Mobili e oggetti d'arte internazionali

18 MAGGIO 2021
Asta, 1067
31

PIANO, ATTRIBUITO A FRANCESCO BELLONI, PARIGI, 1815-1820 CIRCA

Stima
€ 12.000 / 18.000
Aggiudicazione  Registrazione

PIANO, ATTRIBUITO A FRANCESCO BELLONI, PARIGI, 1815-1820 CIRCA

di forma circolare in marmi e micromosaico, bordo esterno intarsiato a motivi a demilune alternativamente in alabastro e serpentino verde, seguito da una fascia in broccatello di Spagna e una in marmo nero del Belgio a inquadrare il campo interno, intarsiato a rabeschi di volute fogliacee sulle quali poggiano volatili e vasi di ananas in marmo bianco su fondo in alabastro fiorito, intervallati da medaglioni circolari in marmo nero centrati da decori classici in micromosaico, al centro figura di vestale in micromosaico entro duplice bordura in broccatello e serpentino, diam. cm 112,5

 

A TABLE TOP ATTRIBUTED TO FRANCESCO BELLONI, PARIS, CIRCA 1815-1820

 

Il piano trova confronti stringenti con le opere realizzate dal mosaicista e restauratore Francesco Belloni; in particolare, è con il guéridon detto Guéridon d’Hartwell, risalente al 1817 e oggi conservato al Musée du Louvre, che il piano qui proposto condivide molteplici caratteristiche, dall’impianto decorativo alla tecnica impiegata, che vede l’alternarsi di intarsi in pietre dure e micromosaico.

Nato a Roma nel 1772, Belloni fu allievo presso la scuola del mosaico del Vaticano e nel 1798 si trasferì a Parigi per dare nuovo splendore alla tecnica del mosaico in Francia. E proprio a Parigi fino al 1832 ricoprì il ruolo di direttore della Scuola dei Mosaici, nota nel 1802 come "Atelier de mosaïque établi par le gouvernement" e divenuta successivamente "Ecole Impériale de mosaïstes": così si chiamava infatti nel 1809 quando Napoleone la dotò di uno statuto, in base al quale lo studio avrebbe dovuto fornire al governo ogni anno opere in mosaico per un valore di 12.000 franchi. Dai cataloghi delle esposizioni dei prodotti dell'industria di stato francese emerge come Belloni si distinse nelle tre tecniche del mosaico: quello “fiorentino” con pietre dure a incrostazione, quello antico con tessere di marmo e quello con tessere minutissime di smalti e marmi dipinti.