19th Century Paintings

15 OCTOBER 2013
Auction, 0059
244

Antonio Maraini

Estimate
2.000 / 3.000

Antonio Maraini
(Roma 1886 - Firenze 1963)
MADONNA COL BAMBINO
scultura in gesso patinato e terracotta, cm 110x74
 
Bibliografia
F. Bardazzi, Antonio Maraini Scultore, Firenze 1984, pagg. 11, 12, 59
 
Nel 1920, costruendo la Maternità, sul brano della Madonna del Presepio, il Maraini ricompone le forti sintesi e le abbreviazioni di quelle figurine di santi e pastori entro ritmi più misurati. Una fotografia che risale agli anni ‘20 ci aiuta a capire quale sentimento gli avesse ispirato quest’opera, che il Maraini volle inserita su una delle pareti esterne di Torri di Sopra, la sua casa fiorentina in cui visse dalla metà dagli anni ‘20, emblema della pace e degli affetti familiari, nobilitato dal ricordo di un tabernacolo quattrocentesco, al quale allude la struttura architettonica del bassorilievo. Nel tono rude, ma ricco di sostanza umana della Maternità, il Maraini giocava su uno degli aspetti che più lo affascinavano dell’arte fiorentina di quel periodo, cioè, l’intervento della mano capace dell’uomo, nel creare una città “tutta scolpita nel macigno dei suoi colli, come una gigantesca opera d’arte, ora grezza e ora cesellata”. Emilio Cecchi esalta, la Maternità di Antonio collegandola alla “lezione della nostra rinascenza, diciamo più popolare e familiare”: in tal modo anch’egli pone in luce il carattere quattrocentesco di questa scultura, filtrato esercizio del Maraini sulle opere tarde di Jacopo della Quercia, uno degli artisti rinascimentali più amati nel giro fiorentino e assurto oramai, nei termini del tempo, al ruolo più comune. Fra gli altri, Ugo Ojetti, che possedeva un bassorilievo di Jacopo, la Madonna del Cardinale Casini, ne sottolineava la volontà di parlar poco, lento e netto, la scelta della sintesi, delle forme e, in generale, la critica contemporanea vedeva in lui l’esponente primo di quella linea più semplice e rude del rinascimento toscano che, meglio di ogni altra, sembrava incarnare le esigenze di allora, definite nei termini di sobrietà, semplificazione dei piani, sintesi dei volumi. Proprio queste qualità si richiedevano agli artisti del tempo, a proposito dei quali ci si esprimeva con un linguaggio analogo e a cui si attribuiva, come somma lode il riferimento a Jacopo della Quercia. Così Ojetti citava Jacopo, parlando di Andreotti, mentre il Maraini apprezzava “la solidità di un buon senso quasi contadino” di Cézanne, altro lume al quale ci si appellavacontinuamente. La sottigliezza del Maraini, sta quindi nell’aver operato in quel bassorilievo una sovrapposizione di piani, innestando lo stile di uno scultore, del quale era in corso un revival, su un tipo di plastica moderna, indicata anch’essa come quercesca.
 
Da F. Bardazzi, Antonio Maraini Scultore, op. cit.