OPERE DI ECCEZIONALE INTERESSE STORICO ARTISTICO

28 SETTEMBRE 2022
Asta, 1116
3

“Pseudo – Avanzi”

Stima
€ 150.000 / 250.000

“Pseudo – Avanzi”

(attivo in Veneto nella seconda metà del XIV secolo)

LA CATTURA DI CRISTO

tempera e oro su tavola, cm 28x20

 

Provenienza

Bologna, collezione privata

 

Bibliografia

D. Benati, Jacopo Avanzi nel rinnovamento della pittura padana del secondo ‘300, Bologna 1992, p. 114, fig. 119

 

La splendida tavola qui offerta è stata pubblicata da Daniele Benati che nel 1992 ha reso noto, illustrandolo, un gruppo di opere riunito solo oralmente da Carlo Volpe e di cui aveva dato notizia Andrea De Marchi (Per un riesame della pittura tardogotica a Venezia: Nicolò di Pietro e il suo contesto adriatico, in “Bollettino d’arte” 1987, 44-45, pp. 25-66, alle pp. 30-31 e passim).

Come è ormai noto, il gruppo ha il suo elemento principale nell’importante Crocefissione un tempo a Milano presso la galleria Salamon-Agustoni-Algranti, pubblicata una prima volta da Arslan nel 1960 come opera di Altichiero.

Ad essa Volpe collegava, seguito da Boskovits e De Marchi, due tavolette nella Pinacoteca Vaticana raffiguranti l’Orazione nell’orto e la Deposizione (Benati 1992, cit., figg. 117-18), una Salita al Calvario nelle raccolte reali a Hampton Court e, per l’appunto, la Cattura qui in esame: De Marchi e Benati hanno anzi ipotizzato che tutte facessero parte di un dossale dedicato alla Passione di cui la citata Crocefissione costituiva l’elemento principale.

Se la definizione del corpus dell’anonimo maestro, cui si aggiungono altri numeri di cui il più cospicuo un trittico all’Accademia di Venezia, trova concordi tutti gli specialisti, non altrettanto risolta è la localizzazione della sua attività, che alcuni hanno visto a Venezia, quale preludio al primo Jacobello del Fiore (De Marchi; lo studioso preferisce chiamare l’artista “Maestro della Madonna Giovanelli”) mentre altri, tra cui appunto Benati, sottolineano la componente padana della sua cultura.

In ogni caso, l’opera dello Pseudo-Avanzi - come oggi è generalmente chiamato – costituisce un esempio significativo di neo-giottismo in area padana, dove la spazialità austera di Altichiero e di Jacopo Avanzi si arricchisce di notazioni naturalistiche e di una forte caratterizzazione dei personaggi.

 

 

Opera dichiarata di interesse particolarmente importante dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali, Soprintendenza Regionale per la Lombardia, con decreto del 20/6/2002.

The Italian Soprintendenza considers this lot to be a work of national importance and requires it to remain in Italy; it cannot therefore be exported from Italy.