VASSOIO OVALE DA PARATA, PROBABILMENTE ANTONIO CONRADO, FRANCIA, NEVERS, 1620-1645 CIRCA
in maiolica dipinta in policromia, cm 50,8x63,5, alt. cm 5
A PROBABLY ANTONIO CONRADO OVAL CHARGER TRAY, FRANCE, NEVERS, CIRCA 1620-1645
Il grande vassoio ovale, su alto piede ad anello, mostra al centro un umbone ovale fortemente rilevato dal quale si dipartono a rilievo quattro elementi a nastro disposti a raggera e centrati da mascheroni alternati con volto femminile e satiri urlanti. La balza è delimitata da una cornice rilevata da cui si diparte una tesa piana, breve, a sua volta incorniciata a rilievo da un motivo continuo a perlinature e da una bordura con decoro a baccellatura e frecce. L’umbone è dipinto con una scena istoriata raffigurante l’episodio biblico del Trionfo di Giuseppe (Genesi, 41): Giuseppe, nominato vice-re di Egitto, assiso sul carro del faraone trainato da alcuni schiavi attraversa la città preceduto da trombettieri e attorniato dalla folla acclamante. La scena è tratta puntualmente dalla xilografia di Bernard Salomon per la Quadrins Historiques de la Bible di Claude Paradin, pubblicata da Jean de Tourne a Lione nel 1553. Quattro riserve sagomate circondano l’ovale centrale e mostrano una fitta decorazione a grottesche che si ripetono anche sulla tesa. Le grottesche sono delineate con sicurezza e mostrano tutto il repertorio in uso all’epoca, già nella bottega urbinate dei Fontana e diffusa, con varianti, nelle botteghe ceramiche a partire dal 1560 circa. Gli animali fantastici si alternano a chimere, satiri, putti, uccelli, leoni, figure umane ed altro ancora, mentre piccoli cammei con scenette o figure simboliche completano il decoro. Il verso mostra al centro del piede una divinità fluviale che riversa acqua da un’anfora; il motivo dell’acqua si estende quindi a tutta la superficie, intervallata dal nuotare di delfini neri e da alcuni decori a nastro color ocra che delimitano il centro e che adornano la tesa con motivi a giglio, imitando a trompe l’oeil le forme urbinati che presentavano questi ornati a rilievo.
L’attribuzione alla bottega dei Conrado a Nevers deriva da un recente studio di Camille Leprince, che ha riconosciuto una serie di opere con caratteristiche morfologiche e decorative comuni. Tra queste il grande vassoio con scena istoriata analoga alla nostra, conservato al Louvre (Inv. n. 25), che mostra una mano assai simile nella realizzazione delle grottesche, con similitudini stilistiche anche nella stesura del medaglione centrale, ma con una differenza marcata nella stesura della figura al retro e ancora nella presenza della decorazione a rilievo attorno al piede del vassoio. Anche il grande vassoio ex Rothschild, recentemente transitato sul mercato internazionale (Christie’s, 12 ottobre 2023, lotto 243), che mostra anche la stessa scena istoriata, è molto calzante per morfologia, realizzazione delle grottesche e della figura al verso, anche se lo stile pittorico è simile, ma non uguale. Le diverse mani dei pittori si intuiscono nella stesura dei soggetti centrali, nel nostro caso più morbidi nei contorni, mentre le grottesche hanno caratteristiche decorative uniformi anche se con aggiunte minimali nella decorazione del nostro vassoio. Anche il vassoio con la raffigurazione della Raccolta della manna del Metropolitan Museum di New York (Inv. n. 27.97.26), recentemente pubblicato da Timothy Wilson, presenta forti somiglianze stilistiche con il lotto in oggetto sia nella stesura della scena centrale, sia nella realizzazione delle grottesche, sia nel dipinto in trompe l'oeil presente sul retro.
La questione di questi vassoi, tanto importanti e appariscenti al punto da essere tra le maioliche a “raffaellesche” raccolte dal Cardinal Mazzarino, come ci ricorda lo stesso Leprince nel suo saggio, non pare del tutto esaurita: restano infatti da riconoscere le personalità pittoriche attive nella manifattura, dove, come ben dimostra il nostro bacile, emergono caratteristiche stilistiche che vedono l’apporto di mani differenti, come ad esempio le nuvole a spirale, le grottesche o le figure dipinte al verso dei piatti. Si tratta comunque di opere importanti prodotte da una bottega ormai definita che, pur mantenendo le caratteristiche peculiari delle opere di ispirazione urbinate, se ne distacca per maniera e materia.
Provenienza
Parigi, Maurice de Rothschild (1881-1957);
confiscato dall'Einsatzstab Reichsleiter Rosenberg (ERR) o Commando Reichsleiter Rosenberg (inv. n. R 1293);
recuperato dalla MFAA, Monuments, Fine Arts and Archives e trasferita a Monaco (inv. n. 23/2);
restituito alla famiglia Rothschild il 19/09/1946;
Collezione privata
Bibliografia di confronto
J. Giacomotti, Catalogue des majoliques des musées nationaux, Parigi 1974, pp. 357-359 n. 1079;
C. Leprince, À propos d’un plat en faïence de Nevers, in ”Sèvres. Revue de la Société des Amis du musée national de Céramique”, n. 22, 2013, pp. 18-25;
T. Wilson, Maiolica: Italian Renaissance Ceramics in the Metropolitan Museum of Art, New York 2016, pp. 334-337 n. 117