Giulio Salti
(Barberini di Mugello, 1899 - Carmignano, 1984)
RITRATTO IN BIANCO
olio su tela, cm 86x110
firmato e datato "1930 / IX" in basso a destra
al retro, della cornice: cartiglio "Unione Fiorentina / "Firenze fra le due guerre - La pittura" / Palazzo Strozzi Aprile - Maggio 1990" / Giulio Salti / Ritratto in bianco / 1931"
PORTRAIT IN WHITE
oil on canvas, 86x110 cm
signed and dated "1930 / IX" lower right
on the reverse, of the frame: label "Unione Fiorentina / "Firenze fra le due guerre - La pittura" / Palazzo Strozzi Aprile - Maggio 1990" / Giulio Salti / Ritratto in bianco / 1931"
Provenienza
Eredi Giulio Salti
Esposizioni
Firenze fra le due guerre. La pittura, Firenze, Palazzo Strozzi, aprile - maggio 1990
Giulio Salti nasce a Barberino di Mugello, in provincia di Firenze, nel 1899. Nella sua giovinezza frequenta le scuole tecniche nel capoluogo, manifestando il proprio talento artistico nelle caricature. Costretto a lavorare per mantenersi, diventa impiegato negli uffici tecnici delle Ferrovie, un'occupazione che riuscirà a lasciare, per dedicarsi a tempo pieno alla pittura, solo nel 1949. Privo di una preparazione accademica, elegge come suo maestro il pittore lombardo Giuseppe Amisani, a cui è legato da un rapporto di affetto e di stima. Partecipa a numerose importanti esposizioni, quali la III Biennale Romana nel 1925, la Promotrice di Torino, le Biennali di Venezia del 1924 e 1926, l'Esposizione di Arte Sacra a Roma nel 1950, la Mostra Nazionale d'Arti Figurative di Palazzo Reale a Napoli nel 1951 e la Mostra Internazionale d'Arte di Sanremo nel 1967. Muore a Carmignano nel 1984.
"…Ma il Salti non ha mai voluto essere uno specialista, essere soltanto un ritrattista; ha anzi voluto dare pieno sfogo alle sue capacità, alla sua fantasia al mondo che interiormente lo agita e che lo porta ad affrontare indifferentemente, con eguale facilità i soggetti più svariati: dai paesaggi alle nature morte, alle composizioni di figure e di oggetti. E tutto ciò egli tratta con una pittura succosa e sanguigna ma semplice ad un tempo, nella quale, ripeto, ha una certa prevalenza il frequente uso della spatola. Soprattutto con questa, infatti, il Salti esalta il colore nelle sue accensioni più vive; con la spatola, che egli alterna magistralmente col pennello, mostra una non comune abilità, costruendo il quadro con tocchi sicuri ed eleganti, estrosi ed incisivi. Da questo suo procedere tecnico spigliato e fresco derivano la gioia e la felicità dei suoi colori vivaci, spesso puri e violenti, festosi e contrastati, quando sono tesi ad esprimere, esasperandolo, il suo sogno di luce; colori tenui e modulati in altri casi, come quando accompagnano le linee morbide e flessuose di un ritratto femminile". (A. Nocentini, Giulio Salti, Firenze 1968, p. V)