19th century paintings

8 JUNE 2021

19th century paintings

Auction, 1055
FLORENCE
Palazzo Ramirez-Montalvo
4.30 pm
Viewing
FLORENCE
Friday      4 June  10 am - 6 pm
Saturday  5 June  10 am - 6 pm
Sunday    6 June  10 am - 1 pm
Monday    7 June  10 am - 6 pm

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Estimate   500 € - 50000 €

All categories

1 - 30  of 66
82

Giovanni Signorini

(Firenze 1808 - 1862)

VEDUTA DELL'ARNO

olio su tela, cm 30x45

firmato in basso a sinistra

 

VIEW OF THE ARNO

oil on canvas, 30x45 cm

signed lower left

 

Provenienza

Sotheby Parke Bernet, Firenze, 13-14 maggio 1982, n. 1045

Christie's, Roma, 23-24 ottobre 1984, n. 372

Collezione privata

 

Esposizioni

La Firenze di Giovanni e Telemaco Signorini, Palazzo Antinori, Firenze, 19 settembre - 10 novembre 2019

 

Bibliografia

La Firenze di Giovanni e Telemaco Signorini, catalogo della mostra (Palazzo Antinori, Firenze, 19 settembre - 10 novembre 2019), a cura di S. Balloni e E. Matteucci, San Casciano in Val di Pesa - Viareggio 2019, scheda 11

 

Questa bella veduta di Firenze dall’Arno di Giovanni Signorini viene posta in asta grazie alla generosità di un anonimo venditore e il ricavato della vendita sarà devoluto a favore della Fondazione Italiana di Leniterapia (FILE).

L’artista fiorentino raffigura la propria città con in primo piano la serena animazione degli orti delle Cascine, scegliendo un punto vista inconsueto, diverso da quelli tradizionali, a dimostrazione della propria autonomia e libertà espressiva.

L’opera sarà aggiudicata al migliore offerente e l’acquirente del bel dipinto potrà così contribuire a finanziare l’attività del FILE, ente senza scopo di lucro che dal 2002 si prende cura dei malati cronici in fase avanzata o terminale, supportando anche le loro famiglie nel percorso di malattia e nella difficile fase successiva alla perdita.

In Italia, i malati inguaribili sono oltre 500.000 all’anno, ma solo poco più di 80.000 hanno accesso alle cure palliative. In un simile contesto, FILE garantisce assistenza gratuita a domicilio, in hospice, negli ospedali dell’Azienda USL Toscana Centro. Tutte le attività di assistenza sono gratuite e portate avanti da uno staff sanitario qualificato e da volontari preparati a prendersi cura della persona malata e della sua famiglia.

In Toscana, e nella città di Firenze in particolare, realtà come questa sono fortemente radicate sul territorio, storicamente caratterizzato da un’antica tradizione culturale orientata alla solidarietà e al volontariato.

 

 

Estimate   € 8.000 / 12.000
Price realized  Registration
83

Pietro Benvenuti

(Arezzo 1769 - Firenze 1844)

SAN SEBASTIANO CURATO DALLE PIE DONNE

olio su tela, cm 138x131

 

SAINT SEBASTIAN TENDED BY THE HOLY WOMEN

oil on canvas, 138x131 cm

 

Esposizioni

Pittore imperiale. Pietro Benvenuti alla corte di Napoleone e dei Lorena, Firenze, Galleria d'Arte Moderna e Galleria Palatina, Palazzo Pitti, 10 marzo-21 giugno 2009

 

Bibliografia

U. Pasqui, Nuova Guida di Arezzo e de' suoi dintorni compilata sui documenti, Arezzo 1882, pp. 90-92

U. Viviani, Le opere del pittore aretino Pietro Benvenuti, in Arezzo e gli aretini. Pagine raccolte dal Dott. Ugo Viviani, Arezzo 1921, p. 179

C. Sisi, Disegni dell'Ottocento della collezione Batelli, Firenze 1987, pp. 35-36

L. Fornasari, Dipinti e disegni d Pietro Benvenuti nelle collezioni private aretine. Aggiunte al catalogo del 1969, in «Antichità Viva», XXXV, 1996, 5-6, pp. 14-15

L. Fornasari, Pietro Benvenuti, Firenze 2004, pp. 119-123

L. Fornasari, Oltre le stanze della Fraternita dei laici: le collezioni, in L. Fornasari, A. Giannotti,  Arte in terra d'Arezzo. Il Settecento, Firenze, 2006, pp. 214-215

