DA MERCANTE A Collezionista: CINQUANT'ANNI DI RICERCA PER UNA PRESTIGIOSA RACCOLTA

11 OTTOBRE 2017
Asta, 0220
94

Stefano Tofanelli

Stima
€ 12.000 / 18.000

Stefano Tofanelli

(Nave, Lucca 1752- Lucca 1812)

RITRATTO DI POETESSA

olio su tela, cm 99,5x75

 

L'inedito dipinto qui offerto è stato riconosciuto da Stella Rudolph come opera di Stefano Tofanelli in una comunicazione scritta alla proprietà (2005) e datato dalla studiosa nei primi anni Novanta del Settecento, il periodo cioè in cui l’artista lucchese si afferma a Roma sia come raffinato ed erudito pittore di storia che come ritrattista, richiesto in primo luogo da colleghi, intellettuali e artisti.

Tra le opere eseguite per i palazzi dell’aristocrazia romana ricordiamo innanzi tutto l’Apoteosi di Romolo dipinta per il cosiddetto Gabinetto Nobile in palazzo Altieri, alla cui decorazione in puro gusto Neoclassico parteciparono tra gli altri Antonio Cavallucci e Anton von Maron, nell’ambito dei lavori del nuovo appartamento che videro riuniti i maggiori talenti del momento sotto la direzione dell’architetto Giuseppe Barbieri.

Celebre l’autoritratto del pittore, effigiatosi insieme al padre e al fratello Agostino, accanto all’immagine dell’amico e maestro Bernardino Nocchi, dipinto nel 1783 e conservato al Museo di Roma a palazzo Braschi, come pure quello dello scultore Christopher Hewetson nell’atto di scolpire il busto-ritratto di Gavin Hamilton (Colonia, Wallraf-Richartz-Museum), e ancora quello dello scultore Carlo Albacini conservato all’Accademia di San Luca.

È appunto in qualità di ritrattista che Tofanelli sarà chiamato a ricoprire una posizione ufficiale alla corte lucchese di Elisa Bonaparte Baciocchi a partire dal 1805.

Il dipinto qui offerto, la cui committenza rimane per il momento ignota, presenta il contrasto tra la veste e gli attributi classicheggianti della figura e il relativo naturalismo del volto, che ci conferma trattarsi appunto di un ritratto e non di semplice figura ideale.

La corona di alloro che le cinge il capo e la lira da braccio qualificano la giovane donna come Erato, Musa della Poesia: la nostra figura si aggiunge quindi a quella ideale galleria di poetesse, letterate e erudite che a Roma trovano spazio e riconoscimento nell’Accademia dell’Arcadia, e i cui tratti ci sono tramandati da vari artisti contemporanei che le ritraggono, sebbene idealizzate, nelle vesti classicheggianti che l’incipiente Neoclassicismo riporta alla moda.

Tra queste, la più famosa è senza dubbio la poetessa lucchese Teresa Bandettini, in Arcadia Amarilli Etrusca, ritratta da Angelica Kauffmann e da Gaspare Landi, appunto con gli stessi attributi che caratterizzano la nostra ignota poetessa.