ARCADE | 15th to 20th century paintings

2 OCTOBER 2019

ARCADE | 15th to 20th century paintings

Auction, 0311
FLORENCE
Palazzo Ramirez-Montalvo
Viewing
FLORENCE
Friday          27  September              10am-6pm 
Saturday      28  September              10am-6pm
Sunday        29  September              10am-6pm
Monday        30  September              10am-6pm

 
 
 
Estimate   200 € - 30000 €

All categories

1 - 30  of 301
198

Artus Wolffort

(Anversa 1581-1641)

CRISTO ALLA PISCINA DI BETZAETA

olio su tela, cm 170x240

 

CHRIST IN THE POOL OF Bethesda

 

oil on canvas, cm 170x240

 

Il tema di della Piscina di Betzaeta, desunto dal racconto del Vangelo di Giovanni circa la guarigione di un paralitico da parte di Gesù (Giovanni 5: 1-15), è stato esplorato con successo da alcuni dei più grandi artisti fiamminghi seicenteschi.

Michael Jaffé ha pubblicato una versione di questo dipinto come di Pieter van Mol (cfr. M. Jaffé, Exhibitions for the Rubens Year - II, in “The Burlington Magazine”, CXX, marzo 1978, p. 139, fig. 11) mentre altre opere con una composizione simile sono state variamente riferite a Otto van Veen, Werner van den Valkert, Claes Moeyaert e Jacob Jordaens (per un elenco completo delle versioni, cfr. H. Vlieghe, Zwischen van Veen und Rubens: Artus Wolffort (1581-1641) , ein vergessener Antwerpen Maler, in “Wallraf-Richartz-Jb.”, XXXIX, 1977, pp. 107-8, pl. 26-8 e note in calce 22-3).

Un'altra versione, di pressocché analoghe dimensioni alla nostra, lasciata in eredità alla Galleria dell'Ontario nel 1983, è considerata autografa di Artus Wolffort (Anversa, 1581 – 1641): anche per la tela presentata il nome del Wolffort è quello più probabile.

L’attività artistica di Artus Wolffort, quasi del tutto sconosciuta fino agli anni Settanta, è stata ricostruita sulla base di numerose immagini monogrammate: la maggior parte dell’opera documentata è costituita da soggetti religiosi e mitologici realizzati raffigurando figure quasi a grandezza naturale, come nel nostro caso. L'inclinazione barocca e l'atmosfera rubensiana della tela presentata suggerisce un confronto più stringente con le sue opere di età matura, dopo il 1630.

 

 

Estimate   € 18.000 / 25.000
192

Bartolomeo Biscaino                                                       

(Genova 1632  1657)                                                       

TRIONFO DI DAVID                                                          

olio su tela, cm 120x188                                                  

                                                                          

THE TRIUMPH OF DAVID                                                      

oil on canvas, cm 120x188                                                 

                                                                          

Provenienza                                                               

Genova, Rubinacci Antichità Genova, collezione privata  

 

Bibliografia

M. Bonzi, Il Biscaino, Savona 1940, pp. 8 e 17, illustrato a p. 9; Rubinacci Antichità, Dipinti del XVII e XVIII secolo, catalogo della mostra, Genova s.d. (ma 1968), n. 7; C. Manzitti, Per Bartolomeo Biscaino, in “Paragone” 1971, 253, pp. 37-38, fig. 22; La pittura del ‘600 a Genova, a cura di P. Pagano e M. C. Galassi, Milano 1988, ill. tav. 85; F. Lamera, Miti allegorie e tematiche letterarie per la committenza privata, in E. Gavazza, F. Lamera, L, Magnani, La Pittura in Liguria. Il secondo Seicento, Genova 1990, p. 188 e fig. 231; F. Affronti, Biscaino e Castello. Due artisti a confronto, in “La Casana” s.d., p. 46; ill. a p. 45.

 

Reso noto per la prima volta da Mario Bonzi nella sua pionieristica ricognizione dell’artista genovese, il dipinto qui offerto è stato in breve riconosciuto un vero e proprio caposaldo della prima attività di Bartolomeo Biscaino, intorno al 1650. Un’attività così breve, considerando la sua giovane età all’ingresso nella bottega di Valerio Castello intorno al 1649, e la morte precoce nella peste del 1657, da rendere pressoché superflue ipotesi di datazione più precise.

Giustamente Bonzi richiamava i modelli di Pellegro Piola per le figure, plastiche nella loro arrotondata fisicità ma insieme stilizzate nella cifra della Maniera, che accompagnano la scena di trionfo, e riconosceva l’ascendente di Valerio Castello nei colori acidi e squillanti, anch’essi un retaggio del tardo Cinquecento tra Genova e Milano.

Rispetto al maestro, Biscaino mostra stesure maggiormente studiate che restituiscono alla ritmata scansione delle figure una cadenza più pacata oltre che la più marcata consistenza plastica a cui si è appena accennato. I volti mostrano poi la tipica dolcezza che caratterizza sia il suo corpus pittorico che quello di disegni e incisioni.

                 

                                                                          

Estimate   € 25.000 / 35.000
1 - 30  of 301