Modern and Contemporary Art

20 JANUARY 2021
Auction, 1018
55

ENRICO BAJ

Estimate
€ 20.000 / 30.000

ENRICO BAJ

(Milano 1924 – Vergiate 2003)

Personaggio con i baffi e medaglia

1964

polimaterico su tela

cm 46x54

firmato in basso a sinistra

al retro timbro Poleschi Arte

 

Character with mustache and medal

1964

multi-material on canvas

46x54 cm

signed lower left

on the reverse stamp Poleschi Arte

 

L’opera è accompagnata da documento di provenienza dalla Galleria Poleschi Arte.

 

Provenienza

Poleschi Arte

Collezione privata

 

Bibliografia

Enrico Baj, Catalogo generale delle opere dal 1972 al 1996, Marconi-Menhir, Milano 1997, sezione Addenda, p. 492 n. 954

 

"Tappezzieri o pittori: bisogna scegliere. Pittori di una divisione sempre nuova ed irripetibile, per i quali la tela è ogni volta la scena mutevole di una imprevedibile «commedia dell'arte». Noi affermiamo l'irripetibilità dell'opera d'arte: e che l'essenza della stessa si ponga come presenza modificante in un modo che non necessita più di rappresentazioni celebrative ma di presenza."

                                                                                                                                                                Enrico Baj 1957


[...] Baj è un maestro nella scoperta di affinità morfologiche; ogni cosa visuale può trasformarsi in un’altra. Soli ruotanti diventano facce; montagne diventano generali; armadi diventano animali. La sua imagerie antropomorfica si basa su equazioni di forma e moltiplicità di significati. Gli oggetti sono scelti per le qualità che li rendono simili e per allusive associazioni: quadranti di orologi e bottoni di protesta al posto degli occhi, nastri e frange al posto dei capelli, frecce e galloni al posto delle bocche [...].
La sua inventività non si manifesta tanto nelle tecniche e nei materiali, ma nei procedimenti e nella composizione. Nel manifesto Contro lo stile (1957) Baj si proclamò un pittore per il quale la tela è una scena continuamente mutevole per un’imprevedibile commedia dell’arte. Come in quella forma di teatro popolare c’erano personaggi mascherati che nei loro ruoli fissi sottoponevano il pubblico a comiche burle, l’opera di Baj comunica un senso di intenzionale inventività, un gioco comico magistralmente architettato. I suoi personaggi, teatrali più che letterali, recitano il loro ruolo farsesco fino in fondo, fanno il solletico allo spettatore quando addirittura non lo insultano, e si spingono l’un l’altro dal palcoscenico nel tentativo di monopolizzare l’attenzione. [...]

Jan Van der Marck,
Baj, Achille Mauri Editore, Milano 1969