Works of exceptional historical and artistic interest

31 OCTOBER 2018
Auction, 0285
4

STRAORDINARIA CULLA DI IMPIANTO BERNINIANO, ROMA, 1700 CIRCA

Estimate
€ 90.000 / 130.000
Price realized  Registration

STRAORDINARIA CULLA DI IMPIANTO BERNINIANO, ROMA, 1700 CIRCA

in legno intagliato, dorato e parzialmente laccato

cm 137x146x70

 

Su di una pedana sagomata in legno laccato con profili e piedi dorati, è sorretta da quattro putti scolpiti a tutto tondo seduti su grandi volute decorate con larghe foglie. La culla, a forma di grande conchiglia, è interamente intagliata con nervature mosse ed abbellita da festoni fioriti e foglie d’acanto; due putti sono raffigurati nell’atto di scavalcare il bordo della culla, uno sulla pediera e l’altro sulla testiera, quest’ultima caratterizzata da un fregio scolpito e da una grande ghirlanda di fiori trattenuta nelle mani del putto e sorretta verso l’alto.

 

Si conoscono poche culle di questa qualità giunte sino a noi, mentre dagli archivi traspare l’attenzione che le grandi famiglie romane prestavano per questo tipo di manufatto, che serviva alla presentazione dei neonati presso la nobiltà di tutta Europa, mostrando allo stesso tempo la grandezza della casata.

Nota è l’incisione di Pietro Santi Bartoli, su invenzione firmata da Giovanni Paolo Schor raffigurante “il letto fatto per la nascita del primogenito del Contestabile Colonna, il 7 aprile del 1663”, un grandioso lavoro utilizzato, come scrive la principessa Colonna, per ricevere il Sacro Collegio e la nobiltà. Il mobile, che purtroppo non esiste più, viene così descritto nell’inventario di Casa Colonna del 1714: “un letto, cioè lettiera fatta tutta à cocchiglia intagliata con un’altra Cocchiglia grande in facciata da capo con due puttj e nelle Cantonate quattro Cavalli Marini con sirene sopra, e sotto à dd Cavalli in due un delfino per ciascuno, nell’altro una tartaruga, nell’altro una Lucertola, e sotto tutto legno fatto à onde color di noce, ed il resto tutto intagliato dorato… con sopra à detto letto sei putti attaccati in aria doratj”.

Sull’esecuzione di questa culla sono emersi dagli archivi i nomi degli scultori ed intagliatori, grazie ai pagamenti fatti in loro favore: si tratta di Francesco Bergamo, Gabrielle Rapinech, Pietro Messalino e Gasparo Melocci. Nei primi progetti berniniani per la Galleria Colonna un letto da parata, forse proprio questo, doveva essere collocato come un trono in corrispondenza dell’attuale Sala della Colonna Bellica. Quello che è certo è che nel 1714, quindi cinquant’anni dopo la sua realizzazione, il letto si trovasse in un’alcova, come emerge dall’inventario di quell’anno.

 

Due fogli con progetti di culle sono conservati a Windsor, uno attribuito allo stesso Schor ed ugualmente destinato alla famiglia Colonna, così descritto nel già citato inventario del 1714: “una Culla Nobile consistente in un Cocchiglione grande con tre Amorinj altj palmi due in Circa l’uno con festoni dj fiori in mano che forma la parte di dietro ed una sirena che forma la parte d’avantj in figura grande che posa s.a l’onde del mare il tutto dj legno intagliato e dorato Ereditaria dj Don Filippo”.

 

Un’ulteriore testimonianza di questa produzione durante il periodo del Barocco romano è offerta da un arredo in legno intagliato e dorato, oggi al Paul Getty Museum che, stando a un documento ritrovato fra i conti Barberini dell’Archivio Segreto Vaticano, sarebbe opera dell’intagliatore Giovanni Sebastiano Giorgetti, che nel 1698 realizza per la famiglia Barberini un “piede della Culla tutto di legname di tiglio” precisando che, per realizzarlo “si è preso il parafango del Calesse che donò al Sig.r Pnpe il S.r Card.e Ottoboni”, di cui viene utilizzata la figura di un’aquila intagliata, aggiungendovi poi cartelle, fogliami, festoni “e il sole con suoi raggi e rami di lauro et ape e un putto in forma di Cupido con arco e circasso”

 

Bibliografia di confronto

E.A. Safarik, Collezione dei dipinti Colonna. Inventari 1611-1795, Monaco 1996, pp. 338-339 e 398-399;

E. Tamburini, Due teatri per il principe, Roma 1997, pp. 90-91;

A. González-Palacios, Arredi e ornamenti alla corte di Roma. 1560-1795, Milano 2004, pp. 84-85 e 88-89

 

Opera dichiarata di interesse culturale con decreto del Direttore Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici della Lombardia in data 12 aprile 2010.

 

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