ARCHIMEDE SEGUSO GLASS. WORKS FROM HIS PRIVATE COLLECTION

27 NOVEMBER 2018

ARCHIMEDE SEGUSO GLASS. WORKS FROM HIS PRIVATE COLLECTION

Auction, 0270

FLORENCE
Palazzo Ramirez-Montalvo
Borgo degli Albizi, 26


3.30 p.m.
Viewing

FLORENCE
22nd-26th November 2018
10 a.m. - 1 p.m. / 2 p.m. – 7 p.m.
Palazzo Ramirez-Montalvo
Borgo degli Albizi, 26
info@pandolfini.it

 
 
 
Estimate   2000 € - 50000 €

All categories

61 - 90  of 111
79

ARCHIMEDE SEGUSO

(Murano 1909-1999)

Sortout de table

Murano, 1960

Vetreria Archimede Seguso

Design Charles Lin Tissot per Tiffany

Centrotavola in vetro trasparente e bianco lattimo, composto da sei elementi con funzione di ringhiera, dodici vasi in vetro trasparente di due diverse forme, due vasi in vetro bianco con basi trasparenti, una vaschetta e quattro sfere in vetro bianco

 

Sortout de table

Centerpiece in white “lattimo” and clear glass, composed of six elements with the function of railing, twelve transparent glass vases of two different shapes, two vases in white glass with transparent bases, a basin and four spheres in white glass

 

cm 20x66,5x41

 

Bibliografia di confronto

P. Rizzi, I Quaderni di Archimede Seguso, N. 15, Venezia 2001, pp. 5 ss.

 

"Dall'incontro tra Van Day Truex, l'Art Director della Tiffany, ed Archimede Seguso nel 1960 non potevano che nascere creazioni speciali, prototipi e oggetti realizzati per il godimento degli autori e di pochi eletti al tempo stesso. Ecco che gli antichi trionfi da tavola settecenteschi, preparati per reali e nobili, divengono il pretesto per la creazione di nuovi autentici capolavori in vetro per tavole moderne altrettanto raffinate. Su quel progetto Archimede Seguso lavorò a fondo, creando piccoli pezzi vitrei componibili: fontane, colonne, statue, siepi, cespugli di bosso. II tutto veniva disposto sul tavolo, secondo un disegno prestabilito che privilegiava I'armonia di accordi formali, dei contrappunti, dei chiasmi, dei delicati incastri di forme.

I giardini vitrei in miniatura sono una scacchiera fantastica nella quale i commensali percorrono con lo sguardo i viali scoprendo spazi inediti, rivelati dalla rifrazione della luce e gli elementi decorativi si armonizzano in un tutt'uno: magia resa possibile dal vetro. Il collegamento è con tutta una linea estetica che passa soprattutto attraverso le creazioni del Settecento veneziano, dove dominava un gusto tra il Barocco e il Rococò, fatto di virtuosismi "capricciosi" e di eleganze manierate. Qui, con i nuovi giardini di Archimede, è il concetto classico che riappare: ordine, armonia, congruenza tra le parti, simmetria."

 

Paolo Rizzi

 

Estimate   € 20.000 / 30.000
85

ARCHIMEDE SEGUSO

(Murano 1909-1999)

Coppa spinata

Murano, 1972

Vetreria Archimede Seguso

Vetro fumé trasparente con decorazione interna a spina di pesce, corpo di forma circolare

 

Herringbone bowl

Flaring transparent grey bowl, with internal white “herringbone” filigree patterns, circular shape

 

alt. cm 11,5, diam. cm 20,8

 

Esposizioni

XXXVI Biennale di Venezia, 1972;

I vetri di Archimede Seguso, Venezia, Palazzo Ducale, 22 giugno-30 settembre 1991;

The Secret of Murano, Museum Het Paleis, The Hague, 13 settembre - 7 dicembre 1997

 

Bibliografia

I Quaderni di Archimede Seguso, N. 2, Venezia 1995, p. 8;

U. Franzoi (a cura di), I vetri di Archimede Seguso, Venezia 1991, p. 134 n. 137;

R. Barovier Mentasti, A. Berengo, The Secret of Murano, Venezia 1997, p. 48

 

 

"Biennale 1972 e il "rigore" di Archimede Seguso. Nell'anno della restaurazione e della moda optical, il maestro muranese espone vetri spinati e a petali. Sottili filigrane in controluce. In un momento di disorientamento culturale e politico Archimede percorre la strada di un alto rigore formale.

Archimede espone alla Biennale, nella sezione distaccata presso l'Ateneo San Basso, in Piazza San Marco, alcuni vetri a filigrana "spinata" e a "petali". La sua è una presenza a fianco di altri artisti delle cosiddette arti decorative (perlopiù vetri e ceramiche) secondo una consuetudine che risale ancora agli anni Trenta e che poi, purtroppo, sarebbe stata abolita. Le opere di Archimede colpirono, allora, per le forme di assoluta geometria, screziate da sottili motivi lineari "a cannuccia", d'un biancore lattiginoso. Erano vetri che oggi possiamo definire optical, paralleli eleganti e finissimi di una maniera che allora andava diffondendosi dall'arte al costume estetico.

In quel 1972 il consociativismo politico aveva portato al timone delle Arti visive un politico "mediano" come Mario Penelope. Il tema era ambizioso: "Opera e Comportamento". Voleva indicare le due linee d'azione dell'arte di allora: da una parte il rientro nella fattualità manuale, dall'altro la fuga verso l'utopia concettuale. Fu una Biennale mediocre, di compromesso, ravvivata soltanto da qualche fatto clamoroso: come quello del povero mongoloide appeso in una sala (l'autore dell'happening era Gino De Dominicis) con un cartello al collo: "Seconda soluzione di immortalità: l'universo è immobile".

Niente di più lontano dall'assolutezza "classica" dei vetri di Archimede Seguso. Forse solo a distanza di tempo si può misurare l'adesione e insieme il distacco di un artista dalla temperie storica. In quel momento di confusione, di disagio, di disorientamento, che caratterizzava non soltanto l'arte ma tutta la cultura italiana (e insieme il generale aspetto politico) Seguso indicava la strada di un alto rigore formale. Era sì dentro il suo tempo: la vicinanza con i fenomeni percettivistici della Op Art era chiara, ma chiaro era parimenti il suo tentativo di distaccarsi dalla contingenza banale della moda, per puntare all'assolutezza della creazione artistica. Non sembri una forzatura: basterà ricordare le fogge optical dell'abbigliamento e in genere del costume estetico di allora. Seguso le interpreta a modo suo, avvicinandosi alle sovrapposizioni virtuali dei fasci di linee di Bridget Riley (un'artista che aveva veramente colpito per il suo rigore percettivista) ma nel contempo richiamandosi ad un'aurea misura che, lo ripetiamo, non poteva che essere classica, al di là delle mode".

 

Paolo Rizzi

 

Estimate   € 10.000 / 15.000
61 - 90  of 111