DIPINTI DEL SECOLO XIX. OPERE SCELTE DA UNA COLLEZIONE PRIVATA

9 NOVEMBRE 2021
Asta, 1079
117

Guglielmo Ciardi

Stima
€ 8.000 / 16.000
Aggiudicazione  Registrazione

Guglielmo Ciardi

(Venezia 1842 - 1917)

CHIOGGIA

olio su cartone, cm 31x43,5

firmato e datato in basso a destra

retro: timbro della Mondial Gallery di Milano

 

CHIOGGIA

oil on cardboard, 31x43.5 cm

signed and dated lower right

on the reverse: stamp of the Mondial Gallery of Milan

 

Provenienza

Mondial Gallery, Milano

Collezione privata

 

Bibliografia

Catalogo Bolaffi della Pittura Italiana dell'Ottocento. 9, a cura di G.L. Marini, Torino 1980, p. 54

N. Stringa, Guglielmo Ciardi, catalogo generale dei dipinti, Crocetta del Montello 2007, n. 268

 

Una vela di colore arancio si staglia davanti a un gruppo di case a due piani come se fosse una grande bandiera. Davanti alle facciate dagli intonaci di tonalità tenui, discrete come la loro architettura, diversi alberi di barche a vela raggiungono un’altezza che sembra superare i tetti. Sullo sfondo svetta la parte finale di una torre campanaria, la cui forma particolare ricorda il campanile di Sant’Andrea a Chioggia, mentre sulla destra si intravede un breve scorcio di campagna.

L’opera, dal titolo Chioggia, rientra nel filone tematico principale della produzione pittorica di Guglielmo Ciardi, caratterizzata da una ricerca sistematica delle varianti cromatiche e luministiche della laguna di Venezia. Massimo paesaggista veneto del secondo Ottocento, l’artista ha saputo creare e diffondere l’immagine di una nuova Venezia, lontana dal vedutismo settecentesco di Canaletto e Guardi e dal romanticismo di stampo hayeziano, caratterizzato dalla raffigurazione di episodi storici. Nel suo repertorio, Ciardi vanta numerose suggestive vedute lagunari che si contraddistinguono per quel senso di quiete e di silenzio suscitato dall’osservazione della natura. In quest’opera, la figura umana non esiste. La scena è dominata dalla luce chiara e tersa di cui sono carichi i nuvoloni bianchi che si susseguono in un cielo azzurro. La tavolozza di Ciardi si era schiarita a seguito del viaggio nel sud Italia, compiuto nel 1868, al termine del percorso di studi alla scuola di paesaggio di Domenico Bresolin presso l’Accademia di Belle Arti di Venezia.

L’anno che sembra leggersi sul dipinto di Chioggia di fianco alla firma parrebbe essere 1873, tuttavia, se a quell’epoca la sua produzione mostra già diversi esempi di opere cariche di luce, lo stile rimanda a una datazione più tarda, risalente all’attività più matura dell’artista, caratterizzata da una pennellata franta e vaporosa. Nella catalogazione generale dei dipinti di Ciardi, l’autore Nico Stringa pubblica il nostro quadro riportando la datazione al 1907, sicuramente più pertinente.

 

E.S.