Works of exceptional historical and artistic interest

3 NOVEMBER 2020
Auction, 1011
7

Bartolomeo di David

Estimate
€ 50.000 / 70.000

Bartolomeo di David

(Siena, 1482 – 1545/46)

IL RATTO DI ELENA

olio su tavola, cm 67,5x153

 

Provenienza

Roma, collezione Morandotti; Firenze, Sotheby’s, 20 ottobre 1977, n. 145; Roma, collezione privata

 

Bibliografia

F. Sricchia Santoro, Ricerche senesi 3. Bartolomeo di David? In “Prospettiva” 29, 1982, pp. 35-36, fig. 6; A. Bagnoli, Bartolomeo di David, in Domenico Beccafumi e il suo tempo. Catalogo della mostra, Milano 1999, p. 328 e fig. 7 a p. 315

 

Referenze Fotografiche

Fototeca Federico Zeri, scheda 38827

 

In asta da Sotheby’s come opera di Girolamo del Pacchia – e come tale vincolata nel 1961 dal Ministero per i Beni Culturali e Ambientali – la tavola qui offerta è stata ricondotta al catalogo di Bartolomeo di David, ricostruito da Fiorella Sricchia Santoro a partire dal riconoscimento da parte di Fabio Bisogni di quattro dipinti dell’artista senese documentati del 1532 e conservati nel Museo Civico di Siena. La loro identificazione ha permesso di restituire a Bartolomeo di David l’importante pala di Buonconvento (Museo di Arte Sacra) raffigurante la Vergine tra Santi e Profeti: ed è appunto sotto il nome di Maestro di Buonconvento che il dipinto qui offerto è stato un tempo catalogato da Federico Zeri.

La cronologia del pittore, attivo a Siena fin dal 1509 per commissioni pubbliche e private e forse presente a Roma nella villa di Agostino Chigi, è stata ricostruita da Alessandro Bagnoli a partire dai numerosi documenti già raccolti nell’Ottocento, ma raramente corrispondenti a opere conservate, e soprattutto dall’analisi stilistica delle opere certe in relazione alle prove coeve di Sodoma e del Beccafumi, amici e sodali di Bartolomeo e suo costante riferimento, aggiornato però alla luce della scuola di Raffaello e del classicismo riportato a Siena da Baldassarre Peruzzi dopo il 1527.

È appunto un gruppo di figure dipinto a fresco da Beccafumi nella Sala del Concistoro del Palazzo Pubblico di Siena fra il 1529 e il 1535 a offrire il modello per l’episodio centrale del nostro dipinto, dove la figura di Elena si inarca tra le braccia del rapitore.

Sebbene non facente parte dello stesso insieme, anche il Ratto delle Sabine già a Londra da Colnaghi (Bagnoli, 1999, pp. 328-29, n. 65) si accosta alla tavola qui offerta come manifestazione di uno stesso gusto per il classicismo romano declinato però da un artista senese.

Sebbene non facente parte dello stesso insieme, come indicano le minori dimensioni (cm 47x87) e una probabile esecuzione leggermente più tarda, anche il Ratto delle Sabine già a Londra da Colnaghi (Bagnoli, 1999, pp. 328-29, n. 65) si accosta alla tavola qui offerta come manifestazione di uno stesso gusto per i modelli romani, in particolare quelli offerti dalle Logge vaticane, declinato però da un artista senese prossimo a Domenico Beccafumi. Non a caso, la tavola passò in asta da Christie’s, New York, nel 1987 come opera di Bartolomeo Neroni, il Riccio, per essere restituita a Bartolomeo di David da Laurence Kanter (Colnaghi, 1988). Con questo nome è stata esposta a Siena nel 1999, con rimando al Ratto di Elena che qui presentiamo.

 

 

Opera dichiarata di interesse particolarmente importante dal Ministero per i Beni, Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio di Roma (DM 112880 del 23/4/1981).

 

The Italian Soprintendenza considers this lot to be a work of national importance and requires it to remain in Italy; it cannot therefore be exported from Italy.