ARTE MODERNA E CONTEMPORANEA

8 LUGLIO 2020
Asta, 0343
118

ARNOLD MARIO DALL'O

Stima
€ 2.000 / 5.000
Aggiudicazione  Registrazione

ARNOLD MARIO DALL'O

(BOLZANO 1960)                                               

Die Frage und die Antwort

2005

olio su carta da parati, lacca, carta

cm 150x200

 

The question and the answer

2005

oil on wallpaper, lacquer, paper

150x200 cm

Arnold Mario Dall'O

 “Dall’O dimostra come l’arte riceva il testimone dalla filosofia in questo XXI° secolo, realizzando una vera e propria strategia che unisce teoria e prassi. La sua pittura si sottrae alle categorie disciplinari per accedere a livello di discorso e soprattutto la trasforma in strumento di elaborazione concettuale. La sottrae cioè dal predominio dell’immagine diffusa per renderla inscindibile dall’intenzione concettuale, la fa rinunciare a un centro preciso a favore di un andamento sinuoso ricco di depistaggi sintattici e mnemonici, ponendo sempre il linguaggio all’apice del processo creativo. Nel processo pittorico strutturato dall’artista è insita e inseparabile una riflessione metalinguistica, che si dispiega nel processo creativo, interrogandosi nel suo farsi, sul senso della pittura e il ruolo dell’artista nella società odierna. Un’operazione quella compiuta dall’artista che trasforma un solido principio etico – esistenziale e del lavoro espressivo – in un paradigma estetico ben organizzato. In linea con la ricerca teorica ed estetica di coloro che difendono il ricordo come elemento strutturante identitario dell’individuo (tra questi lo storico Hobsbawn con il suo grido “protest against forgetting”) Dall’O svolge un lavoro etico che mira alla difesa della memoria e soprattutto della pregnanza significativa di ogni immagine contro la pervasiva invasione delle icone mediatiche destituite di senso, che quotidianamente cadono sotto i nostri sensi. Prelevando immagini “pure” dal flusso mediatico, destinate all’oblio per saturazione percettiva fa dialogare l’oggettività della fotografia con la soggettività della pittura, la riconoscibilità dei codici visuali ed identitari, storici e cronachistici (abiti...posture, fisiognomica) con la profondità del tempo mise en abyme. La fotografia “falsa a livello di percezione, vera a livello di tempo” come diceva Barthes, viene utilizzata come catalizzatore e palinsesto per la sua dimensione proustiana di sentire per affetti e sentimenti. Unico strumento in grado di cristallizzare “oggettivamente” il tempo e consegnarlo alla memoria fruibile, sottraendo “attimi” al flusso che tutto dissolve.”

 

Alessandro Romanini