Pittore imperiale. Pietro Benvenuti alla corte di Napoleone e dei Lorena, catalogo della mostra (Firenze, Galleria d'Arte Moderna e Galleria Palatina, Palazzo Pitti, 10 marzo-21 giugno 2009), a cura di L. Fornasari e C. Sisi, Livorno 2009, pp. 84-85

 

Il dipinto che presentiamo in questa vendita fu eseguito da Pietro Benvenuti a Roma per il Marchese Albergotti e raffigura San Sebastiano nel momento in cui le Pie Donne estraggono le frecce.

La prima menzione del quadro con il San Sebastiano si ha in una lettera che Giuseppe Del Frate, amministratore romano degli Albergotti, committenti dell’artista, invia al marchese aretino nell’agosto del 1793. Tale documento ha permesso collocare la datazione del dipinto ai primi anni del soggiorno romano del pittore, confermando la precocità con cui il Benvenuti aderì inizialmente alla visione neoclassica davidiana, un interesse condiviso con l’amico e collega Vincenzo Camuccini insieme alle comuni riflessioni sul classicismo seicentesco francese e italiano e lo studio delle opere di Carracci, Domenichino, Guido Reni e Poussin. Oltre all’interesse per il maestro francese, il dipinto Albergotti, ancora ricordato nella casa patrizia aretina da Ubaldo Pasqui nel 1882, rivela l’attenzione che il giovane Benvenuti coltivava per il nuovo classicismo di origine raffaellesca che si evince anche nella composizione piramidale del gruppo centrale.

Del dipinto presentato in catalogo esiste anche il bozzetto (olio su tela, cm 28x23), in collezione privata, e molti disegni preparatori, tra cui ricordiamo quello prossimo alla redazione finale conservato al Gabinetto Disegni e Stampe degli Uffizi (inv. 109563) (L. Fornasari, Pietro Benvenuti, Firenze 2004, pp. 119-123).

 

 

Estimate   € 10.000 / 15.000
Price realized  Registration
84

Giovanni Carnovali (detto Il Piccio)

(Montegrino Valtravaglia 1804 - Coltaro di Sissa 1874)

RINALDO E ARMIDA

olio su tela, cm 55x75

 

RINALDO AND ARMIDA

oil on canvas, 55x75 cm

 

Esposizioni

Esposizione postuma delle opere di Giovanni Carnovali detto il "Piccio", Milano, Palazzo della Società per le Belle Arti ed Esposizione Permanente, 1909

 

Bibliografia

Esposizione postuma delle opere di Giovanni Carnovali detto il "Piccio", catalogo della mostra (Milano, Palazzo della Società per le Belle Arti ed Esposizione Permanente, 1909), Milano 1909, p. 41 n. 150

C. Caversazzi, Giovanni Carnovali detto il Piccio, Bergamo 1933, tav. CXXIV

 

Il tema di Rinaldo e Armida fu tra i favoriti del Piccio, appassionato lettore della Gerusalemme Liberata di Torquato Tasso. A questo proposito si ricorda un episodio accaduto durante il viaggio a Roma, quando l’artista, accompagnato dal pittore Federico Faruffini, fu arrestato per il possesso di una copia del poema tassesco: infatti, come i due giunsero al confine pontificio “svegliarono i sospetti dei doganieri del papa, più pronti a fiutar liberali che tabacco di contrabbando. E i sospetti s’accrebbero quando nel frugar loro indosso i doganieri rinvennero un esemplare della Gerusalemme Liberata. Quell’aggettivo liberata mise sossopra la dogana e la polizia del luogo. Il libro fu sequestrato, arrestati i due viaggiatori e trattenuti in caserma, finché riferito il grave e ridicolo caso all’autorità centrale, scesero dall’alto istruzioni di lasciarli proseguire per Roma”.

Del tema il pittore diede più versioni, differenti nella composizione ma sempre incentrate sul motivo, per lui fondamentale, del rapporto uomo-natura. Con lo stesso soggetto segnaliamo infatti un disegno (fig. 1) e un dipinto a olio (fig. 2), entrambi in collezioni private bergamasche (Il Piccio e artisti bergamaschi del suo tempo, catalogo della mostra (Bergamo, Palazzo della Ragione, 14 settembre - 10 novembre 1974) a cura di F. Rossi e B. Lorenzelli, p. 82, nn. 55-56). Sono evidenti gli stretti rapporti con schemi di opere di Giambattista Tiepolo, conosciuti probabilmente tramite incisioni, soprattutto nel gruppo dei protagonisti che sembra desunto dalla tela tiepolesca di ugual soggetto ora nella Alte Pinakothek di Monaco, ma anche nella villa sullo sfondo a destra, anch’essa tipica del maestro veneziano.

