In asta l'auto dell'alta borghesia italiana degli anni '60

La Flaminia è l’erede della Aurelia, che nel 1950 ha rivoluzionato la tecnica delle auto italiane di alta cilindrata, come hanno fatto quasi tutti i modelli Lancia.
Col suo compatto e leggero motore a sei cilindri a V (quello della Aurelia era stato il primo al mondo) e il cambio in blocco col differenziale, le sospensioni indipendenti e i freni posteriori interni, la Flaminia vantava un autotelaio derivato dalle più sofisticate auto da corsa degli anni ’50.
Lancia infatti aveva dominato nelle Sport, nelle maratone su strada e in pista, ed infine in Formula Uno: alla chiusura del Reparto Corse le vetture furono donate a Ferrari e continuarono a vincere come Lancia-Ferrari.
A questa meccanica d’avanguardia - che faceva impallidire le berline tedesche a quei tempi molto arretrate - la Flaminia univa una serie di carrozzerie modernissime che avrebbero influenzato lo stile automobilistico per decenni. Dopo le vetture tutte curve, ecco delle linee tese e moderne; la calandra tradizionalmente verticale divenne bassa e larga.
Una di soli 863 esemplari prodotti, la Coupé due posti offerta nell’Asta Pandolfini del 21 maggio prossimo fu realizzata dalla famosissima Carrozzeria Touring Superleggera di Milano, sul telaio accorciato apposta per creare vetture più sportive e leggere. Era la GT dell’alta borghesia italiana, ed il suo testimonial più affezionato fu forse Marcello Mastroianni.
Sempre rimasta a Bologna, dove da nuova è appartenuta al Bologna Calcio, questa vettura è stata accuratamente restaurata una trentina di anni fa e poi mantenuta impeccabilmente. Dopo più di quarant’anni nella stessa famiglia, è pronta per nuove avventure.