IMPORTANTI MAIOLICHE RINASCIMENTALI

26 OTTOBRE 2022
Asta, 1176
37

TONDINO, PESARO O CASTELDURANTE, 1550

Stima
€ 3.000 / 5.000
Aggiudicazione  Registrazione

TONDINO, PESARO O CASTELDURANTE, 1550

in maiolica dipinta in policromia con giallo ocra, bruno di manganese, blu di cobalto e tocchi di rosso ferraccia. Datato 1550 entro un cartiglio; diam. cm 22,6, diam. piede cm 10, alt. cm 6,7

 

A PLATE (TONDINO), PESARO OR CASTELDURANE, 1550

 

Bibliografia di confronto

C. Fiocco, G. Gherardi. La maiolica Rinascimentale di Casteldurante. Collezione Saide e Mario Formica, Urbania 1997, pp. 56-57 n.12

G. Gardelli, Urbino nella storia della ceramica. La collezione della casa natale di Raffaello, in “Accademia Raffello”, Atti e Studi, 2 (2002), pp. 43-58

 

Il piatto, o tondino, ha profondo cavetto, tesa obliqua che termina in un orlo arrotondato e poggia su un piede ad anello appena rilevato. L’intera superficie è interessata da un decoro “a trofei” caratterizzato dal colore ocra, impreziosito da tocchi di rosso a lumeggiare i sottili nastri a risparmio sul fondo blu che riempiono le campiture lasciate vuote dalle panoplie di armi. Nell’ornato è inserito un cartiglio che reca la data 1550.

Gli esemplari di confronto per questo tipo di opera sono conservati in diversi musei, e tra questi ricordiamo un piatto con disposizione simile dei trofei conservato a Urbino nella Casa di Raffaello (inv. CR19), ma con decoro ancora a grisaille grigia. Una cromia simile si ritrova nei due piatti esposti al Museo di arte medievale di Arezzo, di cui uno (inv. 14751) simile come impostazione decorativa, anche se la fantasia nella disposizione delle armi, degli strumenti musicali e dei cartigli in queste opere è sempre molto varia. Un altro confronto, ma sempre in tono del grigio, è conservato al Museo di Ecuen (inv. ECL15044).

I frammenti di opere analoghe sono stati reperiti in ambito durantino, dove la tipologia era prodotta con successo. Lo stile molto corrivo dell’opera denuncia a nostro parere un’abitudine nella redazione dei piatti, ma il vezzo di colorare, quasi dar lustro, i sottili nastri graffiti è inusuale e rende particolarmente interessante l’opera unitamente alla data di realizzazione.