Quest’opera riassume i termini del Romanticismo del Piccio: un atteggiamento sentimentale e pittorico, nutrito di reminiscenze colte e sostanziato di richiami alla pittura settecentesca.

 

 

 

Estimate   € 12.000 / 18.000
89

Michele Gordigiani

(Firenze 1835 - 1909)

IN ATTESA DEL CONCERTO

olio su tela, cm 168x168

 

WAITING FOR THE CONCERT

oil on canvas, 168x168 cm

 

In un’ampia terrazza tre fanciulle conversano in abiti rinascimentali, forse in attesa di suonare insieme, come sembra indicare la presenza di strumenti musicali. Michele Gordigiani è l’autore di questo grande dipinto rimasto incompiuto, come denota la figura femminile di sinistra ancora in stato di abbozzo. Della composizione si conosce anche un piccolo bozzetto preparatorio, olio su tela, cm 43x32, firmato (Opere d’arte dell’800-900 e Contemporanea, Dipinti e Arredi antichi, Argenti, Gioielli e Orologi, Pandolfini Casa d’Aste, Firenze, 1-4 dicembre 1997, lotto 40).

La nostra opera, inedita, fu riconosciuta autentica dal dottor Gaspare Borsellino quando comparve la prima volta sul mercato (Mobili, Argenti, Ceramiche, Dipinti Antichi e del Secolo XIX, Arti Decorative del Secolo XX, Sotheby’s, Milano, 14-15 maggio 1996, lotto 959).

Il tema del concerto è assai presente nell’opera di Gordigiani e lo ritroviamo in numerosi studi di fanciulle con strumenti musicali, come ad esempio Ragazza con cappello piumato e mandolino, Ragazza con Mandolino e La Musica (G. Borsellino, Michele Gordigiani, Torino 1994, p. 312, nn. 199-201-202). Nel dipinto Giovane popolana invece (G. Borsellino, Michele Gordigiani, Torino 1994, p. 312, n. 193) Gordigiani sembra ritrarre la stessa modella che nella nostra composizione siede sulla destra con aria trasognata; nell’ambientazione è molto probabilmente da riconoscersi un angolo del parco di Villa Gordigiani a Striano, presso Ronta, in Mugello, acquistata dal pittore con i poderi e le costruzioni circostanti nel 1875.

 

 

Estimate   € 14.000 / 18.000
93

Domenico Morelli

(Napoli 1826 - Napoli 1901)

MiCHELANGELO CHE NEGA IL SUO AIUTO A FORTIFICARE FIRENZE

olio su tela, cm 70x60

firmato in basso a destra

 

MICHELANGELO DENIES HELP IN FORTIFYING FLORENCE

oil on canvas, 70x60 cm

signed lower right  

 

Esposizioni

Domenico Morelli e il suo tempo. Dal romanticismo al simbolismo 1823-1901, Castel Sant'Elmo, Napoli, 29 ottobre 2005 - 29 gennaio 2006

 

Bibliografia

A. Villari in Domenico Morelli e il suo tempo. Dal romanticismo al simbolismo 1823-1901, catalogo della mostra (Napoli, Castel Sant'Elmo, 29 ottobre 2005 - 29 gennaio 2006) a cura di L. Martorelli, Napoli 2005, pp. 78-79

 

 

Autore della tela qui presentata è Domenico Morelli, uno dei protagonisti del rinnovamento della pittura a Napoli e in Italia nella seconda metà dell’Ottocento. Il dipinto risale alla prima fase della carriera artistica del Morelli, quando dopo il confronto con la pittura dei Macchiaioli inizia ad assumere uno stile meno accademico e più libero, soprattutto nell’uso del colore, dando vita a uno stile personale che amalgama verismo, tardo-romanticismo e modelli neoseicenteschi. Nella nostra tela, databile al 1855 ritroviamo una sintesi della sua arte, caratterizzata dall’interesse psicologico e letterario del soggetto e dalla ricerca di effetti drammatici e teatrali.

