Arte Moderna e Contemporanea

12 GIUGNO 2017

Arte Moderna e Contemporanea

Asta, 0208Part 2
MILANO
Centro Svizzero
via Palestro, 2
Lotti 200-378
ore 15.30
Esposizione
MILANO
8 Giugno 10-18
9 Giugno 10-19
10 Giugno 10-19
11 Giugno 10-19
milano@pandolfini.it 

Per Informazioni e Commissioni Scritte e Telefoniche:

Dal 8 Giugno al 13 Giugno 2017 | Centro Svizzero
Tel. +39 02 873 92 634 /  +39 02 763 20 328
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Glauco Cavaciuti
glauco.cavaciuti@pandolfini.it
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Stima   500 € - 90000 €

Tutte le categorie

31 - 60  di 178
233

RENATO GUTTUSO

(Bagheria 1912 - Roma 1987)

Autunno a Velate

olio su tela, cm 74x92,5

sul retro: firmato e datato

eseguito nel 1961

 

Provenienza

Galerie Welz, Salisburgo

Mobilio, Milano

Galleria d’Arte La Nuova Pesa, Roma

Collezione Pietro Barilla, Parma

 

Esposizioni

Renato Guttuso, Parma, Palazzo Pilotta, 1963-1964, ivi ripr. n.173, tav. 88b

 

Bibliografia

Enrico Crispolti, Catalogo Ragionato Generale dei dipinti di Renato Guttuso, Milano 1984, vol. II, tav. 61/108, p. 230           

 

 

Come nel ciclo dei Tetti di Roma, nell’opera che oggi presentiamo si legge l’intimo legame che lega l’artista al luogo raffigurato, Velate, un piccolo borgo medioevale immerso nel verde delle Prealpi, vicino Varese, a cui Guttuso dedicò negli anni più dipinti. Guttuso non seppe resistere al fascino di un angolo solitario dalla natura incontaminata, alla quiete di Velate che favoriva il raccoglimento interiore e la concentrazione indispensabili per lavorare alle sue opere. Dal 1953 infatti (poco dopo il matrimonio con Mimise Dotti) egli era solito trascorrere i mesi estivi e il primo autunno a Velate, isolato nel suo “eremo” costituito da una grande villa quasi nascosta in un ampio giardino alberato, recinto da un’alta siepe.

Contestualizzando il luogo e il legame di Guttuso con esso meglio si apprezzano le spezzature di piani, le campiture cromatiche e materiche, gli intrichi delle tegole e delle fronde degli alberi che creano un filone tematico inseritosi autorevolmente e con originalità nella storia delle vedute urbane. La particolarità dell'artista risiede nella straordinaria abilità con cui riesce a fondere l'eredità neorealista di Sironi e Carrà, con la nettezza e le squadrature tipiche del Cubismo di Picasso.

In Autunno a Velate lo schema bidimensionale dello spazio viene rotto con forza, costringendolo in una prospettiva quasi forzata che spinge in primo piano i tetti delle case. Questo lavoro di Renato Guttuso, in cui emergono in maniera sapiente alcuni elementi di reminiscenza dell’opera di Cézanne, è esemplificativo di un momento di svolta nella pittura e nella coscienza, non solo artistica, del Maestro. Superata ormai la polemica tra figurativo e astratto, questo dipinto, una veduta del paese di Velate, così caro al maestro, esprime nient’altro che la prepotenza del reale. Niente di metafisico, né tantomeno di spirituale: laico e pragmatico, Autunno a Velate di Renato Guttuso è un’immersione totale in quel Realismo Esistenziale che dalla metà degli anni Cinquanta contraddistingue la produzione dell’artista.                                                              

Stima 
 € 25.000 / 40.000
240

 

GIORGIO DE CHIRICO

(Volos 1888 - Roma 1978)

Vita silente

olio su tela, cm 46x56

firmata in basso

eseguito nella prima metà degli anni Quaranta

L’opera è accompagnata da autentica della Fondazione Giorgio e Isa de Chirico con il n. 003/01/17 OT

 

Provenienza

Galleria Falsetti, Prato

Ivi acquisito dall’attuale proprietà

 

La natura morta ha nella lingua tedesca e nell’inglese un altro nome, molto più bello e molto più giusto. Questo nome è: Still leben, e: Still life: “vita silenziosa”. È un quadro, infatti, che rappresenta la vita silenziosa degli oggetti e delle cose, una vita calma, senza rumori e senza movimenti, un’esistenza che si esprime per mezzo del volume, della forma, della plasticità.

