Importanti mobili, arredi e oggetti d'arte

Un’asta, due giornate, tre cataloghi: così si concentra l’attività dei dipartimenti di “antico” di Pandolfini per la sessione primaverile 2015.
A palazzo Ramirez-Montalvo il 21 e 22 aprile saranno battuti circa 400 lotti: 80 descritti nel catalogo di Dipinti Antichi, 70 in quello dei Dipinti del XIX secolo e 250 nel catalogo dedicato agli arredi nella loro eterogeneità.
Fil rouge di queste giornate di vendita sono gli arredi di una dimora veneta che, suddivisi per appartenenza nei tre cataloghi, hanno il nucleo centrale di circa 120 lotti in quello della vendita di mobili, argenti e oggetti d'arte.


22 aprile 2015

Focus dell’asta di Arredi è, per qualità e numero di lotti, il nucleo di mobili e arredi provenienti da una dimora veneta.
Fra questi in evidenza una coppia di grandi specchiere veneziane in legno intagliato e dorato con applicazioni in vetro verde smeraldo della fine del secolo XIX, della manifattura di Michelangelo Moisé Guggenheim.
Michelangelo Guggenheim (Venezia 1837 - ivi 1914)  fu antiquario, imprenditore, collezionista, progettista di allestimenti e oggetti d’arte decorativa, promotore dell’istruzione artistico-industriale e direttore di numerosi cantieri di restauro. Un confronto diretto con la coppia di specchiere presentate in asta può essere istituito con gli arredi del cosiddetto “Salotto dell'imperatore di Germania”, a Monza, realizzati nel 1890 dal Guggenheim e oggi conservati presso il palazzo del Quirinale.
I mobili di alta epoca comprendono, tra gli altri, un cassone veneto degli inizi del secolo XVI in legno dipinto a motivi fitomorfi nei toni dell'avorio e del rosso, centrato da stemma in campo azzurro. Questa ornamentazione si ritrova anche su un cassone, ora conservato presso il Museo Poldi Pezzoli di Milano, datato 1510.
Nella selezione di mobili del Settecento verrà presentata una coppia di cassettoni napoletani e un importante bureau-plat francese, in palissandro e bois de violette, firmato Migeon.
Pierre Migeon IV (Parigi 1696 - 1758), faceva parte di una famiglia di maestri ebanisti attivi a Parigi dalla prima metà del ‘600 alla seconda metà del ‘700. La sua attività, documentata sino dal 1721, è stata testimone di una imponente produzione dovuta alla richiesta di una selezionata clientela, fra cui membri della corte reale, esponenti del Parlamento e rappresentanti del mondo dell’alta finanza.
Infine tra le arti applicate sono da segnalare un importante albarello di Montelupo databile al 1480, in maiolica con decoro a “Foglia di prezzemolo” proveniente dalla collezione Imbert,  una coppia di bottiglie Castelli del secolo XVIII in maiolica policroma, un interessante nucleo di porcellane di manifattura Napoli, Ginori e Meissen, e una preziosa coppa inglese della metà secolo XIX in Blue John e bronzo dorato.
Rappresentativi della produzione Ginori sono una placca in porcellana bianca con raffigurazione dell’Inverno della seconda metà del XVIII secolo, derivata dai modelli di Soldani Benzi, e una caffettiera in porcellana bianca con manico dipinto a finto legno databile al primo periodo della produzione di Doccia.
Di particolare interesse anche una collezione di busti in marmo del secolo XVIII raffiguranti imperatori romani.