DAL RINASCIMENTO AL PRIMO '900. PERCORSO ATTRAVERSO CINQUE SECOLI DI PITTURA

11 MAGGIO 2022

DAL RINASCIMENTO AL PRIMO '900. PERCORSO ATTRAVERSO CINQUE SECOLI DI PITTURA

Asta, 1117
FIRENZE
Palazzo Ramirez Montalvo

ore 15.00
Lotti 1 - 104
Esposizione
FIRENZE
Sabato 7 maggio 10-18
Domenica 8 maggio  10-13
Lunedì 9 maggio 10-18
Martedì 10 maggio 10-18
 
 
 
Stima   1000 € - 70000 €

Tutte le categorie

61 - 90  di 98
82

Silvestro Lega

(Modigliana 1826 - Firenze 1895)

TESTA FEMMINILE

olio su tavoletta, cm 36,5x26

firmato in basso a sinistra

retro: iscritto "Opera autentica e pregevole / di Silvestro Lega. / Enrico Somarè / Milano 8 febbraio 1941"

 

FEMALE HEAD

oil on panel, 36.5x26 cm

signed lower left

on the reverse: inscribed "Opera autentica e pregevole / di Silvestro Lega. / Enrico Somarè / Milano 8 febbraio 1941"

 

Provenienza

Galleria Gussoni, Milano

Collezione privata

 

Bibliografia

G. Matteucci, Lega. L'opera completa, Firenze 1987, vol. II, p. 335

 

Presentiamo in catalogo il dipinto di  Silvestro Lega raffigurante la testa di giovane indicata come La scellerata. L’opera, sinora conosciuta solo attraverso un’immagine fotografica conservata presso l’archivio della Galleria Gussoni di Milano e come tale pubblicata nella monografia dell'artista redatta da Giuliano Matteucci, ha sul retro un'iscrizione autografa di Enrico Somarè datata 1942 che la riconosce  come "opera autentica e pregevole".

La giovane indicata come La Scellerata era una modella di cui Lega si era invaghito e che gli amici dell’artista avevano così soprannominata per l’atteggiamento che aveva nei confronti del pittore, innamorato non corrisposto, nelle mani della giovane donna senza pietà.  Lega ritrae la giovane donna tra il 1892-93 in vari ritratti, tavolette che hanno come soggetto il volto della bella giovane popolana, una donna del Gabbro, che costituiscono dei capolavori per la naturalezza dell’immagine e armonia di cromatismo libero da precedenti vincoli con la tradizione pittorica. Specialmente nell’opera che presentiamo, il coinvolgimento sentimentale dell’artista rende la pennellata vibrante e la passione si esprime nel fazzoletto scarlatto al collo dell’amata che diventa cuore palpitante dell’opera stessa.

 

 

 

Stima   € 10.000 / 18.000
Aggiudicazione  Registrazione
84

Plinio Nomellini

(Livorno 1866 - Firenze 1943)

PERDUTO NELLA MEDITAZIONE                                              

olio e pastello su tela, cm 69,5x151,5

firmato in basso a destra

 

LOST IN THOUGHT

oil and pastel on canvas, 69.5x151.5 cm

signed lower right

 

Il pannello fu ideato da Plinio Nomellini, insieme ad altri di soggetto marino, Marina con gabbiani, Vele al tramonto, e di atmosfera romantica, L’alba, La notte, per un allestimento speciale di Carlo Spicciani, la Camera da pranzo, creata per l’Esposizione Internazionale dell’Industria e del Lavoro di Torino del 1911 (da allora solo nel 1970 due pannelli della serie erano ricomparsi a Firenze nella vendita degli arredi della Villa Giramonte, a cura della San Marco s.a.s., con i titoli rispettivamente: Giovinetto con ghirlanda di fiori su fondo di paesaggio e Busto di giovinetto in un campo di papaveri).

 

«Agli albori del Novecento arredamenti raffinati ed elaborati erano richiesti dalla nuova borghesia.

Carlo Spicciani, artista - mobiliere di Lucca (Pescia 1879 – Lucca 1943) ne fu un premiato artefice. Il suo design di gusto Liberty o Decò, era arricchito da pannelli dipinti, ceramiche, o inserti in vetro, eseguiti appositamente da artisti importanti, come le decorazioni in ceramica di Galileo Chini.

