Dipinti Antichi

15 OTTOBRE 2013
Asta, 0058
173

Abraham-Louis Ducros

Stima
7.000 / 9.000
Aggiudicazione  Registrazione
Abraham-Louis Ducros
(Moudon 1748- Losanna 1810)
IL VESUVIO DA CASTELLAMMARE
penna e inchiostro di china, acquarello e tempera su fogli di carta uniti e incollati su tela, cm 77x117
 
Obbligato a lasciare Roma a causa dei disordini seguiti a una insurrezione antifrancese nel gennaio 1793, Ducros si trasferì a Napoli nell’estate di quell’anno avendo lasciato nella Città eterna, affidati all’architetto Asprucci, il contenuto del suo studio e i materiali raccolti in oltre quindici anni di lavoro in Italia. A Napoli, dove si era recato una prima volta nel 1778 nel corso di un lungo viaggio nel Regno delle due Sicilie, l’artista svizzero rinnovò i contatti con Sir William Hamilton, che già nel 1791 aveva acquistato suoi acquarelli e con il ministro John Francis Edward Acton, per il quale sembra eseguisse un numero così elevato di paesaggi e vedute da arredare un’intera stanza. Almeno sei di queste opere di grande formato, tra cui quelle raffiguranti il varo di una nave nel cantiere di Castellammare, da poco terminato e la villa di proprietà del ministro affacciata sul golfo sono oggi identificate.
Sebbene la provenienza del nostro dipinto, inedito e non replicato, non sia documentata, non c’è dubbio che esso sia stato eseguito in relazione all’esplorazione di Castellammare e dei suoi pittoreschi dintorni compiuta nel 1794-95. E’ quello infatti il punto di vista di questa veduta, che al di là del bosco inquadra il golfo con l’isolotto fortificato di Rovigliano, la pianura alla foce del Sarno e, sullo sfondo, il Vesuvio. Il complesso monastico sulla riva del mare compare, inquadrato a distanza, nella Veduta di Villa Acton a Castellammare un tempo a Londra presso Hazlitt, firmata e datata del 1794 (In the Shadow of Vesuvius. Views of Naples from Baroque to Romanticism 1631-1830, Napoli 1880, pp. 119-20; ill. p. 90) tanto da far supporre che il nostro punto di vista sia il “bosco” appena a destra della villa. Anche l’inquadratura romantica della veduta al di là del fogliame, così diversa dal taglio ampio e disteso dei suoi soggetti romani, appare tipica dell’ultimo periodo italiano di Ducros.
Probabilmente di invenzione il parapetto che in primo piano racchiude una sorta di belvedere animato dalle figurine; queste sono aggiunte, come di consueto, dalla mano di un collaboratore non identificato, forse dopo il ritorno dell’artista a Losanna, nel 1807 e l’apertura di una accademia che operò fino alla sua morte improvvisa nel 1810.