Dipinti Antichi e Dipinti dei secc. XIX-XX

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Cerchia di Angelo Caroselli, sec. XVII

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Cerchia di Angelo Caroselli, sec. XVII
BACCO EBBRO
olio su tela, cm 51x45
 
Il dipinto è corredato da parere scritto di Pierluigi Carofano, Pisa, 30 luglio 2012
 
“Il dipinto raffigura Bacco ebbro coronato di pampini, acini di uva come pendenti, impostato secondo un taglio ed una modalità tipicamente caravaggesche. La figura a mezzo busto, il chiaroscuro accentuato, il ghigno beffardo di Bacco, la bocca carnosa: tutto rimanda alla cultura degli emuli delle ‘scene di genere’ di Caravaggio, con un ricercato parossismo che indirizza quest’opera, così singolare nel suo genere, verso la produzione del ‘negromantico’ Angelo Caroselli, il tutto, tuttavia, stemperato dallo studio del tenebrismo di marca nordica alla Baburen.
Osservando questo Bacco vengono in mente opere di Caroselli come la Scena di stregoneria già presso l’antiquario Canesso (cfr. Un modello inédit de Tanzio da Varallo. Acquisition récentes, a cura di V. Damian, Paris 2003, pp. 24-25) o la notissima Vanitas (Roma, Galleria Nazionale d’Arte antica di Palazzo Barberini), dove l’espressione dei volti è come stravolta dall’eccesso di verità di rappresentazione emotiva dei protagonisti. Lo stesso effetto possiamo coglierlo nel volto del Bacco, ammiccante e in qualche modo conturbante nello sguardo lascivo, a contrasto con la resa veramente strepitosa dei pampini, di un pittore di natura morta.
Come è noto, la personalità di Angelo Caroselli, artista di livello nella Roma di primo Seicento, manca ancora di una ricostruzione complessiva. Agli studi iniziali di Hermann Voss, di Roberto Longhi e Benedict Nicolson, si sono succeduti contributi parcellizzati, tesi soprattutto ad indagare le complesse allegorie di molti suoi dipinti. Tuttavia, gli studi hanno accertato che a partire dagli anni ’30 del Seicento, Caroselli godette di una fama straordinaria e gli fu chiesto di replicare molte sue opere. Per questo motivo egli si affidò ad una bottega piuttosto ampia e articolata che lavorava su suoi modelli (cfr. F. Cappelletti, Angelo Caroselli, in I Caravaggeschi. Percorsi e protagonisti, a cura di A.Zuccai, Milano 2010, II, pp. 345-349).
Credo che questo Bacco, databile intorno al 1630, rientri proprio in questa tipologia di produzione di ‘ambiente caroselliano’ in cui è la mano del maestro si mescola con quella dei collaboratori".