Nel 1911 si festeggiarono i 50 anni dell’unita d’Italia con grandi Esposizioni internazionali, e  furono allestiti in tutto il mondo numerosi padiglioni, temporanei e non, dalle architetture più originali e differenti. A Valle Giulia, a Piazza d’Armi, coinvolgendo anche molte altre zone della città, si sconvolse Roma, a Torino fu scelto il Parco del Valentino. A Firenze senza particolari allestimenti, la celebrazione del Cinquantenario si tenne a Palazzo Vecchio con La mostra del ritratto italiano.

Plinio Nomellini nel 1911, oltre ad esporre sue opere a Valle Giulia, fece i pannelli decorativi per il padiglione Spicciani a Torino, eseguì  numerosi pannelli di soggetto storico e garibaldino da inserire nel Padiglione Livornese della Mostra Regionale ed Etnografica a Roma.

La collaborazione tra Nomellini e Spicciani continuò nel tempo. Nel 1913 Plinio Nomellini fornì due suoi dipinti a Carlo Spicciani per il Villino Calderai a Roma, Lavori al porto e Ritorno dal lavoro e nella sua Mostra individuale alla prima Esposizione della Secessione Romana del 1913, furono di Spicciani i mobili e le decorazioni.

Non ci sono lettere a Nomellini che documentino eventuali suggerimenti del mobiliere per i soggetti dei pannelli da inserire negli arredi. Certamente di fronte alle tele la fantasia dell’artista volò come era nella sua indole.

Il fanciullo ritratto rimanda alla fisionomia del figlio Victor, già suo modello nel Bacchino, conservato a Firenze nella Galleria d’arte moderna di Palazzo Pitti, e in numerose altre opere».

 

A cura di Eleonora Barbara Nomellini

 

 

Stima   € 12.000 / 18.000
85

Antonio Maraini

(Roma 1886 - Firenze 1963)

RITRATTO DI YOÏ MARAINI

marmo, cm 37x 40,5

firmato e datato "1911" in basso a destra

 

PORTRAIT OF YOÏ MARAINI

marble, 37x40.5 cm

signed and dated "1911" lower right

 

Provenienza
Collezione Eredi Marini
Collezione privata
 

Bibliografia

F. Bardazzi, Antonio Maraini e Aldous Huxley: due intellettuali nella Firenze del Ventennio, in "Annali della Scuola Normale superiore di Pisa", Pisa 1983, pag. 1140, nota 5

Ead., Antonio Maraini scultore, Firenze1984, p.54, nota 10

 

 

Edith (Yoï) Crosse, moglie di Antonio e madre di Fosco e Grato Maraini, era nata nel 1878 a Tallya, in Ungheria. Il padre era inglese e la madre ungro-polacca. Apprezzata scrittrice e autrice di vari libri editi in inglese aveva adottato il nome di Yoï e firmava i scoi scritti Yoï Pawloswska, dal cognome materno. Tra i suoi scritti: A year of strangers; Those that dream; A child went Forth; Little Dressmakers in love; In a grain of sand, edito nel 1922 e corredato da sei disegni di Antonio Maraini. Yoï aveva sposato Antonio in seconde nozze nel 1912 e da allora figura spesso come ritratta e come silhouette allegorica nell'opera di Antonio. Grazie ai numerosi interessi, che provenivano dalla formazione cosmopolita ed anglosassone, Yoï ebbe un grande ascendente sullo spirito già curioso e disponibile del Maraini, orientandosi verso la raffinata misura della propria cultura inglese. Fu lei che sostenne il marito nella definitiva decisione di darsi all'arte e che nel 1912 gli dette l'appoggio necessario per attuare il suo desiderio di trasferirsi a Firenze, città amata e idealizzata fin dagli anni della giovinezza.

Morì a Firenze mentre Fosco era deportato in Giappone.

 

 

Stima 
 € 10.000 / 18.000
Aggiudicazione  Registrazione
86

William Hamo Thornycroft

(Londra 1850 - Oxford 1925)

IL FALCIATORE

bronzo, cm 58x23x17

base: iscritto "HAMO THORNYCROFT RA. Sc 1888", firmato e datato "1901", iscritto "cast by Singer from HT"

 

THE MOWER

bronze, 58x23x17 cm

on the base: inscribed "HAMO THORNYCROFT RA. Sc 1888", signed and dated "1901", inscribed "cast by Singer from HT"

 

Provenienza

Collezione H.S. Whitaker

Collezione privata

 

Bibliografia

Vendita all'Asta: Eredità Mr. Hugh Sartorius Whitaker, catalogo dell'asta (Istituto Vendite Cav. Luigi Pandolfini, Firenze, 12 dicembre-16 dicembre 1972), p.28, n.211

 

 

Dopo un’iniziale produzione di modelli secondo lo stile classico, il famoso scultore britannico William HamoThornycroft si rivolge con Il falciatore a soggetti contemporanei rurali. Questo ritratto sembra essere il primo ritratto nelle scultura britannica  di un lavoratore in abiti da lavoro. L’ opera strettamente collegata al naturalismo rurale  mostra anche lla sua derivazione dal David di Donatello.

