Dipinti Antichi

15 OTTOBRE 2013
Asta, 0058
67

Andrea di Giovanni da Murano

Stima
€ 15.000 / 20.000
Aggiudicazione  Registrazione
Andrea di Giovanni da Murano
(documentato a Venezia dal 1463- Castelfranco Veneto 1512)
MADONNA ADORANTE IL BAMBINO
tempera su tavola parchettata, cm 32,8x26,4
alcuni restauri
 
Provenienza: già vendita G. von Hallmann 12 giugno 1918, Berlino (da un’annotazione sul cartone di una foto conservata presso il Kunsthistorisches Institut di Firenze)
 
Corredato da parere scritto di Andrea de Marchi
 
L’opera qui presentata è stata ricondotta dallo studioso all'artista veneto Andrea di Giovanni da Murano grazie ad alcuni caratteri distintivi del pittore come “l’effetto di pittura sbalzata, il taglio forte delle palpebre, i lacrimatoi marcati da lustri soffusi, lo scorcio tagliente della narice o il risalto delle labbra increstate” della Madonna e “la contrazione nervosa del gesto, nelle ombre bronzate sulla carne pienotta o nell’esuberante capigliatura a riccioli inanellati” del Bambino.
Andrea di Giovanni da Murano è documentato a Venezia dal 1463 e probabilmente la sua formazione è da ricondursi a un sodalizio con Bartolomeo Vivarini benchè l’artista dimostri anche un diretto confronto, tra settimo e ottavo decennio, con Giovanni Bellini. L’insistito sbalzo di volumi della nostra tavola richiama infatti la pittura più disegnata di Bartolomeo anche se la tenerezza sentimentale mostra l’ammirazione per le invenzioni di Bellini, come emerge anche dal confronto con la Madonna col Bambino Davis del Metroplitan Museum. Come nella Madonna Davis si ripete nel nostro dipinto l’iconografia, peraltro molto frequente in laguna, della Madonna che a mani giunte adora il Bambino, rappresentato vestito con un corto abitino cinto alla vita e sul petto. Per le analogie compositive e per la rappresentazione del Bambino nudo e assopito, presagio della morte, vanno citati due dipinti di Andrea da Murano quali la Madonna conservata presso il Princeton University art Museum e il frammentario dipinto del Museo di Castelvecchio di Verona.
Caratteristiche quali la “tensione contratta e lo sbalzo metallico” del dipinto hanno portato inoltre lo studioso ad un accostamento con il trittico di San Pietro Martire a Murano (databile dopo il 1477-78) e quindi ad una proposta di datazione attorno al nono decennio, nel passaggio tra l’attività lagunare e il definitivo trasferimento del pittore a Castelfranco nel 1485.
 
Bibliografia di confronto: A. De Nicolò Salmazo, Per una ricostruzione dela prima attività di Andrea da Murano, in "Saggi e memorie di storie dell'arte", X, 1976, pp. 9-29; F. Zeri, A Note on Andrea da Murano, in "The Art Quarterly", 1968, ried. in Giorno per giorno nella pittura. Scritti sull'arte dell'Italia settentrionale dal Trecento al primo Cinquecento, Torino 1988