SCULTURE E OGGETTI D'ARTE DAL MEDIOEVO AL XIX SECOLO

16 GIUGNO 2022

SCULTURE E OGGETTI D'ARTE DAL MEDIOEVO AL XIX SECOLO

Asta, 1123
FIRENZE
Palazzo Ramirez-Montalvo
ore 15.30
Lotti: 1-186
Esposizione
FIRENZE
Sabato 11 giugno 2022 10-18
Domenica
12 giugno 2022 10-13
Lunedì
13 giugno 2022 10-18
Martedì 14 giugno 2022 10-18

 
 
 
Stima   200 € - 50000 €

Tutte le categorie

61 - 90  di 185
73

Scultore tosco-romano attivo nella cerchia del ‘Maestro di Pio II’, seconda metà del sec. XV

ALLEGORIA DELLA CARITÀ

gruppo scultoreo in marmo bianco, cm 72x67x37

 

Tuscan-Roman sculptor active in the circle of the ‘Maestro di Pio II’, second half 15th century, Allegory of Charity, white marble group, 72x67x37 cm

 

Bibliografia

Centro Studi Piero della Francesca, Sculture antiche dal II secolo a. C. al XV, catalogo della mostra (Milano, Abbazia di S. Maria di Chiaravalle, 15 giugno - 15 luglio 1969), Milano 1969, n. XIV

 

Questo affascinante gruppo scultoreo di spiccata intonazione archeologica ritrae una giovane donna, purtroppo oggi acefala, abbigliata in una lunga tunica all’antica, sottilmente intagliata e cinta appena sotto il petto da un esile cordino, accompagnata da un vezzoso e vivace Bambino - privato nel corso dei secoli del sesso vistosamente scalpellato - protratto con il braccio a stringerle il seno e coperto solo dalla cappa svolazzante di una mantella appuntata al collo. Sull’altro lato la donna poggia la sua mano sulla testa consunta di un grifo, mutilo delle zampe anteriori, originariamente distese fino a terra a protezione di un volatile ancora oggi visibile nell’incavo del marmo. Il gruppo, nella sua veste iconografica che potremmo associare ad un'Allegoria della Carità, risulta del tutto pertinente con il suo originario concepimento quale elemento di una fontana pubblica, come d’altra parte dimostra l’inserto idraulico oggi sporgente, ma un tempo quasi integralmente celato, dalla testa del grifo.

Da un punto di vista stilistico l’opera risalta per la vocazione archeologica che la mette in stretta relazione con il clima culturale promosso a Roma tra il sesto e l’ottavo decennio del Quattrocento sotto i pontificati di Niccolò V (1447-1455), Pio II (1458-1464) e Paolo II (1464-1471), contraddistinto in campo artistico da un appassionato studio delle antichità, dal frenetico collezionismo e da uno spirito di rinnovamento dell’iconografia papale inspirata ai fasti imperiali, che guidarono la decorazione dei principali edifici di culto e i palazzi papali dell’Urbe. Il maggiore interprete di questa tendenza fu lo scultore Paolo Taccone da Sezze detto Paolo Romano, in virtù anche del suo ruolo come restauratore e ‘falsificatore’ di antichità, ma al suo fianco si distinsero altre importanti personalità di varia provenienza, tra cui Giovanni Dalmata, Mino da Fiesole, Isaia da Pisa e l’anonimo scultore noto con il nome convenzionale di “Maestro di Pio II” per via della sua abbondante partecipazione negli anni sessanta insieme a Paolo Romano al monumento funebre del Pontefice oggi in Sant’Andre della Valle a Roma (C. La Bella, Isaia da Pisa, Mino da Fiesole e gli scultori toscani, in Il Quattrocento a Roma, catalogo della mostra di Roma, Roma 2008, pp. 197-201, con bibliografia precedente).

La paternità del gruppo in esame può a nostro parere essere ricondotta alla mano di uno scultore che fu attivo nella bottega del ‘Maestro di Pio II’ e nello stretto giro della committenza senese-romana promossa dalla famiglia Piccolomini. L’indirizzo senesizzante registrabile nell’opera dell’anonimo maestro si può ritrovare anche nella nostra scultura che reca una citazione diretta dalla statua dell’Acca Larenzia scolpita da Jacopo della Quercia tra il 1414 e il 1419 per la Fonte Gaia di Siena, in cui uno dei due bambini risulta del tutto analogo al nostro nella concezione posturale, con la gambina sollevata, il corpo leggermene inarcato all’indietro, la testa reclinata con la medesima angolazione e una mano protesa verso l’alto

Stima   € 8.000 / 12.000
Aggiudicazione  Registrazione
86

Abruzzo, prima metà del sec. XV

MADONNA IN TRONO (MADONNA DEL PARTO)

statua in legno, cm 124x45x34

 

Abruzzese, first half 15th century, Madonna enthroned (Madonna of parturition), wood, 124x45x34 cm

 

Bibliografia

Centro Studi Piero della Francesca, Sculture antiche dal II secolo a. C. al XV, catalogo della mostra (Milano, Abbazia di S. Maria di Chiaravalle, 15 giugno - 15 luglio 1969), Milano 1969, n. XII

 

Questa nobile Madonna in Maestà in origine doveva accogliere tra le braccia protese la figura del Bambin Gesù assiso nel grembo materno, forse in posa benedicente, intagliata separatamente e rimuovibile, in modo da conferire all’immagine per un certo periodo del calendario liturgico il ruolo di Madonna del Parto, secondo una tipologia ben radicata nella scultura lignea e in terracotta dipinta abruzzese dell’Umbria meridionale nel Quattrocento (A. Vergari, Le Madonne col Bambino in grembo di tipo aquilano nella scultura rinascimentale in Umbria e in Valnerina, Perugia 2015).

Del resto, sul piano formale, trova riscontro, sia nelle fattezze tondeggianti ben proporzionate, sia nell’andamento elegante e ben disciplinato del panneggio, nella Madonna detta del Parto, essa pure oggi priva del Bambino, conservata nel Museo Nazionale d’Abruzzo a L’Aquila, datata nella prima metà del Quattrocento e riferita a un anonimo maestro locale sensibile al ritmo classicista della scultura ghibertiana (M. Moretti, Museo Nazionale d’Abruzzo nel castello cinquecentesco dell’Aquila, L’Aquila 1968, p. 121)

Stima   € 6.000 / 9.000
61 - 90  di 185