MASATAKA KUBOTA
(1945)
La traccia C-3
1990
acrilico su tela applicata su tavola
cm 63x53,5
al retro firmato, datato e titolato
L'opera è accompagnata da autentica su foto firmata dall'artista.
"Kubota, fondatore insieme a Fukusi Ito, Junro Manabe e Shimpei del Gruppo Sou (che sviluppa la tradizione del segno e della materia) alla fine degli anni Settanta, incarna col proprio lavoro la possibilità di un concreto rapporto culturale tra mondo occidendale e dimensione orientale. Come spiega Vittorio Fagone nel saggio in catalogo: "Per arrivare a questo risultato, Matasaka Kubota ha messo a profitto la cultura nativa del segno, filtrata però attraverso la liberata espressività del canone moderno dell'arte occidentale".
Le opere esposte in mostra sono tracce, suscitano il desiderio in chi osserva di percorrere con l'occhio le linee armoniche che danno loro origine, di tratto a volte deciso e forte, a volte appena accennato; i segni collaborano alla creazione di particolari suggestioni, vanno costruendosi gradatamente sulle tele (rosse e bianche), si accavallano e accennano un movimento che si snoda lungo tutto il percorso, scandiscono un tempo, un ritmo sospeso, lento, con qualche pausa. Le tracce blu, nere, rosse, con qualche bagliore oro, disegnano così una musica dell'intelletto. In questo gioco d'interferenze tra soluzioni piatte e altrettante in rilievo, emerge quella componente pittorica che coinvolge, come nella precedente Action Painting, la progettualità dell'astrazione, di un'organizzazione dello spazio coerente con l'annullamento di qualsiasi forma di descrizione. Cercare di individuare di che cosa queste siano le tracce sarebbe un voler snaturare gli intenti di Kubota. Il segno apre cioè alla comprensione non di un oggetto, ma di un senso, di una dimensione generale nella quale l'artista dice: "Le linee devono avere qualità e quantità" e da sole probabilmente ricostruiscono una prospettiva di piani come la scenografia su un palcoscenico."
Vittoria Coen - Palazzo dei Diamanti, Ferrara