DAL RINASCIMENTO AL PRIMO 900. PERCORSO ATTRAVERSO CINQUE SECOLI DI PITTURA

2 FEBBRAIO 2021
Asta, 1013
65

Luigi Gioli

Stima
€ 6.000 / 9.000
Aggiudicazione  Registrazione

Luigi Gioli

(San Frediano a Settimo 1854 - Firenze 1947)

MERIGGIO

olio su tela, cm 49x76

firmato in basso a sinistra

retro: cartiglio della XII Esposizione Internazionale d'Arte di Venezia del 1920

 

MIDDAY

oil on canvas, 49x76 cm

signed lower left

on the reverse: label of the XII Esposizione internazionale d'arte di Venezia, 1920

 

Esposizioni

XII Esposizione Internazionale d'Arte della città di Venezia, Venezia, 1920, n. 671

 

Bibliografia

Catalogo della XII Esposizione Internazionale d’Arte della città di Venezia, 1920, catalogo della mostra di Venezia, Roma-Milano-Venezia 1920, n. 17, p. 84.

 

Luigi Gioli nasce a San Frediano a Settimo, una frazione di Cascina, in provincia di Pisa, nel 1854, otto anni dopo il fratello Francesco ed è da lui che acquisisce l'interesse per la pittura macchiaiola a cui si avvicina, senza frequentare alcuna scuola, solo dopo aver concluso gli studi in giurisprudenza. Ben presto Luigi si distingue sulla scena espositiva nazionale e straniera con soggetti di paesaggio legati alla Toscana e al mondo degli animali, in particolare cavalli ripresi dal vero nella libertà degli spazi paludosi maremmani.

Presente fin dalla prima edizione, nel 1895, dell'Esposizione Internazionale d'Arte della città di Venezia con Novembre, un soggetto ispirato alle colline pisane, Gioli viene invitato a tutte le Biennali successive, almeno fino al 1920, anno in cui, dopo l'interruzione di sei anni, causata dal primo conflitto mondiale, tra aprile e ottobre finalmente si prosegue con la dodicesima edizione. Nella sala italiana n. 29 vengono radunate alcune opere dell'artista toscano tra cui Meriggio, qui presentato.

Il quadro, caratterizzato da quella pittura dalle tinte sobrie legata a una scrupolosa riproduzione del vero ottenuta senza ricorrere ad artifici tipica della produzione di Gioli, raffigura il momento di riposo e di refrigerio, all’ombra delle fronde degli alberi, di un gruppo di contadini, seduti per terra in un mezzo cerchio. In primo piano campeggia un bove bianco legato con una fune al tronco dell’albero, dietro a un altro bovino. I due animali e il carro rosso che si intravede sullo sfondo ricordano alcuni celebri soggetti realizzati da Giovanni Fattori, artista a cui Gioli era legato da antica amicizia e dalla passione per la pittura di macchia che l'autore, assieme ad altri postmacchiaioli, ha continuato a difendere in numerose dispute sull'arte anche nel corso dei primi decenni del nuovo secolo segnati da accese rivoluzioni artistiche.

 

E.S.