Opere di eccezionale interesse storico-artistico

3 NOVEMBRE 2020
Asta, 1011
9

Giacinto Botti

Stima
€ 15.000 / 25.000

Giacinto Botti

(Firenze, 1603-1679)

RITRATTO DI PIEROTTO DI GUADAGNO (notizie 1260-1305)

1645-1646

olio su tela, cm 136x107

iscritto al retro “PIEROTTO DI GUADAGNO DI GUITTO GONF.E / 1305 / MALLE:ORE / 1280 / jacinto botti 5

 

Piero Bracci (attr.)

(Firenze, notizie dal 1597 al 1646)

RITRATTO DI PIERO DI PIEROTTO GUADAGNI (notizie 1313-1328)

1640-1646

olio su tela, cm 137x105

iscritto al retro “PIERO DI PIEROTTO DI GUAD:RE / 1317 / jacinto Botti 8

 

Giacinto Botti

(Firenze, 1603-1679)

RITRATTO DI BERNARDINO DI VIERI GUADAGNI (1368-1434)

1645-1646

olio su tela, cm 135x104

iscritto al retro “BERNARDO DI VIERI DI VIERI GUADAGNI GONFALONIERE / 1434 /jacinto botti 11

 

Pietro Bracci

(Firenze, notizie dal 1597 al 1646)

RITRRATTO DI FRANCESCO DI JACOPO GUADAGNI (1534-1611)

1640-1646

olio su tela, cm 137x105

iscritto al retro “FRANCESCO DEL SENAT: JACOPO GUADAGNI / 1612 / Piero Bracci 16

 

Provenienza

Firenze, palazzo Guadagni; Firenze, collezione privata

 

Bibliografia

T. Prizzon, I ritratti Guadagni e la pittura fiorentina del Seicento, Firenze c.d.s., catt. 4; 6; 9; 13.

 

Bibliografia di riferimento

R. Spinelli, Note d'archivio sul collezionismo e sulle committenze artistiche di Vieri di Tommaso Guadagni (1631-1708), 2015, “Bollettino della Accademia degli Euteleti della Città di San Miniato”, anno 93, n. 82 (dicembre 2015), pp. 229-243.

 

I quattro dipinti appartengono a una serie di quindici ritratti di membri dell’illustre casata fiorentina dei Guadagni, collocati originariamente nella galleria del loro palazzo “alla Nunziata” (in via de’ Servi).

Si tratta di una vera e propria genealogia dipinta, realizzata quasi interamente dal fiorentino Giacinto Botti – padre del più famoso Francesco – artista assai prolifico per questa famiglia, incaricato, tra il 1642 e il 1651, dell’esecuzione di oltre venticinque opere, documentate da specifici pagamenti, commissionate da Tommaso di Francesco Guadagni. Questi si prodigò per valorizzare al massimo le antiche e nobili origini della sua casata e a tal fine affidò, tra il settembre del 1645 e la primavera del 1646, sempre a Botti, la realizzazione della menzionata serie di tele con le effigi degli antenati che avevano ricoperto, nei secoli, l’ambita carica di Gonfaloniere della Repubblica di Firenze.

Tali ritratti sono registrati una prima volta in un inventario del 1709 – descritte genericamente “Quindici ritratti di famiglia”, collocate nella galleria del palazzo “alla Nunziata” – e successivamente nel 1762 come ubicate nel salone del medesimo palazzo (“Quindici quadri alti braccia 2¼, e larghi braccia 1 ½ con ornamento dorato dipintovi in tela gli Ascendenti della Casa Guadagni, avendo ciaschun di questi un Cartello in fondo centinato, e dorato per l’Iscrizione”).

Pierotto di Guadagno, il primo dei quattro dipinti qui presentati, è ricordato tra i combattenti di parte guelfa durante la battaglia di Montaperti del 4 settembre 1260 che gli costò l’allontanamento per alcuni anni da Firenze. Successivamente al ritorno in città riuscì a ottenere importanti incarichi dal Comune sino all’elezione a gonfaloniere di giustizia nel 1305. L’abito, tra cui spicca il manto rosso foderato di ricco vaio, che Giacinto Botti gli fa’ indossare rivela il suo status e le affinità nell’ eleganza formale e coloristica del pittore con Giovanni Bilivert.

Figlio di Pierotto di Guadagno, Piero Guadagni, protagonista del secondo ritratto, fece parte del corpo dei cosiddetti feditori nell’armata fiorentina (i cavalieri che sostenevano il primo urto durante la battaglia) e tenne il gonfalonierato di giustizia nel 1317, risiedendo successivamente tra i priori nel 1324 e promuovendo importanti interventi edilizi cittadini. Nonostante la presenza a tergo della tela del nome di Giacinto Botti, il ritratto è stato avvicinato da Tommaso Prizzon a Piero Bracci, pittore ancora mal noto, per via di alcune stringenti analogie stilistiche e compositive con altri suoi ritratti dipinti sempre per il senatore Tommaso, sue uniche opere finora conosciute (cfr. Prizzon c.d.s., catt. 13; 14; 16). In questo caso l’effigiato indossa una sontuosa casacca rossa guarnita di ermellino che si staglia su un fondo in prevalenza scuro.

Ricoprì ruoli di notevole importanza, distinguendosi per le indubbie capacità amministrative e diplomatiche, tanto da essere più volte scelto come ambasciatore della repubblica fiorentina, anche il terzo effigiato della nostra serie di quadri, Bernardo di Vieri Guadagni: è gonfaloniere di Giustizia per tre volte nel 1411, nel 1428 e nel 1433 quando appoggia l’arresto e il conseguente esilio di Cosimo de’ Medici pilotato da Rinaldo degli Albizzi desideroso di arrestarne l’ascesa. Dopo il fallimento del tentativo di Rinaldo di insediare con la forza un proprio governo, Bernardo Guadagni viene dichiarato ribelle assieme ai figli e condannato alla privazione in perpetuo degli uffici. Ritratto in giovane età e ruotato leggermente verso destra, anche nel raffigurare Bernardo, Giacinto Botti si sofferma, con grande sapienza nel trattamento materico delle superfici, nella descrizione dell’abbigliamento e degli altri simboli del potere raggiunto, spada e bastone.

L’ultima tela presentata ritrae Francesco di Jacopo Guadagni, figlio del senatore Tommaso, futuro committente di questa serie. Di grande semplicità stilistica e compositiva, aderente ai canoni ritrattistici controriformati, l’opera è l’unica finora attestata con certezza al pittore Pietro Bracci, come recita l’iscrizione al retro. In questo caso, seguendo la moda del tempo, l’effigiato indossa un’ampia casacca nera, alla spagnola, su cui risaltano l’ampio colletto piatto e i polsini bianchi.

 

 

Opera dichiarata di interesse particolarmente importante dal Ministero per i Beni e le attività culturali, Segretariato regionale del Ministero per i Beni e le attività culturali per la Toscana (prot. N. 6041 del 29/5/2019).

 

The Italian Soprintendenza considers this lot to be a work of national importance and requires it to remain in Italy; it cannot therefore be exported from Italy.