Giovanni Antonio Canal, il Canaletto
(Venezia 1697 – 1768)
LE ISOLE DI SAN CRISTOFORO, SAN MICHELE E MURANO DALLE FONDAMENTA NUOVE
olio su tela, cm 140x157
Provenienza
Venezia, Semenzato, 12 dicembre 1998, n. 104; collezione privata.
Esposizioni
Canaletto prima maniera. A cura di Alessandro Bettagno e Bozena Kowalczyk. Fondazione Giorgio Cini, Isola di San Giorgio Maggiore, Istituto di Storia dell’Arte. 18 marzo – 10 giugno 2001, n. 43.
Bibliografia
B. Kowalczyk, in Canaletto prima maniera. Catalogo della mostra, Venezia 2001, p. 84, sub n. 40.
C. Beddington, ibidem, pp. 92-93, n. 43.
Questa straordinaria veduta lagunare comparve per la prima volta in occasione dell’asta veneziana del 1998, accompagnata in catalogo da una scheda di Lino Moretti e dal parere scritto di Egidio Martini, all’epoca il massimo esperto di Settecento veneziano.
Entrambi gli studiosi riferivano l’opera alla giovinezza del pittore e più precisamente alla seconda metà del terzo decennio del secolo, accostandola in particolare alla veduta di uguale soggetto nelle collezioni reali inglesi a Windsor Castle (cfr. W.G. Constable, Canaletto. Giovanni Antonio Canal 1697-1768, Oxford 1962, n. 365). Esami più recenti hanno consentito di catalogare come copia l’esemplare inglese (non proveniente dalla collezione del console Smith) e di riconoscere come versione principale la tela ora a Dallas, Museum of Art (W.G. Constable, J.G. Links, Canaletto. Giovanni Antonio Canal 1697-1768. A revised edition, Oxford 1989, II, n. 365 a).
È stata appunto la mostra veneziana, dove la nostra veduta era esposta accanto alla versione nel museo americano (n. 40) e nell’ambito di un più ampio contesto dedicato alla giovinezza di Antonio Canal, a confermare l’autografia di entrambe le vedute collocandone l’esecuzione nel 1722-23 in relazione alla cronologia accertata o plausibilmente ipotizzata per le altre opere esposte in quell’occasione.
Quasi identiche per dimensioni, oltre che nella topografia e nelle figure che ne animano il primo piano, le due versioni differiscono tra loro nei valori cromatici: l’atmosfera chiara e luminosa della tela di Dallas, dove la rampa in ombra sul primo piano inquadra ed esalta le acque azzurro-grigio della laguna, si arrossa drammaticamente nei toni bruni del nostro dipinto, dove una luce corrusca getta bagliori imprevisti sulla facciata della chiesa di San Cristoforo.
Probabile scelta di stile nella parte superiore del dipinto, la dominante bruna del primo piano – in particolare sulla rampa del ponte della Panada, sul lastrico delle Fondamenta Nuove e sulle figure – è dovuta allo stato incompiuto dell’opera, dove tali elementi risultano appena tratteggiati sulla preparazione scura.
Impossibile accertare i motivi per cui l’esecuzione di questa insolita veduta fu abbandonata dal giovane pittore, né sapere se questa versione segua o preceda quella di Dallas. Il dipinto qui presentato si conferma in ogni caso di estremo interesse nel rivelarci i procedimenti esecutivi del giovane Canaletto.