La versione in argilla a grandezza naturale  fu realizzata  nel 1983 con il modello italiano Orazio Cervi e  dal gesso ne fu realizzata una unica fusione bronzo nel 1984.  Nel frattempo lo scultore realizza un’edizione della scultura di dimensioni ridotte. La data 1888 che appare sulla base del bronzo si riferisce  all’elaborazione della terracotta in dimensioni ridotte e alla sua fusione. Sembra che il bronzo sia stato poi fuso in sole 25 edizioni. La nostra edizione datata 1901 è  firmata dall’artista e fusa da Singer. L’opera proviene dalla dispersione dei beni del gentiluomo inglese Hugh Sartorius Whitaker  che nel 1919 divenne proprietario della Villa Papiniano di Fiesole, popolare luogo di ritiro per la ricca borghesia anglosassone. Il gentiluomo inglese fece ristrutturare la villa e il giardino a Cecil Pinsent in celebre paesaggista inglese nel 1925 e visse nella sua dimora sino alla fine dei suoi giorni.

 

 

Stima   € 8.000 / 12.000
Aggiudicazione  Registrazione
96

Galileo Chini

(Firenze 1873 - Firenze 1956)

LA CASA DELL'OBLIO

olio su compensato, cm 65x80

firmato e datato "XII" in basso a sinistra

retro: iscritto "VERSILIA. LIDO DI CAMAIORE / LA CASA DELL'OBLIO", iscritto "DOCUMENTO RISERVATO / N. LA CASA GIALLA FU ABITATA DA ELEONORA DUSE / DOPO L'ABBANDONO DEL POETA... G.D.A", disegno della mappa della "Casa dell'Oblio", cartiglio della XIX Espozione Biennale Internazionale d'arte di Venezia del 1934

 

"LA CASA DELL'OBLIO"

oil on plywood, 65x80 cm

signed and dated "XII" lower left

on the reverse: inscribed "VERSILIA. LIDO DI CAMAIORE / LA CASA DELL'OBLIO", inscribed "DOCUMENTO RISERVATO / N. LA CASA GIALLA FU ABITATA DA ELEONORA DUSE / DOPO L'ABBANDONO DEL POETA... G.D.A", drawing of the map of "Casa dell'Oblio", label of the XIX Espozione Biennale Internazionale d'arte di Venezia of 1934

 

Esposizioni

XIX Espozionone Biennale Internazionale d'arte di Venezia, Venezia, 1934

 

 

Galileo Chini dipinge, tra i pini marittimi e gli oleandri del suo giardino in Versilia, la dimora di Eleonora Duse, detta La Casa Gialla o La casa dell’oblìo. L’opera, che fu presentata all’ Esposizione Biennale Internazionale d’Arte di Venezia nel 1934, è proposta all’attenzione dei collezionisti e presentata nella nostra vendita.

Il dipinto è un affettuoso omaggio e un ricordo della grande attrice italiana che nella serenità della Versilia cercava riparo dagli affanni della tumultuosa storia d’amore con il divino poeta Gabriele D’Annunzio conosciuto a Venezia nel 1894 e con cui aveva intessuto un’agitata relazione amorosa durata diversi anni, tormentati dai continui tradimenti del poeta e da liti, ma anche anni di reciproca ispirazione artistica. Eleonora Duse aveva trovato il suo buen retiro in un villino in via Roma vicino alla Fossa dell’Abate, allora sterrata e circondata dalla pineta, dove si rifugiava quando aveva bisogno di serenità. Al retro dell’opera Chini schizza una sintetica piantina dell’area in cui si trova la casa gialla, tra via Roma e via del Fortino, dove sono annotate oltre alle abitazioni della Duse e di Chini anche quelle di due importanti artisti toscani, Lorenzo Viani e Plinio Nomellini, amici e dirimpettai in questo crocevia versiliese. Ricordiamo tra l’altro che proprio grazie alla Duse Nomellini conobbe Isadora Duncan, che fu ospite dell’attrice in Versilia e che l’artista ritrasse in memorabili tele, danzante sulla spiaggia.

 

 

 

 

 

 

Stima 
 € 5.000 / 8.000
Aggiudicazione  Registrazione
61 - 90  di 98