Asta PASSIONE DI UNA VITA: UNA SELEZIONE DI VINI PREGIATI DALL’ENOTECA MARCUCCI | 8 ottobre 2015

8 ottobre 2015 | ore 14.30
 

PASSIONE DI UNA VITA

UNA SELEZIONE DI VINI PREGIATI DALL’ENOTECA MARCUCCI

Firenze, Stazione Leopolda

 

Pandolfini quest’anno si presenta alla Stazione Leopolda di Firenze con una vendita di Vini Pregiati e da Collezione, un evento di assoluto prestigio in cui sarà presentata una ricca selezione di vini provenienti direttamente dalla cantina dell’Enoteca Marcucci di Pietrasanta.

Grazie al successo ottenuto negli scorsi anni e al rapporto consolidato con L’Espresso e Pitti Immagine, l’asta di ottobre è divenuta un appuntamento fisso per gli appassionati del settore ed insieme alle vendite di dicembre e marzo, rappresenta per i collezionisti un’occasione da non perdere sia per l’assortimento delle bottiglie usualmente proposte che per le stime allettanti.

Divenuto tradizione, l’evento si svolgerà in occasione dell’uscita de Le Guide de L’Espresso in collaborazione con Pitti Immagine e con il patrocinio del Comune di Firenze.

La mattina dell’8 ottobre verranno presentate nella prestigiosa location le nuove Guide de L’Espresso 2016 con successiva degustazione dei vini premiati.

Alle ore 14.30 dello stesso giorno si terrà l’asta che prevede 180 lotti suddivisi in vini italiani e francesi.

Il catalogo, interamente dedicato ai vini dell’Enoteca Marcucci, offre un’ampia selezione di vini provenienti direttamente dalla sua cantina. Per questa importante occasione lo stesso Michele Marcucci, patron dell’enoteca, ha personalmente selezionato una serie di bottiglie con annate e formati particolari, di difficile reperibilità sul mercato, conservate nella storica cantina dell’enoteca fino al momento della vendita.

 

La ricca selezione di vini francesi prevede un’ampia sezione dedicata alla Borgogna: tra i lotti presenti segnaliamo le numerose bottiglie del  Domaine Ponsot, tra tutti il lotto 101 e il 113, i Puligny-Montrachet del Domaine Leflaive e quelli del Domaine Boillot.

Anche la sezione dedicata allo Champagne vede numerose Maison di eccezione, come Jacques Selosse e le sue splendide bottiglie sia nei formati speciali che in quelli tradizionali - lotto 154 e 156 -  quelle di Bollinger, i Krug Vintage e i Dom Perignon.

Ricordiamo anche la sezione dedicata ai Bordeaux con lo Château Mouton Rothschild del 2000 nel formato speciale di 5 litri e la Magnum di Château Haut-Brion del 1982.

Anche la sezione dedicata all’Italia è particolarmente ricca di bottiglie di pregio, ricordiamo i vini di Gaja e i Baroli di Bartolo Mascarello per il Piemonte.

Per la Toscana sono presenti una selezione di Ornellaia e di Solaia, nonchè alcun lotti di Masseto - lotto 27 e lotto 28. Ricordiamo infine la bottiglia doppia Magnum di Sassicaia del 1992 - lotto 62 – e la selezione del 2008 presentata al lotto 37.

Per preservare lo stato di conservazione, le bottiglie non verranno esposte, ma saranno conservate nella nostra cantina. Si invitano i futuri acquirenti a richiedere ai nostri esperti un report dettagliato sulle condizioni di ciascun lotto. Su appuntamento è possibile vedere le bottiglie nella nostra cantina di Borgo degli Albizi 26.

 

L'ENOTECA MARCUCCI

Come si legge nella presentazione del catalogo la storia dell’Enoteca Marcucci è nella tradizione: quella della sua terra, la Toscana. L’enoteca è oggi incastonata nelle piccole strade della sua Pietrasanta, adagiata tra le cave di marmo delle Alpi Apuane e il mare. La sua storia è però soprattutto una storia di famiglia, è nata e cresciuta attraverso la passione e l’amore dei Marcucci che continuano con dedizione a portare avanti una realtà sempre più radicata e vivace.
Parlando con Michele Marcucci, il deus ex machina dell’Enoteca, si è venuti a conoscenza che iniziò nella bottega che vendeva vini dei nonni Elia e Cecco, coadiuvati da Giuseppe che, terminato il lavoro in banca, dava un aiuto ai genitori. Michele Marcucci ricorda ancora come terminato l’anno scolastico, con suo fratello Simone cercassero di rendersi utili aiutando loro padre e i nonni nell’attività quotidiana.

La prima intuizione che segnò le future sorti dell’enoteca fu l’introduzione, ad opera di Giuseppe, di liquori e vini, in particolare francesi. Michele Marcucci racconta: «Il 1987 fu l’anno in cui io e mio fratello iniziammo a dedicarci pienamente agli “affari di bottega”,  e chiedemmo al cugino architetto Giulio Lazzotti di progettare l’attuale enoteca.

I piatti che iniziammo a proporre consistevano in piccoli assaggi di salumi e formaggi, per rendere più gradevole la degustazione dei vini; nel frattempo mia madre Franca, maestra elementare, preparava le prime zuppe di verdura, piatti che segneranno uno dei connotati più caratterizzanti dell’enoteca. Due anni dopo mio padre Giuseppe andato in pensione, decise di creare il grande orto dell’enoteca sulle colline di Pietrasanta, dal quale ancora oggi attingiamo le materie prime per cucinare i piatti della tradizione locale: la Pappa al Pomodoro, la Zuppa di Farro, la Zuppa del Sole, il Gran piatto di bieta, il Gran piatto di fagioli. Quindi fece ristrutturare un antico camino che si trovava in una delle stanze dell’enoteca, dove oggi, ogni sera, vengono grigliate quelle che io amo chiamare le bistecche cubiche, per la particolare modalità con cui vengono girate e rigirate sulla griglia. E’ da quel momento che l’Enoteca iniziò a proporre una serie di piatti completi, dagli antipasti ai dessert. La necessità ora era quella di coordinare la gestione della qualità: fu mio fratello Simone a dedicarsi totalmente alla scelta e al rapporto con i fornitori e ad occuparsi dell’attività amministrativa. Nel frattempo cresceva la mia passione per i grandi vini francesi, nata durante le mie visite in Borgogna. Decidemmo allora di restaurare la cantina del ‘700 che si trova nel palazzo dell’attuale ristorante. Fecero il loro ingresso i Premier Cru di Bordeaux e i Grand Cru di Borgogna. Grandi furono gli ostacoli e le preoccupazioni che io e la mia famiglia dovemmo superare per arrivare sino ad oggi, oggi che l’Enoteca vanta una clientela internazionale di prim’ordine. Per questo ringrazio i miei genitori per aver aiutato e per aiutare ancora oggi me e mio fratello nel locale che noi chiamiamo ancora “la nostra bottega”».