Pittore toscano, sec. XVI
RITRATTO DI PAPA BENEDETTO XII
olio su tavola, cm 57x43
iscrizione in alto: "BENEDICTVS.XII.PONT.MAX"
al retro timbro in ceralacca rossa della collezione Chiaramonte Bordonaro
Tuscan painter, 16th century
PORTRAIT OF POPE BENEDICT XII
oil on panel, 57x43 cm
inscription at the top: "BENEDICTVS.XII.PONT.MAX"
red wax seal on the back from the Chiaramonte Bordonaro collection
Provenienza
Firenze, Collezione di Angelo Melli;
Palermo, Collezione Chiaramonte Bordonaro.
Bibliografia
C. Gulli, La collezione Chiaramonte Bordonaro. Storia e inventario, tesi di dottorato discussa presso la Scuola Normale Superiore di Pisa, a.a. 2015-2016, p. 64.
L’inedita tavola presenta il Ritratto di papa Benedetto XII, al secolo Jacques Fournier (Saverdun, 1285 – Avignone, 1342), raffigurato con abiti conformi alla moda del XVI secolo. Ma non solo: poiché le reali sembianze di Benedetto XII dovevano essere poco note all’autore, il dipinto sembra costituire una sorta di cripto-ritratto di papa Leone X, ovvero Giovanni di Lorenzo de’ Medici (Firenze, 1475 – Roma, 1521), celebre per essere stato ritratto da Raffaello. Le caratteristiche fisionomiche richiamano infatti i tratti distintivi di Leone X, qui rappresentato in una posa più articolata – non di semplice profilo – e con uno sguardo ammiccante. I tratti del volto appaiono inoltre accentuati, resi con una maggiore espressività e individualità.
L’opera si inserisce nel contesto delle numerose serie di ritratti di papi e personaggi illustri che, a partire dal Cinquecento, venivano realizzate per decorare saloni e corridoi delle grandi residenze. Particolarmente celebre è la cosiddetta serie gioviana, oggi conservata presso la Galleria degli Uffizi, eseguita quasi interamente da Cristofano dell’Altissimo e dalla sua bottega a partire dal 1552 per il Museo di Paolo Giovio a Como. Ma esempi simili, con ritratti di profilo su fondo scuro e nome inscritto in alto con elegante calligrafia dorata, erano già in uso da tempo. Si possono ricordare, ad esempio, i ritratti di Sebastiano del Piombo, come quello ben noto di Papa Clemente VII.
Sul retro della tavola è presente un timbro in ceralacca rossa che ne certifica la provenienza dalla collezione Chiaramonte Bordonaro di Palermo. L’opera fu acquistata, insieme ad altri sette dipinti, presso Angelo Melli a Firenze per la somma di 150 lire, e venne attribuita indistintamente a Paris Bordone e a Giovan Battista Moroni (Gulli 2025–2026, p. 64).