IMPORTANTI MAIOLICHE RINASCIMENTALI

26 OTTOBRE 2022
Asta, 1176
17

TAGLIERE, GUBBIO, BOTTEGA DI MASTRO GIORGIO ANDREOLI, 1525-1540 CIRCA

Stima
€ 7.000 / 10.000
Aggiudicazione  Registrazione
L'opera è corredata di certificato di libera circolazione

TAGLIERE, GUBBIO, BOTTEGA DI MASTRO GIORGIO ANDREOLI, 1525-1540 CIRCA

in maiolica decorata in policromia con tecnica mista a gran fuoco per i colori e a piccolo fuoco per l’applicazione del lustro metallico nei toni dell’oro e del rosso rubino; diam. cm 25,1, diam. piede cm 11, alt. cm 2,6

 

A PLATE (TAGLIERE), GUBBIO, WORKSHOP OF MASTRO GIORGIO ANDREOLI, CIRCA 1525-1540

 

Bibliografia di confronto

J. Giacomotti, Catalogue des majoliques des musées nationaux, Parigi 1974, pp. 234-236 nn. 773-774;

A.V.B. Norman, Wallace Collection Catalogue of Ceramics. 1: Pottery, Maiolica, Faience, Stoneware, Londra 1976, pp. 66-67 n. C.20;

C. Fiocco, G. Gherardi, L. Sfeir-Fakhri, Majoliques italiennes du Musée des Arts Décoratifs de Lyon. Collection Gillet. Lione 2001, p. 144 n. 100;

E. A. Sannipoli (a cura di), La via della ceramica tra Umbria e Marche: maioliche rinascimentali da collezioni private, Gubbio 2010, p. 142 n. 2.17

 

Il piatto ha cavetto basso, tesa larga e orizzontale con orlo arrotondato, e poggia su un piede ad anello appena accennato. Al recto il piatto presenta una complessa e ricca decorazione che vede al centro del cavetto un amorino adagiato su una zolla erbosa con la mano appoggiata sul cuore con fare meditabondo; sullo sfondo un paesaggio montuoso con cielo al crepuscolo. Tale decorazione, che interessa tutto il cavetto inclusa la balza, è separata dalla tesa con due sottili filettature blu, in seguito decorate da una linea a lustro. La tesa è interessata da una decorazione a trofei con armi e strumenti musicali distribuita simmetricamente e realizzata in mezza tinta fredda. I trofei, abbondantemente coperti e lumeggiati a lustro, sono realizzati a risparmio, come pure i nastri che li circondano, su un fondo poi coperto da uno spesso strato di blu cobalto. Il lustro in due toni valorizza l’intero decoro con tocchi di oro nei trofei e di rosso nei nastri e lungo il bordo e gli stacchi della forma. Al verso il tagliere non presenta alcun decoro.

Questa tipologia di piatti a decoro è stata variamente attribuita all’interno del territorio del ducato di Urbino. Mentre per alcuni studiosi apparterrebbe alla produzione pesarese, sembra comunemente accettata l’ipotesi attributiva alla bottega di Giorgio Andreoli a Gubbio, dove sappiamo attivi molti pittori e decoratori che si spostavano all’interno del Ducato. L’ornato centrato da putti in vari atteggiamenti perdura per tutta la prima metà del Cinquecento, con un arco cronologico delimitato da esemplari datati che va dal 1524 al 1540. Si ravvisano confronti pertinenti in alcuni piatti con uguale impostazione decorativa, che prevede trofei e putto al centro. Tra questi, ne ricordiamo uno nella collezione del Musée des Art Decoratif di Lione, uno in collezione privata ad Assisi, uno con un muscoloso Amorino con tridente alla Wallace di Londra (inv. C.20), e infine i due taglieri del Louvre con partitura della tesa in cui sono inseriti i trofei e entrambi con puntinature nel cielo (invv. OA1547 e OA1531). Infine un recente riscontro ci deriva da un piatto con soldato nudo e trofei, dipinto in policromia e lustro dalle collezioni del Met di New York (inv. 04.9.27), che condivide lo stesso substrato culturale e produttivo dell'esemplari qui proposto, con chiare influenze durantine, attribuito alla bottega di Mastro Giorgio.