Al centro della composizione il Duca Alessandro de’ Medici siede davanti ad una planimetria, e si volge a sinistra verso un Michelangelo fosco in volto e dalla lunga barba, con la mano destra atteggiata in un gesto di diniego. È un Michelangelo repubblicano, antagonista del duca Medici, che, conscio della propria grandezza artistica, dà dimostrazione del proprio carattere ribelle e testardo. Il dipinto posto davanti allo scrittoio ritrae plausibilmente Papa Clemente VII Medici, il quale dopo il sacco di Roma fece voto di farsi crescere la barba. Le fonti per la composizione del dipinto furono i romanzi storici, ma anche Francesco Domenico Guerrazzi, scrittore-patriota mazziniano i cui testi erano molto amati dalla gioventù artistica italiana per l’enfasi teatrale della prosa e il sottinteso messaggio politico. Lettore attento e appassionato, il Morelli, che negli anni ’50 partecipava del clima di reminiscenze del passato italiano in chiave patriottica divulgato anche grazie alla popolarità del Guerrazzi, chiedeva conferma all’amico Pasquale Villari riguardo all’esattezza storica di quanto narrato; proprio le fattezze e l’abbigliamento dei personaggi, così come l’arredo e la pianta della Fortezza, rendono ancora più vero e incisivo il fermo diniego dell’anziano, fiero Michelangelo. In anni di ancora vivace partecipazione politica, seppure indirettamente, Morelli si schierava quindi dalla pare della libertà civile e dell’autonomia artistica.

 

 

Estimate   € 20.000 / 30.000
95

Silvestro Lega

(Modigliana 1826 - Firenze 1895)

RITRATTO DI DONNA

pastello su carta, cm 57x42

firmato in basso a destra

 

PORTRAIT OF A WOMAN

pastel on paper, 57x42 cm

signed lower right

 

Provenienza

Alberto Bertini, Firenze

Giuseppe Rousseau Colzi, Firenze

Collezione privata, Firenze

 

Esposizioni

I Macchiaioli nella cultura europea dell'Ottocento, Studio Paul Nicholls, Firenze Casa d'Aste Pitti, 21 settembre - 11 ottobre 1987, n. 35

 

Bibliografia

G. Matteucci, Lega. L'opera completa, Firenze 1987, vol. II, p. 327, n. 405

 

Il genere della ritrattistica assume un ruolo fondamentale nella maturità di Lega. Alla fine degli anni Ottanta l’artista è ospite a villa Poggio Piano al Gabbro presso la famiglia Bandini. In questo periodo esegue numerosi ritratti delle “gabbrigiane”, ossia le giovani popolane e contadine provenienti da quella campagna. Il volto femminile diviene il principale argomento di ricerca. Nelle opere concepite a Gabbro, in cui i soggetti si traducono in puri pretesti e non in temi folcloristici, Lega ritrova un rinnovato impeto artistico, fondato soprattutto sulla molteplicità dei cromatismi.

Il Busto di giovane donna fa parte della serie di ritratti eseguiti durante questi anni. Le popolane erano solitamente raffigurate fino alle spalle o al busto, di profilo o di fronte, con il fazzoletto in capo o, come in questo caso, con una ricca chioma di capelli spettinati che ne accresce l’aria selvaggia. L’utilizzo del pastello provoca un effetto cromatico permeato di luce, in genere estraneo ai ritratti ad olio, mentre il tratto diviene veloce e vibrante. Nel proporre una datazione per il disegno esaminato si farà riferimento ad altre opere analoghe, in particolare: La capricciosa (cfr. G. Matteucci, Lega. L'opera completa, Firenze 1987, n. 370), Profilo di donna con scialle (cfr. Silvestro Lega 1826-1895. Opere delle collezioni pubbliche e private nel centenario della morte, catalogo della mostra (Modigliana, 6 maggio - 29 luglio 1995) a cura di G. Matteucci e C. Sisi, Milano 1995, n. 39), Gabbigiana (cfr. Matteucci 1987, n. 378), tutti datati intorno al 1890-92. Il confronto è suggerito dalla forte somiglianza fisionomica che il Busto di giovane donna ha con le fanciulle dei ritratti citati, ossia il naso leggermente all’insù, la bocca piccola ma carnosa, il mento rotondo e i ricci capelli corvini. Un ulteriore elemento che induce a datare il foglio a questi anni è l’utilizzo del pastello. Sono datati 1890 i primi pastelli che si conoscono di Lega tutte le opere dipinte al Gabbro (cfr. Matteucci 1987, nn. 405, 410, 411, 420, 421), tant’è che in una lettera scritta dall’artista amico Ludovico Tommasi si fa cenno ad alcuni pastelli eseguiti proprio in questo periodo (cfr. Matteucci 1987, p. 336).

