FROM THE RENAISSANCE TO THE EARLY 20TH CENTURY. AN ITINERARY THROUGH FIVE CENTURIES OF PAINTING

2 FEBRUARY 2021
Auction, 1012
27

Giovanni Maria delle Piane, detto Mulinaretto

Estimate
€ 7.000 / 10.000
Price realized  Registration

Giovanni Maria delle Piane, detto Mulinaretto

(Genova, 1660 – Monticelli d'Ongina, 1745)

RITRATTO MASCHILE

olio su tela, cm 103x78

 

MALE PORTRAIT

oil on canvas, cm 103x78

 

Bibliografia di riferimento

D. Sanguineti, Genovesi in posa. Appunti sulla ritrattistica tra fine Seicento e Settecento, Genova 2011, pp. 63-77; D. Sanguineti, Percorsi della pittura di ritratto a Genova (1650-1750) in Da Cambiaso a Magnasco. Sguardi genovesi, catalogo della mostra a cura di A. Orlando, Genova 2020, pp. 50-79.

 

Inedito ritratto di notevole qualità di Giovanni Maria delle Piane, detto Mulinaretto perché “Mulinaro fu l’Avolo suo” come ricorda Carlo Giuseppe Ratti nella dettagliata biografia dedicata all’artista (C. G. Ratti, Delle Vite De’ Pittori, Scultori, Ed Architetti Genovesi, Genova 1769, p. 146), uno dei principali artefici del rinnovamento in chiave francese di questo genere pittorico.

Fu la committenza genovese, in prima istanza, a favorire l’apertura agli influssi più alla moda provenienti da Parigi, indirizzando i pittori, soprattutto tramite la commissione di copie, verso una ben precisa tipologia ritrattistica che mutuava gli schemi compositivi con cui Hyacinthe Rigaud ritraeva i genovesi che transitavano nel suo atelier parigino.

Dopo l’apprendistato svolto con Giovanni Battista Merano e un periodo di perfezionamento a Roma di circa otto anni presso la bottega di Giovanni Battista Gaulli, Mulinaretto riuscì a conquistare un ruolo di

specialista nell’ambito della ritrattistica, vacante a Genova, per via del ritiro dalla scena artistica del vecchio e malato Giovanni Bernardo Carbone.

L’assimilazione del lato più decorativo ed elegante dello stile di Baciccio e la diretta conoscenza delle tendenze più aggiornate, tramite i ricordi delle opere di Jacob Ferdinand Voet, portarono il pittore a una facile comprensione della ritrattistica francese, sempre più presente a Genova a partire dall’ultimo decennio del secolo.

La tela offerta può essere accostata al bellissimo Ritratto di Giacomo Doria del 1692 di collezione privata (cfr. Sanguineti 2011 cit, p. 66) che, analogamente, adegua il taglio compositivo ai canoni francesi senza rinunciare alle materiche pennellate ricche di realistici riflessi volte a suggerire le consistenze tessili e, nel nostro caso, la lucentezza dell’armatura – da mettere in rapporto anche con la tradizione vandyckiana fortemente sentita a Genova - e all’attenzione, mutuata da Gaulli, nel restituire gli incarnati e le fisionomie.

Si ringrazia vivamente Daniele Sanguineti per aver confermato l'attribuzione e per i suggerimenti forniti durante la redazione della scheda.