Dipinti, sculture, disegni antichi, mobili e oggetti d'arte

21 OCTOBER 2010

Dipinti, sculture, disegni antichi, mobili e oggetti d'arte

Auction, 0121
Florence, Palazzo Ramirez Montalvo
Borgo Albizi, 26
 
 
 

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61 - 90  of 147
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Maestro della Cappella Bracciolini, attivo a Pistoia nella prima metà del sec. XV MADONNA COL BAMBINO tempera su tavola cuspidata fondo oro, cm 110x70, entro cornice a tabernacolo cuspidata intagliata, dipinta e dorata Provenienza: già collezione contessa Silvana Ghita Georgescu, Firenze Il dipinto su tavola fondo oro raffigurante Madonna con Bambino, che qui presentiamo, è pubblicato e riprodotto in: E. Neri Lusanna, P. Bruschi, Santa Maria a Ripalta. Aspetti della cultura artistica medioevale a Pistoia, Firenze 1992, pp. 45-46, fig. 58, p. 75. In una ricognizione delle opere del Maestro della Cappella Bracciolini, in particolare sul ciclo di affreschi nella chiesa di San Francesco a Pistoia, il nostro dipinto è citato insieme ad un gruppo di opere riferite al maestro fra le quali indichiamo la Madonna dellUmiltà del Museo Bardini, Firenze, ed altri dipinti in collezioni pubbliche e private. Lattribuzione dellopera al Maestro della Cappella Bracciolini è stata confermata verbalmente da Luciano Bellosi; il dipinto è inoltre corredato da un parere scritto di Mina Gregori e da uno di Alberto Bruschi. Questa personalità artistica anonima, prende il nome dal ciclo di affreschi nella Cappella Bracciolini della Chiesa di San Francesco a Pistoia. Fu Giulia Brunetti nel 1935 a dare questo nome al pittore ma si deve a Luciano Bellosi la ricomposizione unitaria di un gruppo di opere che la Brunetti riferiva a maestranze diverse. Si tratta di un elegante artista pistoiese, attivo nella prima metà del Quattrocento che rappresenta una voce assai originale nellambito della pittura tardogotica toscana. Fu assai prolifico e lavorò anche come miniatore. Per ulteriori notizie sul pittore cfr.: L.Bellosi, su alcuni disegni italiani tra la fine del Due e la metà del Quattrocento, in : dArte n. LXX, marzo-aprile 1985, pp. 1-42 (ripubl. in idem, Come un prato fiorito. Studi sullarte tardogotica, Milano 2000, pp.187-204; in partic. 199-200)

