Arte Moderna e Contemporanea

20 GENNAIO 2021
Asta, 1018
44

GRAHAM SUTHERLAND

Stima
€ 8.000 / 12.000
Aggiudicazione  Registrazione

GRAHAM SUTHERLAND

(Londra 1903 - 1980)

Attached form

1959

olio su tela

cm 65x54

firmato e datato “1959” in basso a destra

al retro firmato, titolato, iscritto “(racine)” e datato “15 - V - 59”

al retro iscritto “105”, cartiglio e timbro dell’esposizione “Maestri stranieri” alla Galleria Gissi, Torino, numero 3955

sul telaio iscritto “root”, cartiglio anonimo con numero  “2947”, cartiglio Marlborough New London Gallery iscritto “Recent Paintings by Graham Sutherland”, timbro Collezione Grossi Matera, cartiglio “Paul Rosenberg & Co. New York, timbro Gissi Galleria d’Arte Torino con numero “3955”

 

Attached form

1959

oil on canvas

65x54 cm

signed and dated “1959” lower right

on the reverse signed, titled, inscribed “(racine)” and dated “15-V -59”

on the reverse: inscribed “105”, exhibition’s label and stamp “Maestri stranieri” at Galleria Gissi, Turin, number 3955

on the framework inscribed “root”, anonymous label with number “2947”, label Malborough New London Gallery inscribed “Recent Paintings by Graham Sutherland”, stamp Collezione Grossi Matera, label “Paul Rosenberg & Co. New York, stamp Gissi Galleria d’Arte Turin with number “3955”

 

L’opera è accompagnata da autentica rilasciata dalla Galleria Seno di Milano il 10-5-1971, con il numero 368.

 

[...] Di Sutherland ci interessa la chiarezza altrettanto che l’oscurità, questo mi pare il punto decisivo nei suoi riguardi. Perché la cosa più stupefacente, quella che a mio avviso ne fa la grandezza unica nell’arte di oggi, è proprio il fatto che la sua ambivalenza affascinante non sorge mai da uno stato onirico vero e proprio; ma da uno stato di “suspense”, da una sorta di magico disagio che ci introduce in una vicenda a chiave, in una sorta di “giallo” di cui non conosciamo mai la conclusione, l’autore, il movente. È una regione unica, che si colloca a latere del surrealismo, ma dove il controllo razionale non accade “dopo” l’emergere dell’immagine dalle scaturigini tenebrose del sogno, ma si verifica “durante” la definizione dell’immagine stessa. Per questo si può dire Sutherland ha aggiunto veramente qualche cosa alla nostra visione del mondo, del mondo che si contempla, si interroga, si indaga, a occhi aperti; [...] Quella di Sutherland è ancora una interpretazione nascente, non tanto dalla fiducia, ma dalla necessità in lui insita di leggere il mondo in modo nuovo. C’è un mondo che ci era sfuggito, egli lo ha fatto vedere: spalle di colline e ingressi di sentieri, figure stanti e piante difficili, corone di spine e figure di animali, congegni e lavoro, rocce e alberi, sono scelte rare e apparentemente alternative; ma noi viviamo in un mondo difficile, e la scelta di Sutherland si orienta laddove, anche se l’uomo non è presente con la filtrazione del suo lavoro materiale, è tuttavia imminente attraverso l’elaborazione della sua mente. Ma non ci sono regole sistematiche in questo interscambio uomo-natura, perché anche il lavoro prolungato dell’”homo sapiens” non ha eliminato il mistero e il tranquillo assurdo di ciò che è esistente, forse ce lo ha reso più angoscioso [...]


Francesco Arcangeli, Graham Sutherland, Olii, acquerelli e grafiche, Galleria D’Arte Maggiore Bologna a cura di Franco e Roberta Calarota, 2008

Non è facile trovare un artista che più di Sutherland assommi nella sua opera un tale numero di caratteristiche e di dati spirituali tipicamente inglesi. Questa forse è una delle ragioni della non grandissima diffusione della sua arte fuori dai confini del suo paese; non tanto grande almeno quanto meriterebbe, specie se confrontata con quelli di altri artisti che, per loro qualità generiche o di urto, di emozione gridata e virulenta, trovano una corrispondenza più allargata nel gusto internazionale. È chiaro che alludiamo a Bacon. Ma anche quando alcune caratteristiche della sua opera difficile sembrano aver subito l’influenza di fattori venuti dal di fuori, pure dimostrano, a ben vedere, un’antica radice legata alla tradizione e soprattutto una disposizione spirituale che da quella tradizione non sfugge, solo la rinnova, la reinventa.

"L'approdo Letterario", Roberto Tassi 28 X, ottobre - dicembre 1964