UN CANTO DI PRIMAVERA ANCHE IN INVERNO

In Cina la passione per i piccoli grilli è antica. Risale a secoli fa, probabilmente importata dai Manchu, la stirpe che calò dal nord a cancellare la dinastia Ming e a dare vita a quella Qing, l’ultima a sedersi sul Trono del Drago. Si dice che questa passione nasca dal raffinato piacere di poter ascoltare il canto della primavera anche nelle fredde e lunghe giornate invernali. Un tempo riservata esclusivamente all’imperatore e alla sua famiglia, con il passare degli anni si diffuse anche tra la gente comune e da lì nacque tutta un’arte per la scelta, l’allevamento e la cura di queste bestiole. Il trasporto stesso dei grilli divenne una forma d’arte. Le hulu, oggi in plastica o in vetro, un tempo venivano ricavate dalle zucche: il fiore della zucca appena sbocciato veniva inserito all’interno di uno stampo in creta in modo tale che, sviluppandosi e assumendone la forma, ricevesse in rilievo ciò che era stato inciso sullo stampo. L’arte della lavorazione delle huluraggiunse vette raffinatissime con la creazione di esemplari in giada, avorio o legni pregiati. Come quella che possiamo trovare nella prossima asta di arte orientale al lotto 14 finemente lavorata sul corpo con un paesaggio e con il coperchio traforato a fiori e foglie.

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