Maestro della Cappella Bracciolini, attivo a Pistoia nella prima metà del sec. XV MADONNA COL BAMBINO tempera su tavola cuspidata fondo oro, cm 110x70, entro cornice a tabernacolo cuspidata intagliata, dipinta e dorata Provenienza: già collezione contessa Silvana Ghita Georgescu, Firenze Il dipinto su tavola fondo oro raffigurante Madonna con Bambino, che qui presentiamo, è pubblicato e riprodotto in: E. Neri Lusanna, P. Bruschi, Santa Maria a Ripalta. Aspetti della cultura artistica medioevale a Pistoia, Firenze 1992, pp. 45-46, fig. 58, p. 75. In una ricognizione delle opere del Maestro della Cappella Bracciolini, in particolare sul ciclo di affreschi nella chiesa di San Francesco a Pistoia, il nostro dipinto è citato insieme ad un gruppo di opere riferite al maestro fra le quali indichiamo la Madonna dellUmiltà del Museo Bardini, Firenze, ed altri dipinti in collezioni pubbliche e private. Lattribuzione dellopera al Maestro della Cappella Bracciolini è stata confermata verbalmente da Luciano Bellosi; il dipinto è inoltre corredato da un parere scritto di Mina Gregori e da uno di Alberto Bruschi. Questa personalità artistica anonima, prende il nome dal ciclo di affreschi nella Cappella Bracciolini della Chiesa di San Francesco a Pistoia. Fu Giulia Brunetti nel 1935 a dare questo nome al pittore ma si deve a Luciano Bellosi la ricomposizione unitaria di un gruppo di opere che la Brunetti riferiva a maestranze diverse. Si tratta di un elegante artista pistoiese, attivo nella prima metà del Quattrocento che rappresenta una voce assai originale nellambito della pittura tardogotica toscana. Fu assai prolifico e lavorò anche come miniatore. Per ulteriori notizie sul pittore cfr.: L.Bellosi, su alcuni disegni italiani tra la fine del Due e la metà del Quattrocento, in : dArte n. LXX, marzo-aprile 1985, pp. 1-42 (ripubl. in idem, Come un prato fiorito. Studi sullarte tardogotica, Milano 2000, pp.187-204; in partic. 199-200)
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Fermo Ghisoni detto Fermo da Caravaggio (Caravaggio 1505 - Mantova 1575) MARTIRIO DI SANTA CATERINA DALESSANDRIA olio su tavola, cm 44x29,5, senza cornice lopera è corredata da parere scritto di Franco Moro, Piacenza, 25 luglio 2010 Ritengo che il dipinto in esame sia da assegnare a Fermo Ghisoni da Caravaggio, dapprima stretto collaboratore di Lorenzo Costa e in seguito primo e vero seguace nonché assistente di Giulio Romano a Mantova, sia a palazzo Te sia a palazzo Ducale. Si confronta in particolare con il San Giovanni Evangelista e langelo del Museo di Correggio e con lAngelo dellAnnunciazione dipinta nelle grandi tele dellorgano nella chiesa di Santa Barbara a Mantova. La forte suggestione del maestro romano si rivela particolarmente evidente nelleffetto dinamico della parte inferiore della composizione, nella vigoria delle figure, come quella in piedi che si protegge la testa o nellaltra rannicchiata a terra sotto i frammenti della ruota, e nelle loro tipiche espressioni, mentre lelegante e delicata varietà di toni pastello che aleggia nellintera composizione, il morbido effetto porcellana degli incarnati, latmosfera solare e la dolcezza dellangelo sono i sintomi della mano di un artista anche attento alle novità che provengono da Parma. E tra gli allievi di Giulio Romano a Mantova lo stile delle opere del Ghisoni è quello che risponde alle nostre istanze; la leggerezza del corpo dellangelo rispecchia quello dipinto nellanta in Santa Barbara, il gesto del braccio e lampio svolazzo delle vesti, insieme al profilo del viso rimandano ugualmente a quello nel San Giovanni a Patmos del ricordato Museo di Correggio. Morbidezza degli incarnati che ritroviamo nella Santa Lucia e nel San Giovanni Evangelista in Duomo a Mantova che richiamano la gestualità e quel particolare allungamento delle braccia caratteristico anche del dipinto in esame. Discendente da una famiglia di artisti di origine caravaggina trasferitasi a Mantova, il giovane è dapprima allievo di Lorenzo Costa il Vecchio e, con lavvento di Giulio Pippi detto Romano, diviene a lungo aiutante di quest'ultimo, assorbendone lo stile e collaborando in prima persona al cantiere di Palazzo Te nelle decorazioni delle sale dei Cavalli, di Psiche e dei Giganti (tra il 1527 e il 1534), quindi nel 1538 agli affreschi della sala di Troia nel palazzo Ducale. Il suo stile si uniforma dunque al classicismo raffaellesco modellato da Giulio per la decorazione aulica dei palazzi gonzagheschi, come accade anche per Lorenzo Costa il Giovane, più nervoso e affilato, e per Giovanni Battista Bertani, dai quali il Ghisoni si distingue per una maggiore adesione al dato elegante e raffinato. Prescelto dal Pippi per lesecuzione di numerose pale daltare ispirate dai suoi disegni, come la Madonna col Bambino e i Santi Bonaventura e Francesco della cappella Castiglioni nel Santuario di Santa Maria delle Grazie a Curtatone (Mantova) e la Madonna col Bambino e Santi nella chiesa di Santa Caterina a Mantova, il Ghisoni appare la persona di fiducia di Giulio, fino a esserne il testimone del testamento alla sua morte avvenuta l 1 novembre 1546. Bibliografia: F. Moro, ad vocem, in Dizionario degli Artisti di Caravaggio e Treviglio, a cura di E. De Pascale, M. Olivari, Treviglio, 1994, pp. 126-127. R. Berzaghi, ad vocem, in Manierismo a Mantova. La pittura da Giulio Romano alletà di Rubens, a cura di S. Marinelli, Cinisello Balsamo, 1998, pp. 62-67.

