DIPINTI ANTICHI: DAI FONDI ORO ALLE VEDUTE SETTECENTESCHE

Il prossimo 21 dicembre Pandolfini chiuderà l’anno, dodici mesi intensi di appuntamenti che hanno riservato risultati importanti, alcuni attesi, altri, invece, piacevoli sorprese, con la vendita di Dipinti Antichi, una selezione di opere dal Quattro all’Ottocento.

Seguendo il filo cronologico apriamo queste segnalazioni con SAN ANTONIO ABATE e SAN GIOVANNI BATTISTA, una coppia di tavolette dipinte a tempera e oro che costituivano le cuspidi di un polittico non identificato, da tempo riferite a Giovanni di Consalvo, generalmente identificato con il Maestro del Chiostro degli Aranci presso la Badia fiorentina. Da tempo assenti dal mercato, queste rare opere attribuibili al maestro attivo a Firenze nei pressi di San Domenico di Fiesole nel 1435 sono offerte a 40.000/60.000 euro.

Passiamo al Cinquecento con il pittore cremonese Andrea Mainardi detto il Chiaveghino, autore di MOSTRA DI VERDURA E FRUTTA CON FIGURE, stimata di 50.000/80.000 euro. La tela costituisce un unicum nel catalogo dell’artista a cui è stato ricondotto per l’evidente legame con la produzione di Vincenzo Campi, di cui secondo i biografi dell’epoca fu allievo,  e in particolare con la notissima Fruttivendola di Brera, che alla data del 1580 circa costituisce uno degli incunaboli della natura morta italiana.

E costituisce un unicum nel corpus del Cavalier d’Arpino, Giuseppe Cesari, la SACRA FAMIGLIA IN UN PAESAGGIO, un soggetto che declinò con sottili varianti e in modi diversi. Quest’opera, unica anche per le dimensioni e il supporto, la tela, inedita e mai replicata è in catalogo con la valutazione di 70.000/120.000 euro.

Per il Seicento segnaliamo una grande tela di Scuola emiliana raffigurante la Maddalena, che è proposta a 12.000/18.000 euro. Per questi due secoli ricordiamo anche un gruppo di ritratti milanesi nell’ambito di Daniele Crespi, e tele dei maggiori autori del Seicento fiorentino. Di sicuro interesse per il collezionismo fiorentino è un’opera realizzata a Venezia ma documentata nella collezione fiorentina dei marchesi Gerini: il TRASPORTO DI CRISTO AL SEPOLCRO, del pittore tedesco Carlo Loth, l’opera è stimata 6.000/8.000 euro.

Per il Settecento segnaliamo l’affascinante NATURA MORTA CON TROMPE-L’OEIL, firmato “AC” sulla lettera in basso a destra della composizione da Carlo Cioci, e la rara veduta ispirata al lago di Averno dipinta da Thomas Jones ancor prima di venire in Italia, le due opere valutate rispettivamente 20.000/25.000 euro e 12.000/18.000 euro.