Capolavori da collezioni italiane

12 NOVEMBRE 2019
Asta, 0325
2

Maestro della Madonna di Riomaggiore

Stima
€ 15.000 / 25.000
Aggiudicazione  Registrazione

Maestro della Madonna di Riomaggiore

(scultore di cultura campionese attivo in Liguria all’inizio del secolo XIV: “Maestro di Giano” ?)

MADONNA COL BAMBINO BENEDICENTE

statua in legno dipinto, cm 165x56x38

L'opera è corredata di certificato di libera circolazione

 

Bibliografia

J. Boccador - E. Bresset, Statuaire médiévale de collection, s.l. 1972, p. 56 fig. 50

 

Questa regale, sofisticata immagine interpreta la consueta iconografia della “Madonna in Maestà”, solitamente rappresentata in trono, nell’atto di offrire alla venerazione il Gesù Bambino benedicente seduto sul suo braccio sinistro, assai diffusa nella scultura lignea tra la seconda metà del Duecento e i primi decenni del Trecento, con una più rara declinazione caratterizzata dalla figura della Vergine eretta in posizione stante, tale da conferire alla statua una maggiore, suggestiva imponenza. La solenne intonazione ieratica del gruppo, enfatizzata dall’immobile postura frontale del Cristo fanciullo, dalle fattezze di un piccolo imperatore inguainato nella sua austera tunichetta, è ingentilita dalla nobile grazia del volto di Maria e dal gesto delicato col quale carezza il ventre del figlio: aspetti che ne rivelano il trapasso dalle più astratte, iconiche volumetrie della tradizione romanica verso il naturalismo e l’accorata umanità dell’arte gotica. La scultura, pregevole anche per lo stato di conservazione dell’intaglio e della policromia (sembra pertinente pure la coroncina lobata in rame dorato finemente ornata da stelle applicate a rilievo e castoni traforati), costituisce, infatti, una testimonianza di particolare importanza per lo sviluppo della scultura lignea in Liguria, collocandosi ad una data assai precoce, nei primi decenni del Trecento, e in una congiuntura culturale di grande interesse.

Il rigoroso assetto frontale e la struttura quasi conica del gruppo, la rigida postura del Bambino, la sua fisionomia tondeggiante e quella più affilata della madre, la peculiare acconciatura dei capelli di Maria, agghindati in simmetriche ondulazioni, e quella antichizzante del Fanciullo, il verticalismo delle pieghe scanalate della veste e del manto che si apre a ventaglio in un partito speculare di plissettature a zigzag, taglienti come lamine, dichiarano la strettissima parentela di quest’opera con la statua lignea venerata come “Madonna delle catene” nell’oratorio di Nostra Signora Assunta in Cielo a Riomaggiore (fig. 1), presentata da Piero Donati (in La Sacra Selva. Scultura lignea in Liguria tra XII e XVI secolo, catalogo della mostra di Genova, a cura di F. Boggero e P. Donati, Ginevra-Milano 2004, pp. 116-117 n. 5) con una datazione intorno al 1310, collegandola all’attività dei lapicidi lombardi, detti “maestri campionesi”, che all’inizio del Trecento monopolizzarono i maggiori cantieri genovesi, come la Cattedrale di San Lorenzo e San Francesco di Castelletto.

Il calzante riscontro istituito da Donati si ravvisa in particolare con le opere del più eminente e riconoscibile di questi scultori, denominato dalla critica il “Maestro di Giano” dal busto del Re Giano, mitico fondatore di Genova, che decora un pilastro del matroneo di sinistra della Cattedrale (fig. 2), portato a termine nel 1307, dove il medesimo anonimo maestro eseguì anche un capitello raffigurante la Madonna col Bambino tra due Profeti (fig. 3) (C. Di Fabio, La Cattedrale di Genova nel Medioevo. Secoli VI-XIV, Cinisello Balsamo 1998, pp. 280-289; R.P. Novello, La ricostruzione dopo l’incendio del 1297, in La Cattedrale di San Lorenzo a Genova, a cura di A.R. Calderoni Masetti e G. Wolf, Modena 2012, pp. 75-82, p. 364 n. 555, p. 367 n. 561). I lavori in marmo riferiti al “Maestro di Giano” denotano infatti una spiccata consonanza stilistica con le sculture lignee in esame, proprio in tutti quei caratteri che abbiamo osservato, e la proposta di Donati, per quanto non condivisa da Novello (ivi, p. 82, nota 22) incline a ritenere la Madonna di Riomaggiore “forse più antica di un cinquantennio”, ha trovato “piena conferma” in una più recente, accurata indagine di Federica Siddi (Scultura in legno nella Lombardia dei Visconti, tesi di dottorato, Università degli Studi di Trento, 2015-2016, pp. 644-646 n. XIII.4), anche attraverso i riscontri con altre Madonne lignee lombarde di primo Trecento.

La produzione in legno di questa importante bottega, già incrementata dallo stesso Donati (Verso Levante. Sculture erratiche di provenienza genovese nella Liguria orientale, in “Prospettiva”, 125, 2007, pp. 22-34, a p. 34 nota 31; La ‘Madonna delle Catene’ di Riomaggiore e la sua gemella di Montebruno, in “Città della Spezia”, 26 aprile 2015) avvicinando alla statua di Riomaggiore una simile Madonna col Bambino stante conservata nella chiesa di Santa Maria Assunta a Montebruno (fig. 4) (cfr. anche Siddi, op. cit., pp. 641-642 n.XIII.3), ed in ultimo da Gentilini e Lucidi riferendogli una Madonna assisa appartenuta alla medesima raccolta privata da cui proviene l’opera in esame (fig. 5) (Pandolfini Casa d’Aste, Mobili, dipinti e sculture: ricerca e passione in una collezione fiorentina, catalogo della vendita, Firenze, 16 ottobre 2019, p. 169 n. 118), trova ora nella Madonna che qui si presenta la sua più significativa testimonianza, davvero degna del ruolo riconosciuto al “Maestro di Giano” nel panorama della scultura gotica genovese.

 

Giancarlo Gentilini e David Lucidi