ARTE MODERNA E CONTEMPORANEA

21 GIUGNO 2023
Asta, 1202
55

MARIA LAI

Stima
€ 15.000 / 25.000
Aggiudicazione  Registrazione

MARIA LAI

(Ulassai 1919 - Cardedu 2013)

Senza titolo

1975

collage di carta, filo, china e vernice

cm 70x50

firmato e datato

 

L'opera è accompagnata da autentica dell'Archivio Maria Lai.

L'opera è registrata presso l'Archivio Maria Lai col n. AA 005/23.

 

Provenienza

Studio dell'Artista

Collezione privata

 

 

 

 

“Guardare le nuvole risponde al desiderio di interrogare il cielo che nella forma delle nuvole manda continui messaggi dall’infinito. Disegnare è l’esigenza di trascrivere quei messaggi per capirli, per interpretare scritture misteriose.”

 

Maria Lai, 2002

Maria Lai, nata in Sardegna ad Ulassai nel 1919, è una delle più affascinanti e rivoluzionarie figure dell’arte italiana della seconda metà del secolo scorso. Una delle poche, quasi unica, pittrice donna in un mondo tipicamente maschile, nel corso della sua carriera artistica dà voce alle tradizioni, costumi e storie femminili connesse con l’esperienza viva e vissuta delle donne della sua città natale.

I materiali e tecniche prescelte dalla Lai fin dagli esordi della sua carriera artistica, sono materiali poveri, che appartengono alla vita quotidiana, tele di juta, stoffa, fili, e che intendono innescare una riflessione su uno dei mestieri più antichi e tipicamente associato alla figura femminile: il cucito. La Lai si concentra sull’importanza del lavoro manuale e della tradizione artigianale, contenuti che hanno accompagnato l’artista fin dai suoi primi anni di vita, quando trascorreva le giornate ad osservare la nonna rammendare le lenzuola e ad immaginarsi storie fantastiche celate tra quei ricami.

È il filo dunque, il vero protagonista e tratto inevitabile che caratterizza la poetica artistica di Maria Lai. Un filo che è poi quello della vita e delle fitte relazioni tra gli esseri umani intorno a noi. I fili si muovono, si uniscono, si fermano e poi ricominciano il loro percorso. La loro trama può farsi irregolare, si susseguono nodi e grovigli, ma la cosa più importante, come diceva il professor Stefano Cambosu a una giovane Maria Lai ancora studentessa, è “seguire il ritmo” e difatti Maria non si è mai fermata di fronte alle avversità incontrate durante la sua lunga e intensa carriera.

Una delle abilità più grandi della Lai è quella di conferire all'opera d'arte il potenziale per infiniti significati. I suoi lavori sono volutamente enigmatici e impenetrabili e possono essere interpretati in modo diverso da ogni individuo che li incontra, come se questi fossero un luogo di creazione e immaginazione senza fine, mentre gli spettatori costruiscono le proprie narrazioni fantastiche e talvolta intime.

Nelle tre opere presentate troviamo moltissimi di quegli elementi primordiali e grezzi così cari nell’immaginario dell’artista: il collage, la vernice grezza, l’oro zecchino e un’immagine di un neonato che simbolicamente evoca il ruolo della madre, dell’essere madri. Tutto sempre connesso da un fievole ma presente filo aggrovigliato che si pone al centro dell’opera e che altro non è che la vita.

 

 

 

© Archivio Maria Lai