COPPIA DI GRANDI ORCI, MONTELUPO, 1620-1640 CIRCA
in maiolica dipinta in policromia con blu di cobalto, nel tono dell’azzurro e del giallo, giallo-arancio, verde rame e bruno di manganese; alt. cm 59,5 e 61,5, diam. bocca cm 27 e 26,5, diam. piede cm 23 e 24,5
A PAIR OF SPOUTED PHARMACY JARS, MONTELUPO, CIRCA 1620-1640
Bibliografia
F. Berti, Storia della ceramica di Montelupo, Vol. III, Montelupo Fiorentino 1999, pp. 178-179 fig. 72;
F. Berti (a cura di), La farmacia storica fiorentina. I “fornimenti” in maiolica di Montelupo (secc. XV-XVIII), Firenze 2010, p. 135 fig. 118
Bibliografia di confronto
F. Berti in R Ausenda, Raffaella (a cura di), Musei e Gallerie di Milano. Museo d’Arti Applicate. Le ceramiche, tomo I, Milano 2000, p. 47 n. 22
I grandi vasi farmaceutici hanno corpo ovale con piede a disco e collo appena accennato con orlo estroflesso, sulla spalla spiccano due piccole anse a nastro dall’andamento ricurvo, sul fronte al centro un mascherone funge da versatoio, mentre in basso un foro cilindrico, che consentiva un maggior svuotamento dell’orcio. Sotto il mascherone a rilievo il cartiglio incorniciato da un motivo a volute verde ramina, centrato nella parte superiore e inferiore da mascheroni dipinti in giallo, mentre tutt’intorno è delineato il motivo decorativo tipico delle produzioni montelupine denominato “alla foglia blu”, che prevede l’utilizzo delle girali “foliate”, qui in una versione semplificata con le foglie delineate con una prima linea sottile poi riempita dando corpo alle ombreggiature della foglia e del frutto con una pennellata più marcata. Appena sotto l’orlo, entro un medaglione delimitato da pennellate blu a formare una corona di nubi, spicca la figura dell’Assunta con le mani aperte nel segno dell’orante su fondo giallo. Al di sotto del medaglione, uno dei due vasi nel cartiglio reca la scritta apotecaria delineata a caratteri capitali in bruno di manganese nel tono del marrone AQVa.Di.CAPRAGINE, mentre il cartiglio del secondo orcio è anepigrafo.
La decorazione “alla foglia blu” è tipica della produzione degli ultimi fornimenti da farmacia di produzione montelupina, e Fausto Berti fa notare come questa opzione decorativa sia stata scelta da due forniture farmaceutiche ancora di rilievo, quella dell’Annunciazione appunto e quella di Tobia accompagnato dall’Angelo, forse addirittura eseguite dalla stessa bottega con datazione intorno agli anni Quaranta del ’600. Si tratta comunque di un gruppo omogeneo, caratterizzato da una decorazione uniforme e ripetitiva, che denuncia la decadenza delle botteghe montelupine. Dal gruppo si distinguono alcuni esempi destinati a farmacie fiorentine di una certa importanza, tra i quali Berti pubblica proprio i due orci in esame, che trovano riscontro in un esemplare conservato nelle Civiche Raccolte d’Arte Applicata del Castello Sforzesco di Milano. Gli orci presentano uno smalto meno ricco, e la stessa decorazione, limitata alla sola parte a vista dei contenitori, unitamente alla morfologia dei beccucci per la fuoriuscita dei liquidi, confermano una loro probabile posizione stabile sugli scaffali della speziera.
I due contenitori recano sotto l’ansa la marca dell’"amo”, che ci riconduce a una nota bottega montelupina che così contrassegna le proprie maioliche fino al 1622. Secondo Berti la cronologia di questi vasi non dovrebbe distanziarsi troppo da tale produzione. Anche la campitura gialla che circonda la figura femminile richiama la produzione figurata di Montelupo, definendo così un arco cronologico non troppo avanzato e ascrivibile al terzo decennio del ’600.