UN’URNA NAPOLEONICA

Un punto di forza delle aste Pandolfini di Archeologia, appuntamento annuale atteso da collezionisti ed amatori, è costituito dalle sculture classiche, opere di grande fascino e di pregiata qualità formale. Fra i numerosi pezzi proposti in asta il 18 dicembre 2019 segnaliamo un’urna in marmo contraddistinta da un’eccezionale biografia, che si intreccia con le vicende storiche dell’Italia fra XVIII e XIX secolo. 
L’urna, con coperchio a doppio spiovente decorato al centro del fastigio da una corona d’alloro, presenta sulla cassa parallelepipeda due bucrani, un festone aperto di foglie d’olivo e quattro passerotti. Appartiene ad una classe di materiali di produzione urbana, realizzata nel I e II secolo d.C. in pregiato marmo lunense.
La cosa più interessante è però la sua biografia, ricostruita grazie alle nostre ricerche. L’urna, che al momento risulta scientificamente inedita, è identificabile con quella descritta nel volume di F.A. Visconti, A. Visconti, Indicazione delle sculture e della galleria di quadri esistenti nella Villa Miollis al Quirinale(Roma 1814), in cui vengono descritti i tesori di Villa Aldobrandini in Monte Magnanapoli a Roma. A pagina 19 del volume è infatti scritto: “156. Piede di mensa di alabastro fiorito con zampa, e testa di leone, alta palmi tre e mezzo; sopra, cinerario piccolo di Flavia Restituta, con uccelli, bucranj, e rosoni nei lati”.
Possiamo cosi ricostruire la storia del pezzo: il cinerario faceva parte della collezione raccolta da Sestius Miollis (1759-1828), generale napoleonico e governatore dello Stato Pontificio fino alla caduta del primo impero francese. Grande amante del mondo antico e raffinato collezionista di opere d’arte, Miollis raccolse nella Villa Aldobrandini (da lui acquistata nel 1811) centinaia di opere d’arte antiche e moderne, da lui destinata alla fondazione della Société hellénique des sciences et des beaux arts, salotto culturale e letterario romano. 
Quale sarà il nuovo passaggio nell’intrigante biografia di questo oggetto?