Fermo Ghisoni detto Fermo da Caravaggio (Caravaggio 1505 - Mantova 1575) MARTIRIO DI SANTA CATERINA DALESSANDRIA olio su tavola, cm 44x29,5, senza cornice lopera è corredata da parere scritto di Franco Moro, Piacenza, 25 luglio 2010 Ritengo che il dipinto in esame sia da assegnare a Fermo Ghisoni da Caravaggio, dapprima stretto collaboratore di Lorenzo Costa e in seguito primo e vero seguace nonché assistente di Giulio Romano a Mantova, sia a palazzo Te sia a palazzo Ducale. Si confronta in particolare con il San Giovanni Evangelista e langelo del Museo di Correggio e con lAngelo dellAnnunciazione dipinta nelle grandi tele dellorgano nella chiesa di Santa Barbara a Mantova. La forte suggestione del maestro romano si rivela particolarmente evidente nelleffetto dinamico della parte inferiore della composizione, nella vigoria delle figure, come quella in piedi che si protegge la testa o nellaltra rannicchiata a terra sotto i frammenti della ruota, e nelle loro tipiche espressioni, mentre lelegante e delicata varietà di toni pastello che aleggia nellintera composizione, il morbido effetto porcellana degli incarnati, latmosfera solare e la dolcezza dellangelo sono i sintomi della mano di un artista anche attento alle novità che provengono da Parma. E tra gli allievi di Giulio Romano a Mantova lo stile delle opere del Ghisoni è quello che risponde alle nostre istanze; la leggerezza del corpo dellangelo rispecchia quello dipinto nellanta in Santa Barbara, il gesto del braccio e lampio svolazzo delle vesti, insieme al profilo del viso rimandano ugualmente a quello nel San Giovanni a Patmos del ricordato Museo di Correggio. Morbidezza degli incarnati che ritroviamo nella Santa Lucia e nel San Giovanni Evangelista in Duomo a Mantova che richiamano la gestualità e quel particolare allungamento delle braccia caratteristico anche del dipinto in esame. Discendente da una famiglia di artisti di origine caravaggina trasferitasi a Mantova, il giovane è dapprima allievo di Lorenzo Costa il Vecchio e, con lavvento di Giulio Pippi detto Romano, diviene a lungo aiutante di quest'ultimo, assorbendone lo stile e collaborando in prima persona al cantiere di Palazzo Te nelle decorazioni delle sale dei Cavalli, di Psiche e dei Giganti (tra il 1527 e il 1534), quindi nel 1538 agli affreschi della sala di Troia nel palazzo Ducale. Il suo stile si uniforma dunque al classicismo raffaellesco modellato da Giulio per la decorazione aulica dei palazzi gonzagheschi, come accade anche per Lorenzo Costa il Giovane, più nervoso e affilato, e per Giovanni Battista Bertani, dai quali il Ghisoni si distingue per una maggiore adesione al dato elegante e raffinato. Prescelto dal Pippi per lesecuzione di numerose pale daltare ispirate dai suoi disegni, come la Madonna col Bambino e i Santi Bonaventura e Francesco della cappella Castiglioni nel Santuario di Santa Maria delle Grazie a Curtatone (Mantova) e la Madonna col Bambino e Santi nella chiesa di Santa Caterina a Mantova, il Ghisoni appare la persona di fiducia di Giulio, fino a esserne il testimone del testamento alla sua morte avvenuta l 1 novembre 1546. Bibliografia: F. Moro, ad vocem, in Dizionario degli Artisti di Caravaggio e Treviglio, a cura di E. De Pascale, M. Olivari, Treviglio, 1994, pp. 126-127. R. Berzaghi, ad vocem, in Manierismo a Mantova. La pittura da Giulio Romano alletà di Rubens, a cura di S. Marinelli, Cinisello Balsamo, 1998, pp. 62-67.
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