In realtà gli oggetti, la frutta, le foglie sono immobili, ma potrebbero essere mossi dalla mano umana, o dal vento. Le nature morte rappresentano le cose che non sono vive nel senso del movimento e del rumore, ma che sono legate alla vita degli uomini, degli animali e delle piante; queste cose stanno sulla terra, su questa terra che respira intensamente la vita che è piena di rumori e di movimento. […]Cambiamo il nome di natura morta che è stato dato in un momento di ispirazione profetica ai quadri raffiguranti cose e oggetti. Chiamiamo queste pitture: “vite silenti”, come si chiamano in tedesco ed in inglese.

Forse questo nuovo nome aiuterà ad abolire la sinistra profezia che oggi si è talmente avverata.

 

La Natura secondo de Chirico, catalogo mostra a cura di A. Bonito Oliva, Palazzo delle Esposizioni, Roma 9 aprile – 11 luglio, 2010, pp. 279-280.

Stima 
 € 50.000 / 70.000
Aggiudicazione  Registrazione
260

MARINA APOLLONIO

(Trieste 1940)

Dinamica Circolare 6RR3

nitro su perspex, meccanismo rotatnte, cm 50x50, diametro cm 40

sul retro: firmato, titolato e datato

eseguito nel 1966

L’opera è accompagnata da autentica dell’artista su fotografia

 

Esposizioni

Marina Apollonio, 10 A.M.ART Gallery, Milano 10 gennaio - 11 aprile 2015, ivi ripr. p. 106

 

Marina Apollonio nata a Trieste nel 1940 è un'artista italiana, considerata a ben vedere, una delle figure più rappresentative del movimento Ottico - Cinetico internazionale. Figlia del teorico e critico d’arte Umbro Apollonio e di Fabiola Zannini, cresce in un ambiente artistico stimolante.

Dopo aver concluso gli studi superiori, frequenta i corsi di pittura del professor Giuseppe Santomaso all'Accademia di Belle Arti di Venezia e si dedica alla progettazione di industrial graphic design e a soluzioni di architettura per interni.

Nel 1962 inizia la sua ricerca sulla percezione e la comunicazione visiva, realizzando i primi rilievi metallici a sequenze cromatiche alternate, nei quali sfruttando le proprietà di materiali industriali condivide assieme ad altri esponenti dell’Optical Art un’intenzionale visione depersonalizzata, in opposizione al concetto di astrazione espressiva. Sfruttando nella sua opera gli esperimenti di Gibson, Purdy e Lawrence l’artista crea delle condizioni stimolanti tali che lo spettatore tende ad affermare di essere in presenza non di una superficie, ma di una realtà che si sviluppa in profondità.

 

Dopo aver lavorato a Parigi come progettista presso un importante studio di architettura, nel 1964 torna in Italia e realizza i suoi primi “Rilievi metallici” a sequenze cromatiche alternate e le prime “Dinamiche Circolari”. Condivide con altri esponenti dell’Optical Art il desiderio di un’arte depersonalizzata, in opposizione al concetto di astrazione espressiva. Utilizza materiali industriali moderni, per creare strutture calcolate che nella visione dello spettatore si trasformano in spazi dinamici e fluttuanti. È in questo periodo che conosce Getulio Alviani. Esordisce alla collettiva organizzata presso il Centro d’Arte il Chiodo a Palermo, vincendo il primo premio.Dal 1965 è parte integrante dei movimenti storici dell’Arte Ottico - Cinetica; gravita intorno al Gruppo N di Padova ed al Gruppo T di Milano condividendone sia gli intenti delle ricerche, che la scelta dei materiali. Scambia le sue idee con Getulio Alviani, Dadamaino e gli altri esponenti di Azimuth, conosce molto bene il GRAV, il Gruppo Zero e Nova Tendencija tanto da partecipare a Nova Tendencija 3, mostra Internazionale svoltasi nello stesso anno alla Galerija Suvremene Umjetnosti, Galleria d’Arte Contemporanea, Museo dell’Arte, Zagabria.

