Dal Rinascimento al Primo '900 Percorso attraverso 5 secoli di pittura | DIPINTI ANTICHI

1 LUGLIO 2020
Asta, 0338
14

Alessandro Rosi

Stima
€ 5.000 / 8.000
Aggiudicazione  Registrazione

Alessandro Rosi

(Firenze, 1627 – 1697)

MADONNA COL BAMBINO E SANTA CATERINA DA SIENA

olio su tela, cm 88x72

 

MADONNA WITH CHILD AND SAINT CATHERINE OF SIENA

oil on canvas, cm 88x72

 

Bibliografia di riferimento

E. Acanfora, Alessandro Rosi, Firenze 1994

 

Inedito dipinto che si aggiunge all’ormai nutrito catalogo del fiorentino Alessandro Rosi formato a partire da un gruppo unitario di opere confluite inizialmente sotto il nome di Sigismondo Coccapani, pittore nato nel 1583, allievo di Cigoli.

Fu Roberto Longhi nel 1943, nel tentativo di recuperare la personalità del Coccapani, a restituire a quest'ultimo due opere, una Sacra Famiglia oggi allo Städtisches Museum di Wiesbaden e un’altra versione dello stesso tema allora a Parigi presso Brimo de Laroussilhe - entrambe ormai ritenuti di Rosi (E. Acanfora, Alessandro Rosi, Firenze 1994, pp. 68-70, cat. 16; cat. 19) - descrivendoli come pittura dai caratteri “negromantici” (R. Longhi, Ultimi studi sul Caravaggio e la sua cerchia, “Proporzioni”, I, pp. 56-57, nota 77).

Tale giudizio ottenne grande consenso nei contributi critici successivi, trovando riscontri nelle bizzarrie narrate all’interno della biografia dedicata ad Alessandro Rosi da Francesco Saverio Baldinucci che lo definiva “strano, insieme e stravagante cervello” (F. S. Baldinucci, Vite di artisti dei secoli XVII-XVIII ,1725-1731, ed. a cura di A. Matteoli, Roma 1975, pp. 230-237).

Il profilo della Madonna della Sacra Famiglia menzionata, già in collezione parigina, caratterizzato da naso all’insù e occhi allungati, un’ideale di bellezza che secondo Elisa Acanfora deriva da Simon Vouet e di cui furono tramiti Lorenzo Lippi e Cesare Dandini, e le peculiari increspature morbide delle vesti, connotano anche la composizione qui offerta.

Il nostro dipinto va tuttavia collocato, presumibilmente, in una fase più avanzata dell’attività del pittore trovando, nell’ atmosfera di intensità sentimentale sottolineata dalla suggestiva partitura luministica, confronti nell’Estasi di Santa Maria Maddalena de’ Pazzi del Musée des Beaux-Arts di Chambéry, databile in prossimità del 1669, anno di canonizzazione di Maria Maddalena de’ Pazzi (Acanfora cit., pp. 76-77, cat. 36).

Ritroviamo poi la stessa figura della santa domenicana protagonista della tela presentata, nel San Domenico e Santa Caterina da Siena di collezione privata riferibile agli anni settanta del Seicento (Acanfora cit., p. 88, cat. 62).

 

Si ringrazia vivamente Elisa Acanfora per aver confermato l’autografia del dipinto.