano - a cura di - Museo Nazionale 1, pp. 260-264), datata in età claudia, ma è più probabile, considerando il tipo di rilievo e l’uso del trapano riscontrabile sui bucrani, che la datazione del pezzo sia fra la fine del I secolo e l’inizio del II secolo d.C. Una corrispondenza precisa per il rosone sui fianchi è riscontrabile con un’urna all’Ince Blundell Hall Ince: G. Davies, The Ince Blundell Collection of Classical Sculpture. The Ash Chests and other Funerary Reliefs, Mainz 2007, pp. 52-54, n. 22 tav. 36 (tarda età flavia.H. max 27,5cm; dim. cassa 25,5x25,5x18 cm.
Questa interessante urna è con ogni probabilità identificabile con quella descritta nel volume di F.A. Visconti, A. Visconti, Indicazione delle sculture e della galleria di quadri esistenti nella Villa Miollis al Quirinale, Roma 1812, p.19: “156. Piede di mensa di alabastro fiorito con zampa, e testa di leone, alta palmi tre e mezzo; sopra, cinerario piccolo di Flavia Restituta, con uccelli, bucranj, e rosoni nei lati”. Il cinerario faceva quindi parte alla collezione raccolta da Sestius Miollis (1759-1828), generale napoleonico, governatore di Roma e amante dell’archeologia, tanto da raccogliere nella Villa Aldobrandini di Monte Magnanapoli da lui acquistata nel 1811 e destinata alla fondazione della Société hellénique des sciences et des beaux arts, centinaia di opere d’arte antiche e moderne (C. Benocci, Villa Aldobrandini a Roma, Roma 1992, pp. 231-254).
Provenienza
Villa Miollis-Aldobrandini (inizio XIX secolo)
Collezione Borghese (dal 1830 ?)
Antichità Fiorentini, Via Margutta (acquisto 1975)
Collezione privata