Alberto Carlieri
(Roma, 1672 - 1720)
ARCHITETTURE CON CORTEO BACCHICO E MUSICANTI
olio su tela, cm 94x70
ARCHITECTURE WITH BACCHIC PROCESSION AND MUSICIANS
oil on canvas, 94x70 cm
Il dipinto è accompagnato da un expertise di Federico Berti, di cui si riporta un estratto.
"Tra sontuosi edifici antichi ormai diruti, dove la vegetazione cresce spontanea, alcune figure di suonatori e un corteo di giocosi putti si dilettano festosi. Autore della tela è Alberto Carlieri, artista nel quale la critica moderna ha ravvisato una
funzione di collegamento, nella pittura di architetture a Roma, tra Giovanni Ghisolfi e Giovanni Paolo Panini.
La sua personalità artistica, di grande successo nella Città dei Papi a cavallo tra Seicento e Settecento, rimase tuttavia a lungo nascosta all’ombra del più noto Panini, la cui ricostruzione, elaborata da Ferdinando Arisi, aveva inglobato vari dipinti di Carlieri creduti per lungo tempo appartenere alla fase giovanile del pittore piacentino.
L’opera in esame presenta i tratti caratteristici delle creazioni di Carlieri, sia nelle architetture – un susseguirsi di colonnati e archi in rovina aggrediti dalla vegetazione e tipicamente sormontati da statue anch’esse frammentarie – che nelle agili figure. Per il taglio compositivo e l’impaginazione generale, le maggiori affinità sono riscontrabili con due tele, anch’esse di formato verticale sebbene di dimensioni più ridotte, trascorse anni fa da Finarte (pubblicate in G. Sestieri, Il capriccio architettonico in Italia nel XVII e XVIII secolo, Foligno, 3 voll., 2015, I, nn. 41a-b, p. 188; [figg. 1-2]).
Il motivo derivato dall’antico dei putti che giocano con una capra, ispirato al tema dei baccanali, si ritrova spesso nell’opera di Carlieri, così come quello dei danzatori e musicanti. Possiamo citare a confronto, tra i tanti, il Paesaggio con rovine, figure classiche e putti trascorso sul mercato antiquario (Finarte, 9 marzo 2003, n. 36) e i capricci architettonici già a Cremona, collezione Brunelli, a Londra, Thuillard Galleries, e a Milano, Galleria S. Orsi (Sestieri cit., 2015, I, nn. 40b, 56, 45, pp. 187, 195, 189)".