Nel 1965 partecipa ad una collettiva con altri esponenti del movimento internazionale Nova Tendencija 3, al quale lei stessa aderisce, presso la galleria Suvremene Umjetnosti di Zagabria. In quell’anno è tra i protagonisti dell’importante mostra “Aktuel ’65” alla Galerie Aktuel di Berna e, insieme a Getulio Alviani e Paolo Scheggi, dell'esposizione “Oeuvres Plastiques et Appliquèes” alla Galerie Smith di Bruxelles.71

 

Numerose sono in seguito le personali tra le quali quelle alla Galleria Il Cenobio di Padova (1967), alla Galleria Sincron di Bergamo (1968), alla Galerie Historial di Venezia (1970) e alla Galleria Method di Vigevano (1975). La ricerca plastica dell’artista indaga le possibilità fenomeniche di forme e strutture elementari. Su questa base l’azione si svolge con assoluto rigore in un rapporto diretto tra intuizione e verifica su un sistema matematico. Scelta una forma primaria, quale ad esempio il cerchio, l’artista ne studia le possibilità strutturali per renderla attiva cercando il massimo risultato con la massima economia. Tutto ciò non è contaminato, ovviamente, da elementi di ordine soggettivo, perché l’intenzione è quella di perseguire una precisa funzione comunicativa a livello visuale.

 

Dal 1975 Marina Apollonio realizza opere basate sul rapporto ortogonale di linee parallele colorate, verticali e orizzontali su fondo nero, esposte poi assieme ad altre nella personale del 1979 alla Galleria Arte Struktura di Milano. La sua attività è particolarmente intensa, sia in Italia che all’estero, fino agli inizi degli anni ’80, quando decide di dedicarsi allo studio e alla ricerca. Nel 1981 inizia a dedicarsi alla tessitura, esponendo i suoi lavori al Laboratorio Artivisive di Foggia e successivamente, nel 1983, alle mostre “Morbide & Trame”, presso la Civica Galleria d’Arte Contemporanea di Foggia e “Testi Tessili”, presso la lib reria Il Monte Analogo di Roma.

Nel 2007 la Schirn Kunsthalle Frankfurt le commissiona l’opera Spazio ad Attivazione Cinetica 1967-1971/2007, un disco rotante di dieci metri, collocato nella rotonda del museo per la mostra internazionale Op Art, dove espone al fianco dei maggiori esponenti dell’Optical Art tra cui Victor Vasarely, Bridget Riley, Francois Morellet, Julio Le Parc, Gianni Colombo e Rafael Soto.

Partecipa ai maggiori eventi internazionali di arte Optical: la mostra “Optic Nerve. Perceptual Art of the 1960s” al Columbus Museum of Arts e “Bit International [Nove] tendencije - Computer und visuelle Forschung, Zagreb 1961-1973” , alla Neue Galerie di Graz.

Attualmente l’artista vive a Padova.

 

La poliedrica ricerca dell’artista sintetizza in modo semplice uno studio complesso, in bilico tra arte e scienza, rendendo lo spettatore protagonista di una visione spazio-temporale da lei minuziosamente programmata.

Il segno deciso e l’equilibrio tra gli opposti, soprattutto tra il bianco e nero, determinano un’iconicità tale da delineare il tratto distintivo dei suoi lavori e la loro assoluta riconoscibilità.

Stima 
 € 20.000 / 30.000
Aggiudicazione  Registrazione
31 - 60  di 178