Importanti Maioliche Rinascimentali

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ORCIOLO BIANSATO

€ 10.000 / 15.000
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ORCIOLO BIANSATO

Montelupo, 1470-1480

 

Maiolica decorata in policromia con blu, bruno violaceo, verde e giallo ocra su fondo a smalto stannifero bianco crema

alt. cm 23; diam. bocca cm 10,4; diam. piede cm 10,6

Sotto le anse è delineata una marca con il segno della “scala”

Sotto la base etichetta di spedizione da Parigi stampata con dattiloscritto “C. HUMPHRIS n. 3”, che copre un’altra etichetta. Sotto la base numeri rossi di collezione “L.37.30.75” e “L.1660.75

 

Sbeccature d’uso al piede e alle anse; consunzione all’orlo

 

Corredato da attestato di libera circolazione

 

Earthenware, covered with a creamy-white tin glaze and painted in blue, manganese purple, green, and ochre yellow

H. 23 cm; diam. 10.4 cm; foot diam. 10.6 cm

Below each handle, ‘ladder mark’ (painted)

Shipping paper label from Paris typewritten with ‘C. HUMPHRIS n. 3’, covering another collection label; on the bottom, collection numbers in red: ‘L.37.30.75’ and ‘L.1660.75’

 

Wear chips to foot and handles; wear to rim

 

An export licence is available for this lot

 

Il vaso ha corpo ovoidale con larga imboccatura dall’orlo piano ed estroflesso che scende in un collo basso e troncoconico. Il piede è a base piana con un accenno di orlo. Dalla spalla, appena sotto il collo, si distaccano due anse a nastro appena incavato, che scendono fino alla parte più prominente della pancia.

La decorazione del collo vede un sottile nastro di colore verde, profilato di blu, che orla una fascia con una serie continua di segni blu a virgola alternati a sottilissime puntinature in manganese: un nastro giallo separa il collo dal corpo. Qui la decorazione mostra due ritratti di profilo racchiusi entro medaglioni circolari incorniciati da fasce concentriche di colore verde e giallo, e da una più larga a tratti blu con puntinature in manganese. I profili sono circondati da una riserva che ne segue la forma, le campiture vuote sono riempite da piccoli fiori multipetalo e da decori fitomorfi. Il ritratto maschile indossa un copricapo a punta, mentre quello femminile ha un fazzoletto annodato attorno al capo. La parte restante del corpo del vaso è decorata da larghe girali fitomorfe con foglie alternate a piccoli fiori e a sottili elementi a tratteggio. Sotto l’attacco delle anse compare una marca con il segno della “scala”.

Numerosi gli esempi di vasi di questa foggia in ambito montelupino a partire dalla metà del XV fino agli inizi del secolo XVI.

Le forme sono attestate con decori di derivazione orientale, “a zaffera”, cioè dominati da elementi vegetali realizzati in blu cobalto, “a palmetta persiana” o “in azzurro prevalente”, cui appartiene il decoro qui scelto, definito da Fausto Berti come “floreale a girali”, spesso utilizzato nelle forme aperte, ma testimoniato anche in quelle chiuse.

I contesti di scavo di Montelupo hanno restituito reperti databili agli anni Sessanta del ’400, anch’essi caratterizzati dal segno della scala.

Si tratta comunque di esempi relativi alla fase di transizione verso i motivi rinascimentali, durante la quale l’influenza orientale è ancora sentita, ma viene sempre più spesso trasformata e adeguata al gusto dell’epoca, orientandosi verso decori di gusto già gotico, per arrivare all’abbandono della tavolozza fredda.

Berti, pubblicando un boccale con ritratto femminile assai simile al nostro, afferma che la forte fisicità del ritratto richiama certe raffigurazioni femminili dell’epoca, ma spiega anche che nel caso in cui il pittore avesse voluto raffigurare alcune caratteristiche più “naturalistiche” del soggetto, quali ad esempio i capelli che escono fluenti dal copricapo, ne sarebbe risultato comunque un ritratto da inserire nell’uso amatorio, caratteristico della produzione ceramica dell’epoca. La marca, già studiata da Galeazzo Cora, è attestata a partire dal 1380 e per tutto il ’400, con particolare concentrazione negli anni Quaranta del secolo.

Un esemplare proveniente da una collezione privata con caratteristiche morfologiche e decorative simili, ma privo dei medaglioni con ritratti, che presenta analogie stilistiche e cromatiche nella resa dei fiori trilobati dipinti in manganese, è stato esposto a una mostra svoltasi a Brescia.

Il nostro vaso fu pubblicato da De Ricci, con attribuzione “alla ben nota farmacia di Santa Maria della Scala di Firenze”, come facente parte della collezione Mortimer Schiff e proveniente dalla raccolta Sigismond Bardac.

Il vaso entrò a far parte dell’attuale collezione nel 1970 tramite acquisto dall’antiquario Humphris di Londra, che definiva l’esemplare come opera fiorentina della metà del secolo XV, proveniente dalle collezioni Sigismond Bardac, quindi Mortimer Schiff e infine Bak. Nella pubblicazione di Cora il vaso è dichiarato come parte della collezione Jean-George Rueff. Dal 1917 al 1919 e poi dal 1937 al 1941 il vaso è stato esposto al Metropolitan Museum of Art di New York.