 

 

 

Estimate   € 9.000 / 12.000
Price realized  Registration
108

Francesco Lojacono

(Palermo 1838 - Palermo 1915)

CAMPAGNA SICILIANA IN UN GIORNO DI PIOGGIA

olio su tela, cm 48,5x80

 

SICILIAN COUNTRYSIDE ON A RAINY DAY

oil on canvas, 48.5x80 cm

 

Provenienza

Collezione privata, Bologna

Società di Belle Arti, Viareggio

Collezione privata

 

Esposizioni

Capolavori che ritornano. I dipinti della collezione del Gruppo Banca Popolare di Vicenza, Roma, Fondazione Memmo, 28 febbraio - 15 giugno 2008

 

Bibliografia

Capolavori che ritornano. I dipinti della collezione del Gruppo Banca Popolare di Vicenza, catalogo della mostra (Roma, Fondazione Memmo, 28 febbraio - 15 giugno 2008) a cura di I. Lapi Ballerini e F. Rigon, Ginevra-Milano 2008, pp. 180-183, n. 107

 

Francesco Lojacono è considerato il più importante paesaggista siciliano dell’Ottocento. Avviato alla pittura dal padre Luigi (autore di piccole e vivaci scene di battaglia), Francesco, verso la fine del 1856, si recò alla scuola di Filippo Palizzi a Napoli, dove prese contatto con le correnti più aggiornate del realismo europeo per diventare uno degli intellettuali più importanti nel clima cosmopolita della Palermo divenuta una delle capitali della Belle Époque. Nel 1860 partecipò all’impresa dei Mille con Garibaldi, che di nuovo seguì nel 1862, venendo fatto prigioniero nell’Aspromonte. Tornando alla pittura, iniziò una ricognizione dei luoghi più caratteristici della sua Sicilia, specializzandosi nella raffigurazione del paesaggio dell’isola (marine, panorami agrigentini e panormiti, a volte animati da figure), sino ad elaborare intorno agli anni ’80, anche grazie alla straordinaria perizia tecnica acquisita, una personale cifra stilistica di ampio successo, contraddistinta dal perfetto equilibrio fra visione lucidamente realistica e sentimento lirico della natura.

Il bozzetto con la Campagna siciliana in un giorno di pioggia che presentiamo in questa vendita si contraddistingue per l’inquadratura di vasto respiro e risulta sorprendete per la resa dei suoi dettagli. L’opera mostra l’artista ormai interamente padrone dei suoi mezzi espressivi che ricorre all’uso di tonalità basse e di una pennellata rapida e larga, come in uno dei suoi più noti capolavori, la tela raffigurante L’arrivo inatteso (o Ritorno del coscritto) che, presenta all’Esposizione Nazionale di Roma nel 1883, fu acquistata dalla regina Margherita per il Quirinale.

Rimasto incompiuto su un lato, il bozzetto, databile verso il 1885, riveste un particolare interesse non solo in quanto conferma del procedimento di spontanea ricerca dell’artista, che attraverso la tecnica tipica en plein air degli artisti impressionisti francesi, faceva di uno spazio aperto il proprio atelier. Quest’opera probabilmente costituisce un primo studio d’impulso per la grande tela Dopo la pioggia (46x88 cm – Palermo, Fondazione Banco di Sicilia), in cui il pittore dipinse un soggetto che gli fu particolarmente caro. Lojacono lo replicò infatti in diversi dipinti variandone, però, di volta in volta, il formato e inserendo o eliminando alcuni particolari.

 

(da M. Casini Wanrooij, in Capolavori che ritornano. I dipinti della collezione del Gruppo Banca Popolare di Vicenza, catalogo della mostra (Roma, Fondazione Memmo, 28 febbraio - 15 giugno 2008) a cura di I. Lapi Ballerini e F. Rigon, Ginevra-Milano 2008, pp. 180-183, n. 107)

 

 

Estimate   € 5.000 / 8.000
Price realized  Registration
1 - 30  of 66