MAIOLICHE E PORCELLANE DAL XV AL XVIII SECOLO

Firenze, 
mer 18 Aprile 2018
Asta Live 247
Offerta Libera
32

PIATTO, URBINO, BOTTEGA DI GUIDO DI MERLINO, 1542 CIRCA

€ 7.000 / 10.000
Stima
Offerta Libera
Valuta un'opera simile

PIATTO, URBINO, BOTTEGA DI GUIDO DI MERLINO, 1542 CIRCA
in maiolica dipinta in policromia con verde, giallo, giallo-arancio, blu di cobalto e bruno di manganese. Il piatto presenta un cavetto poco profondo, una larga tesa orizzontale con orlo arrotondato listato di giallo e poggia su un piede ad anello poco rilevato. Sul fronte la decorazione si sviluppa su tutta la superficie della coppa e mostra un gruppo di sette figure in abiti romani con elmi e lorica, dei quali uno indossa un cappello frigio e un altro tiene porta per un mano un bimbo ignudo, forse l’episodio di “Cupido portato a Didone”. Le figure hanno corpi massicci e muscolosi, con polpacci arrotondati ma delineati con delicatezza, e piedi allungati. Un confronto particolarmente calzante ci deriva invece dal piatto raffigurante la vicenda di Perillo, conservata all’Ashmolean Museum di Oxford (Inv. WA1947.191.263). Sovrapponibile morfologicamente e stilisticamente al nostro, mostra uguale impostazione decorativa nella sovrapposizione di più piani con zolle erbose di diversi colori interessate dalla presenza di ciottoli arrotondati e con ciuffi di erba appena accennati, ma anche lo stesso stile nel delineare le figure, come ad esempio i piedi allungati e arcuati con caviglie assottigliate e talvolta mostrati di fronte con le dita un poco aperte, la forma degli elmi e delle loriche e altro ancora. Timothy Wilson, che ha pubblicato l’opera, sottolinea la presenza di un emblema bipartito riferibile ad un servizio prodotto attorno agli anni quaranta per la famiglia Hörwart-Schellenberg, mercanti di Augsburg e Nuremberg con interessi commerciali in Italia: forse la credenza fu prodotta nel 1528 in occasione del matrimonio. Si tratta di una serie di piatti, circa una trentina, recanti questo emblema e conservati nei principali musei europei: tra questi il confronto con alcuni piatti conservati nell’Herzog Anton Ulrich Museum Braunschweig e pubblicati da Johanna Lesmann conferma l’attribuzione: si veda in particolare, oltre a quanto già detto dei personaggi, la stringente somiglianza con i paesaggi montuosi dello sfondo e con la città che si intravede sulla destra del piatto con “la morte di Virginia”, dietro l’emblema e un ampio tendaggio. Alt. cm 4,4, diam. cm 28, diam. cm 12,2