I VASI "LA FENICE" DI ARCHIMEDE SEGUSO

Vetri nati dal fuoco, ma stavolta non quello della fornace, o non solo: fu infatti l’incendio del teatro La Fenice di Venezia la fonte d’ispirazione per una serie limitata di vasi realizzati da Archimede Seguso all’indomani del tragico rogo, avvenuto il 29 gennaio 1996, undici dei quali saranno proposti nell’importante asta dedicata alla collezione privata del grande maestro vetraio, in programma a Firenze il 27 novembre prossimo.
Testimone diretto di una nottata drammatica, spettatore interessato dalla finestra della camera propria, confinante con il teatro, Archimede sentì il bisogno di condividere le emozioni di quella notte nel modo per lui più naturale, e cioè attraverso il vetro. E così nei giorni successivi iniziò a creare dei vasi ispirati all’incendio, trasformando i ricordi in materia. E insieme al rosso del fuoco riprodusse i bagliori di blu, di gialli, di bianchi sciogliendo Venezia nelle iridescenze e nei cangiantismi, lingue di fuoco che si alzano qua e là, volano via con prepotenza, mentre le acque del canale rimandano i riflessi dell'incendio.
E gli undici vasi proposti in asta ripercorrono tutte le fasi dell’incendio: dai primi fili di fumo levatisi nel cielo all’imbrunire, passando per il fuoco devastatore dell’intera notte, potente nel cielo o riflesso nell’acqua, fino allo svolazzare delle ceneri alle prime luci dell’alba e al cielo tornato azzurro.