Alberto Pasini
(Busseto, 1826 - Cavoretto, 1899)
ENTRATA NEL CARAVANSERRAGLIO DI SOLTANIYEH. ZANJEN, IRAN
olio su tela, cm 64x107
firmato e datato "1858" in basso a destra
ENTRANCE TO THE CARAVANSERAI OF SOLTANIYEH. ZANJEN, IRAN
oil on canvas, 64x107 cm
signed and dated "1858" lower right
Bibliografia
Ottocento - Catalogo dell'arte italiana dell'800, Milano 2011, n. 40.
Conosciamo bene la passione di Alberto Pasini per l’oriente da lui rappresentato con grande raffinatezza e vivacità cromatica, nel dipinto che rappresenta il Caravanserraglio di Soltaniyeh in (Zanijen, Iran), vediamo invece come Pasini raffigura il paesaggio in un’atmosfera di sogno.
L’opera rievoca i momenti che l’artista trascorse in questo luogo magico, tra il 22 -23 maggio del 1856, in compagnia del linguista Barbier de Meynard, prima del suo rientro in Europa alla fine della Missione diplomatica voluta nel 1855 dal Ministro plenipotenziario francese Prosper Bourée. ll nostro artista, che da tempo viveva a Parigi, era stato chiamato in sostituzione dell’artista francese Théodore Chassériau, ed aveva il preciso compito di documentare luoghi ed eventi che sarebbero stati raggiunti alla volta della Persia. La missione era partita nel febbraio 1855, compiendo percorsi marittimi ma anche il periplo della penisola arabica e una cavalcata di migliaia di chilometri sino a raggiungere il 2 luglio la capitale persiana. Non fu questa l’unica missione a cui l’artista partecipò e nel 1859 affiancò un’altra spedizione nel Mediterraneo. Da entrambe le esperienze Pasini riportò con sé a Parigi tantissimi schizzi e disegni, che servirono come ricordo e traccia delle vivide immagini che aveva impresse nella memoria per realizzare in studio le famose opere su tela che hanno fatto dell’artista uno dei principali pittori orientalisti italiani.
Nel dipinto qui raffigurato, vediamo la carovana che entra nel serraglio al tramonto in una luce tersa e cristallina che l’artista descrive con una grande padronanza dei chiaroscuri che definiscono lo spazio in controluce. Sulla destra della composizione, s’intravede il tetto azzurro di quello che era il Mausoleo di Oliaytu, l’imperatore mongolo della dinastia Ilkhanid che conquistò la Persia nel XIV secolo e la governò per duecento anni. Il mausoleo, adibito successivamente a Moschea, fu costruito tra il 1302 e 1312 e costituisce tutt’oggi uno dei monumenti più significativi dell’architettura islamica