DIPINTI ANTICHI

21 DICEMBRE 2022
Asta, 1170
54

Antonio Joli

Stima
€ 60.000 / 80.000
Aggiudicazione  Registrazione

Antonio Joli

(Modena, 1700 – Napoli, 1777)

VEDUTA DI PIAZZA NAVONA

olio su tela, cm 106,5x82,5

 

A VIEW OF PIAZZA NAVONA

oil on canvas, cm 106,5x82,5

 

Provenienza

Roma, Finarte, 8 maggio 1990, asta 736, n. 214;

collezione privata

 

Bibliografia

R. Middione, Antonio Joli, Soncino 1992, p. 72, n. 14; M. Manzelli Antonio Joli: opera pittorica, Venezia 2000, p. 95, R.34, fig.68; R. Toledano, Antonio Joli: Modena 1700 – 1777 Napoli, Torino 2006, p. 184, R.XIII.1

 

Attribuito per la prima volta a Joli da Giuliano Briganti in una comunicazione scritta alla proprietà (1988) il dipinto è stato successivamente confermato all’artista modenese dalla letteratura specializzata, che lo ha confrontato con le altre versioni note di questo soggetto, per la verità non particolarmente numerose.

Come sottolineato da più parti, la veduta si caratterizza essenzialmente per il formato verticale che, rispetto ai modelli stabiliti da Gaspar van Wittel già alla fine del Seicento, ne limita il campo visivo.

Ripresa idealmente da palazzo Lancellotti, la veduta privilegia anche sotto il profilo luministico il lato più scenografico della piazza, qualificato dagli edifici borrominiani di palazzo Pamphilj e Sant’Agnese in Agone, mentre resta in ombra la facciata di S. Giacomo degli Spagnoli e il palazzo adiacente sul lato opposto. Una soluzione formale già proposta da Van Wittel e ripresa negli stessi anni anche da Giovanni Paolo Panini e Andrea Locatelli, oltre che da Joli stesso in due esemplari noti (Toledano 2006, R. XII).

Questa veduta si distingue tuttavia da quelle degli artisti citati per una marcata sobrietà nelle scelte cromatiche e per l’insistenza sugli elementi architettonici, presentati in una rigorosa gabbia prospettica, mentre le scene a piccole figure che solitamente animano la piazza sono ridotte a pochi gruppi essenziali.

Nota in due versioni, la nostra redazione è stata probabilmente eseguita intorno alla fine del sesto decennio del Settecento, con il contributo della bottega dell’artista.