DIPINTI ANTICHI

21 DICEMBRE 2022
Asta, 1170
8

Giovanni di Consalvo (Maestro del Chiostro degli Aranci)

Stima
€ 40.000 / 60.000

Giovanni di Consalvo (Maestro del Chiostro degli Aranci)

(attivo a Firenze tra il 1435 e il 1439)

SAN GIOVANNI BATTISTA

SANT'ANTONIO

coppia di dipinti, tempera e oro su tavola, cm 52,5x18

 

SAINT JOHN THE BAPTIST

SAINT ANTHONY

tempera and gold on panel, cm 52,5x18, a pair

 

Provenienza

Silberman Galleries, New York, 1964, come da etichetta al retro

Finarte, Milano, 5 dicembre 1991

collezione privata

 

Esposizioni

Mostra di dipinti del XIV e XV secolo. Milano, Finarte, 6 febbraio-7 marzo 1971, n. 17

 

Bibliografia

C. Volpe, Mostra di dipinti del XIV e XV secolo, Milano 1971, pp.42-43, n. 17; M. Boskovits, Per Giovanni “dipintore di Portogallo”, in Arte, collezionismo, conservazione. Scritti in onore di Marco Chiarini. A cura di M. L. Chappell, M. Di Giampaolo e S. Padovani, Firenze 2004, pp. 155-59.

 

A lungo assenti dal mercato dell’arte, le tavole qui presentate furono riferite per la prima volta da Carlo Volpe a Giovanni di Consalvo, il Maestro del Chiostro degli Aranci, attribuzione confermata da Miklòs Boskovits nel suo contributo dedicato a Marco Chiarini, che aveva scelto il ciclo di storie benedettine nel chiostro della Badia fiorentina come suo primo argomento di studi (Il Maestro del Chiostro degli Aranci: Giovanni di Consalvo Portoghese, in “Proporzioni” 4, 1963, pp. 1-24) e che insieme a Federico Zeri aveva confermato oralmente le nostre tavole all’artista portoghese attivo a Firenze nella stretta cerchia dell’Angelico.

Del tutto convincenti i confronti proposti da entrambi gli studiosi con dettagli degli affreschi citati, tredici scene della vita di S. Benedetto presumibilmente completate da altre undici, la cui esecuzione è documentata da pagamenti – solo in parte intestati al pittore portoghese – nel 1438-39, e in particolare con il Miracolo del vino avvelenato, dove compaiono visi virtualmente sovrapponibili a quello del nostro Sant’Antonio abate.

Tra le rare opere attribuibili al Maestro, documentato a Firenze nel 1435 nei pressi di S. Domenico di Fiesole e attivo a stretto contatto con Zanobi Strozzi, l’insieme tuttora da ricostruire da cui provengono i nostri pannelli e, come già suggerito dal Volpe, la tavoletta con San Lorenzo nella Walters Art Gallery di Baltimora, dalla collezione Massarenti, uguale per sagoma, dimensioni e punzonatura alle tavole qui presentate.