Lippo di Dalmasio
(Bologna, dopo il 1350 – 1410)
MADONNA CON BAMBINO TRA SANTA CATERINA D’ALESSANDRIA E UN’ALTRA SANTA
tempera e oro su tavola, cm 33,5x25,5
al retro, scritta a inchiostro nero: “Ecole de Pietro Lorenzetti”
VIRGIN AND CHILD BETWEEN SAINT CATHERINE OF ALEXANDRIA AND ANOTHER SAINT
tempera and gold on panel, 33.5x25.5 cm
on the back, written in black ink: “Ecole de Pietro Lorenzetti”
Provenienza
Verbania, Collezione privata.
Il dipinto è accompagnato da un expertise di Vittorio Natale e da una conferma orale di Daniele Benati. Si riporta qui di seguito un estratto dell’expertise.
“La tavoletta raffigura la Madonna che, avvolta in manto azzurro dai bordi dorati, rivolge uno sguardo tenero e malinconico verso il Bambino, affiancata da due sante. Quella alla sua sinistra, che si appoggia all’attributo della ruota del martirio e porta la destra al petto, è riconoscibile in santa Caterina d’Alessandria; la santa alla destra, che regge gli attributi di una croce e di un libro ed è coperta da un manto foderato di vaio, pelliccia simbolo di prestigio sociale, non appare identificabile con certezza. Potrebbe forse trattarsi di Margherita d’Antiochia. A lei rivolge lo sguardo il Bambino benedicente, ritto in grembo alla Madre e avvolto da fasce che alludono al sudario, così come il corallo rosso che porta al collo richiama la Passione. Tutti i personaggi sono provvisti di ampie aureole dorate a missione e preziosamente ornate con punzonature. Alle loro spalle è appeso un manto d’onore rosso, ornato in oro da fiorellino a sei petali.
[…] Daniele Benati, che desidero ringraziare, mi ha suggerito il nome di Lippo di Dalmasio. Tale suggerimento appare pienamente convincente, soprattutto se si richiama il confronto con un’altra opera di piccolo formato e di destinazione privata, la Madonna con Bambino e santi posseduta dallo Staatliches Lindenau-Museum di Altenburg.
Oltre al gioco espressivo degli sguardi, agli incarnati dai colori pieni, le due opere sono accumunate dall’uso di ampie aureole dorate, ornate da punzonature circolari ripetute. Particolarmente significativo è il confronto fra le due sante Caterina, presentate in una posa simile, con la mano appoggiata alla grande ruota del martirio e le corone pressoché identiche, percorse da sequenze di perline bianche.
Il Bimbo in fasce ritto sulle gambe della Madre ha un atteggiamento diverso: non si rivolge verso Maria ma verso la santa che compare alla sua destra, benedicendo con una mano e tenendo un uccellino nell’altra, esattamente come appare in un’altra opera bolognese di Lippo, il finto polittico ad affresco che si conserva nella chiesa di Santa Maria dei Servi.
[…] La corposa rotondità dei volti, le dolci espressività degli sguardi e una tendenziale semplificazione dei volumi collocano la nostra tavoletta in una fase pienamente matura della carriera di Lippo, in un momento non distante da quello dell’affresco raffigurante la Madonna con Bambino della chiesa di San Giovanni in Monte a Bologna.
[…] In origine questo dipinto, che per le sue dimensioni contenute e la preziosità delle rifiniture era certamente destinato alla devozione privata di una importante famiglia emiliana, doveva essere ulteriormente arricchita da una cornice dorata in legno”.